ASL, la variabile suina de “a purcella”. Il dirigente medico “si segnava” i soldi e le presenze dei progetti mentre si trovava in ferie

17 Maggio 2021 - 12:49

Stamattina abbiamo deciso di pubblicare una documentazione più ampia per spiegare ancora meglio il sistema criminale, per anni e anni protetto da omertà, omissioni, connivenze di ogni genere. Già dopo 5 mesi, c’era chi ha accumulato 300 ore di straordinario sulle 250 al massimo realizzabili in un intero anno

 

AVERSA(g.g.) Stamattina proponiamo una documentazione più cospicua del solito prelevata dalla ordinanza che noi riteniamo molto importante perchè è la prima della storia di questa provincia in cui si coglie realmente il marchio sistemico, la diffusione ampia e ampiamente radicata in tutte le aree del sistema amministrativo e sanitario dell’Asl di Caserta, di un meccanismo di malaffare che conduce, proprio per questa sua diffusione abnorme, ad una ed una sola conclusione: nel nostro territorio la mentalità criminale è un qualcosa che si manifesta in maniera complessa.

Nel senso che ci sono i corrotti come ci sono dappertutto, poi ci sono tanti altri corrotti, come invece non ci sono dappertutto, ma soprattutto c’è una pletora sterminata di piccoli imbroglioni, i quali, siccome non si ritengono eroi, e come dargli torto, e vedendo che tanti rubano, formulano il seguente ragionamento: e noi che facciamo qui, i fessi? E giù, a comportarsi male, a eludere e a violare le leggi e a rubare pure loro con una area di illegalità che si allarga in maniera impressionante, come quelle enormi macchie di petrolio che fino a qualche anno fa disastravano gli oceani e gli altri mari, quando delle petroliere ridotte a groviera e definitivamente danneggiate, le spargevano in maniera indiscriminata, regalando al mondo quelle scene tremende di foche, pesci, fauna marina generica che si spiaggiavano, andando a morire sulle coste, letteralmente cosparse di petrolio.

Insomma, questo è. Nello stralcio odierno, assistiamo al solito Luigi Carizzone show. Cronologicamente diciamo che lui nell’estate del 2018 ha capito che esiste un’indagine della Procura della Repubblica, esplicitata attraverso l’attività di polizia giudiziaria dei Nas dei Carabinieri. Ma è ancora convinto che il filone riguardi il discorso dell’assenteismo che poi si va a riverberare sui progetti Rems, quale elemento di riscontro del comportamento dei furbetti del cartellino.

Al riguardo, c’è una evidenza chiara: la nota scritta da Carizzone il 27 agosto 2018 nella quale bolla letteralmente il dirigente sanitario dell’UOSM di Teano, nonchè responsabile della struttura Rems di Marzanello, frazione di Vairano Patenora, Nicola Bonacci, carinamente definito dal Carizzone in altre intercettazioni con soprannomi diversi, tra i quali spicca quello della “purcella”. In pratica (poi il contenuto preciso lo potrete leggere nella documentazione da noi pubblicata) il direttore del Dipartimento di Salute Mentale segnala a Bonacci che lui ha dichiarato di essere presene nelle attività delle Rems per la realizzazione dei progetti nei quali operano dipendenti dell’Asl di Caserta al di fuori del loro orario di lavoro ordinario.

E qui, salta fuori una variabile che al confronto quella indiana è uno starnuto. Non  l’avevamo ancora incrociata per cui ve la segnaliamo: Nicola Bonacci, secondo quello che scriveva il dirigente, risultava in attività per la realizzazione dei progetti Rems nei giorni in cui era ufficialmente in ferie. E Carizzone le elenca queste giornate: 10, 16 e 20 agosto. Per quanto riguarda la data del 3 agosto, se è vero che Bonacci risultava essere in servizio (ordinario, n.n.d.), è anche vero, faceva notare Carizzone, che Bonacci aveva dichiarato l’utilizzo di tutte le ore di quella giornata lavorativa apprestate ai progetti Rems che invece esistevano solo in quanto portati avanti da personale dell’Asl al di fuori dell’orario di lavoro.

Ora, non è che Luigi Carizzone non sapesse come funzionassero le cose per questi progetti, anzi con tutti gli atti amministrativi con cui autorizzava anche i pagamenti, al riguardo ne pubblichiamo altri con ulteriori nomi di beneficiari, di questo sistema è stato l’artefice e il controllore. Il problema è che lui ad agosto 2018 come hanno dimostrato le tante intercettazioni da noi pubblicate, era convinto che Nicola Bonacci fosse l’unico o comunque il principale target della inchiesta della Procura della Repubblica e dei Nas. Per cui, quella nota serviva ad alimentare l’idea che lui, nel momento in cui si era accorto di certe cose che accadevano dentro al meccanismo dei progetti Rems, era prontamente intervenuto.

Il problema, aggiungiamo noi, è che lui, mettendo nero su bianco questi comportamenti di Nicola Bonacci, rendeva manifeste delle notizie di reato, per cui, questo cartellino giallo ridicolo sventolato attraverso questo atto di diffida, diventa, da un lato un modo tirarsi fuori dai guai, dall’altro un avvertimento a Bonacci: della serie, stai attento perchè questi hanno cominciato a capire. Diverso sarebbe stato il discorso, se, come era suo dovere fare, Carizzone avesse mandato quantomeno per conoscenza, il suo atto di diffida alla procura della repubblica di Aversa-Napoli nord, in considerazione che delle possibili notizie di reato, non possono essere affrontate solamente con un buffetto, con un’ammonizione, con una diffida.

Ritroviamo nello stralcio di oggi di nuovo a Elena Brongo, cioè la coordinatrice del SPDC di Sessa Aurunca, la persona che secondo il magistrato inquirente aveva interessi anche nelle strutture private convenzionate, che accoglievano i malati psichiatrici, rispediti, a detta di Carizzone, previa mazzetta, da Antonio Stabile. La Brongo parla della vicenda delle sue ferie con Antonio D’Angelo detto juke-box, altro indagato. E da questa conversazione si evince chiaramente, soprattutto dalle parole di D’Angelo, rispetto alle quale la Brongo non prende le distanze, che era stata effettuata una manipolazione nel registro ferie della infermiera. Un’intercettazione che in sostanza dà riscontro a quello che Carizzone e Francesco Della Ventura avevano già evidenziato in una loro conversazione.

D’Angelo si rende conto che le modalità con cui vengono gestiti i progetti, uno dei quali gratifica Elena Brongo con 700 euro, avrebbero determinato la reazione perentoria degli altri sindacati. E anche qui la Brongo non dice di no. Il giudice fa riferimento ai dettagliati esposti, presentati al tempo dal Nursing Up di Rosa Nuzzo. Poi più in là cercheremo di ricostruire la mappa di tutti gli infermieri gratificati stabilendo a quale sindacato appartenessero, compresa la Brongo. Il sospetto è che ci fosse una larga maggioranza di iscritti Fials e Cisl.

Capitolo straordinari: anche qui il dettaglio lo leggete in calce. Sottolineamo solo una cosa che emerge da una delle conversazioni intercettate, in questo caso tra Carizzone e Livia Avvisati, evidentemente del settore amministrativo del Dipartimento della salute mentale, stanziato ad Aversa. Al 31 maggio 2019, due protagonisti di questa indagine, cioè Antonio D’Angelo, definito da Carizzone juke-box e Francesco Della Ventura sempre carinamente definito dal direttore “boccettino di veleno”, avevano accumulato già 300 ore di straordinario, in 5 mesi cioè fino al 31 maggio. In poche parole, avevano già sfondato il limite annuale massimo che non avrebbe dovuto andare al di là delle 250 ore. Insomma, ruberie su ruberie che si intrecciavano tra di loro e  che, ripetiamo, sono state tollerate dai vertici dell’Asl di Caserta, i quali si sono destati, muovendosi con qualche iniziativa formale, solo quando hanno capito che i reiterati ingressi dei carabinieri del Nas negli uffici di Aversa ma anche in quelli di Caserta, erano legati ad un’indagine molto molto ampia in cui sarebbero rimasti intrappolati anche “papaveri” apparentemente intoccabili, sempre attenti a garantirsi le protezioni giuste, che da anni signoreggiano negli uffici centrali dell’azienda sanitaria locale.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA