CASERTA. Gara per la Publiservizi fuorilegge (come sempre). Sillaba per sillaba vi spieghiamo l’esproprio illegale, fatto da Marino e Biondi, dei poteri del consiglio comunale

29 Marzo 2021 - 16:56

Ultimamente abbiamo alzato il tiro. Lo facciamo con la speranza che questi qui ci querelino, perché è l’unico modo per andare da un cavolo di magistrato e discutere con una procura – o un tribunale – di questi argomenti. Ma loro non querelano, perché sanno bene che nella disattenzione, nella pigrizia delle istituzioni abita un lasciapassare, il loro lasciapassare per compiere ogni tipo di nefandezza. I revisori dei conti presenza evanescente e insignificante

CASERTA (g.g.) – I revisori dei conti mettono nero su bianco le loro contestazioni sula scandalosa gestione della cosa pubblica, operata da un’amministrazione comunale in cui sostanzialmente comandano due persone: il sindaco Carlo

Marino e il dirigente Franco Biondi, ma in realtà a queste contestazioni non segue mai la conseguenza giusta, logica ed equa. Perché se ti dico che stai compiendo un atto illegittimo, irregolare, se non addirittura illegale e tu fai orecchie da mercante, io ho il dovere, non essendo riuscito a svolgere pienamente la mia funzione di organo di controllo, di interessare altre autorità. Senza girarci troppo intorno, la magistratura inquirente penale e contabile.

Tra questi rilievi, uno negli ultimi mesi è stato molto rilevante. L’articolo 42 lettera E del Tuel,

che oramai non decliniamo più ulteriormente, considerando che è pane quotidiano nei nostri articoli, recita: “Il consiglio ha competenza limitatamente ai seguenti atti fondamentali: […] organizzazione dei pubblici servizi, costituzione di istituzioni e aziende speciali, concessione dei pubblici servizi, partecipazione dell’ente locale a società di capitali, affidamento di attività o servizi mediante convenzione“. Della serie, come la giri giri, la competenza è del consiglio comunale e senza una delibera di questo organismo, i tratti di illegittimità della proposta di aggiudicazione a Publiservizi, unica impresa partecipante, sono evidenti.

In pratica, il consiglio, quando un’amministrazione comunale intende esternalizzare dei servizi, deve deliberare di conseguenza, fornendo la copertura politico-istituzionale a procedure amministrative  che appartengono a quella categoria tutto sommato ristretta di atti che possono diventare tali per effetti di una delibera consiliare. Organizzazione dei pubblici servizi, concessione dei pubblici servizi, affidamento di attività o servizi mediante convenzione. Non si scappa. Il consiglio comunale è l’unico organo che può definire la cornice, i lineamenti organizzativi di un pubblico servizio. La riscossione dei tributi è un pubblico servizio o è solo l’espressione di un giochino di società?

La definizione di questi tratti comprende, in tutta evidenza, anche la scelta di fondo di muoversi attraverso il coinvolgimento degli uffici comunali o attraverso l’esternalizzazione a soggetti privati. Questa decisione discriminante rappresenta il tessuto connettivo di un’identità relativa all’organizzazione di un servizio pubblico fondamentale come la riscossione.

Come conseguenza a ciò che abbiamo scritto adesso, il Tuel circoscrive l’ambito di azione del consiglio che però passa da una funzione di indirizzo, organizzazione dei pubblici servizi, a una più esecutiva, nel momento in cui è chiamato a deliberare l’approvazione della concessione. Infine, il Tuel spinge, nella materia specifica dei pubblici servizi, le competenze del consiglio fino all’approvazione di affidamenti di attività o servizi comunali mediante convenzione. Questo dice la legge. Ed è ormai del tutto normale che siccome ciò è sancito dalle norme del diritto italiano, viene per definizione violato dall’amministrazione comunale di Caserta.