IL SOLITO DE LUCA E LA SUA BAND. Dal 17 marzo scomparsi i numeri dei positivi scoperti con tamponi antigienici. Dati covid totalmente inaffidabili

2 Aprile 2021 - 19:31

CASERTA – Continua lo strano rapporto tra i numeri del contagio da coronavirus e la Campania.  Nella regione è evidente come non solo la gestione sanitaria sia a dir poco claudicante, con il caso dell’Ospedale di Caserta in serie difficoltà durante questa terza ondata pandemica e la denuncia del medico di Calvi Risorta, che ha parlato di posti letti di Terapia Intensiva “finiti” in Campania

come lampanti esempi della difficoltà che il sistema sanitario della nostra regione sta vivendo. Con la notizia che, stando agli ultimi dati emersi dalla cabina di Regia per il monitoraggio settimanale, la
Campania rimarrà altre due settimane in zona rossa dal martedì dopo Pasqua
, si sta cercando di venire a capo della situazione epidemiologica che ha provocato questa triste conferma.

L’Unità di Crisi guidata del delegato regionale ai lavori Pubblici, Italo Giulivo, rilascia un solo documento statistico su cui basarsi – la tabella blu giornaliera – e ora anche questo non è più attendibile.

Infatti, dal 17 marzo la Regione Campania non aggiorna più i dati dei positivi emersi dai test rapidi. E non è una cosa banale, perché il mancato aggiornamento dei tamponi antigenici ha delle conseguenze importanti sull’andamento statistico del contagio e quindi sull’attribuzione delle fasce di colore (giallo, arancione e rosso) e le relative restrizioni lavorative e riguardanti gli spostamenti.

E non è neanche possibile l’eventualità che la Campania non stia analizzando più i tamponi rapidi, cosa assolutamente falsa. Questo, invece, lo scopriamo grazie ai dati del report giornaliero del Ministero della Saluta, la tabella che al tempo della prima ondata l’ex numero uno della Protezione Civile, Angelo Borrelli, provava a spiegare giorno dopo giorno alle 18. Lì, infatti, l’andamento dei test rapidi giornalmente analizzati c’è, mentre la regione guidata dal presidente Vincenzo De Luca non pubblica più i contagiati riferibili ai test rapidi, ma solo quelli provenienti dai “tamponi molecolari“.

Ed è evidente come sia fortissimo il rischio che il giocare a nascondino con il numero dei positivi, questa cancellazione di dati possa provocare lo sfasamento dei numeri con la realtà del contagio, due rette che ormai pare non si incontrino più a Palazzo Santa Lucia. Da una parte, infatti, non pubblicare i dati relativi ai test rapidi potrebbe in qualche modo essere un tentativo di rimanere sotto la soglia dei 250 casi ogni 100 mila abitanti, in pratica: meno tamponi, meno contagi.

Dall’altro lato, è chiaro che la percentuale di positività, il rapporto tra positivi e tamponi diminuisce quando vengono analizzati più test, soprattutto se si tratta di quelli rapidi, che tendenzialmente vengono fatti spesso solo per mero controllo, mentre i molecolari sono utilizzati in caso di possibilità concreta di contagio o contatto con positivo.

In questo modo, De Luca e l’Unità di crisi potrebbero – in linea puramente teorica – tenere alto il dato relativo all’andamento epidemiologico in Campania e allontanare, quindi, la regione dall’allentamento delle restrizioni e fasce di colore più leggere rispetto al rosso, una decisione del governo nazionale da sempre criticata aspramente dal governatore, così come è stata spesso e volentieri vituperata dal presidente la suddivisione cromatica in zone.

Ovviamente, queste sono ipotesi, possibilità funeste che potrebbero essere causata da queste assenze numeriche. Le ipotesi non sono reali, fino a prova contraria. La totale e conclamata inaffidabilità dell’Unità di Crisi e dei numeri pubblicati dalla Regione Campania sul contagio da coronavirus, invece, lo è molto di più.

LA TABELLA GIORNALIERA DEL CONTAGIO IN CAMPANIA SENZA IL DATO SUI POSITIVI DAI TEST RAPIDI E I DATI NAZIONALI CHE RIPORTANO LA CRESCITA EL DATO DEI TAMPONI ANTIGENICI