AVERSA. Pagina per pagina, riga per riga, ecco tutte le inadempienze contrattuali di Publiparking con Alfonso Golia, la Di Ronza e Stefano Guarino che si girano dall’altra parte

23 Novembre 2021 - 21:55

Il 10 novembre, massimo il 13, è scaduto il trimestre in cui l’azienda di Nino ed Elena Natale avrebbe dovuto versare al comune una cifra minima di 125mila euro. Lo ha fatto? Secondo noi, non l’ha fatto e questa inadempienza si va ad aggiungere a quello che abbiamo evicdenziato in rosso all’interno della copia integrale del contratto che pubblichiamo in calce a questo articolo

 

AVERSA – (g.g.)  Che dobbiamo fare, saremo degli inguaribili sognatori ma pensiamo che, figuriamoci che illusi siamo, considerando quello che succede nelle nostre zone, sia la legge a determinare il sistema per un corretto funzionamento della comunità, dello stato e delle sue diramazioni territoriali.

D’altronde, i filibustieri che abitano le stanze dei comuni e degli altri enti pubblici di questa provincia fanno di tutto per “sfruguliarci”. Sarebbe molto meglio, infatti, non celebrare le gare di appalto, non riempire di inutile inchiostro fogli materiali e virtual-digitali attraverso cui i dirigenti delle burocrazie, più o meno imbeccati da sindaci, da assessori o da consiglieri comunali, fanno finta di affidare lavori o incarichi oppure ancora di procedere all’assunzione attraverso improbabilissimi concorsi.

E sarebbe ugualmente molto meglio se l’articolo 353 del codice penale che dà contenuto e sanziona il reato di turbativa d’asta o turbata libertà degli incanti che dir si voglia, fosse abolito, almeno in questa provincia. Sarebbe un atto di coerenza e tutto sommato di serietà, perchè a quel punto ogni sindaco, ogni dirigente avrebbe le sue imprese di fiducia e le sceglierebbe senza star lì a sprecarsi le meningi nella defaticante attività di “aggiustamento” delle carte. Francamente è sconfortante, infatti, leggere tanti atti amministrativi in cui la legge diventa solamente un’asserzione vuota di contenuto e di significato.

Perchè tutto quello che è scritto in queste delibere, in queste determine, è esattamente il contrario di quello che poi succede nelle segrete stanze. A questa che purtroppo non è più valutabile come patologia, ma è divenuta fisiologia, regola consolidata, non sfugge un’altra fonte del diritto, trattata veramente in maniera beffarda, anzi, per meglio dire, spernacchiata e sbertucciata: stiamo parlando dei contratti che rappresentano l’ultimo stadio del procedimento di aggiudicazione di un servizio pubblico all’impresa privata, il più delle volte attraverso l’istituto della concessione.

Stasera affronteremo, o meglio, torneremo ad affrontare la vicenda del contratto stipulato tra il comune di Aversa e la Publiparking, la nota società che fa riferimento a Nino ed Elena Natale, nata come una filiazione della Publiservizi che a sua volta fu una rielaborazione della originaria Teleservizi, un’azienda nata anche grazie al sostegno societario che al tempo fu garantito dall’imprenditore Nicola Ferraro, divenuto poi consigliere regionale dell’Udeur di Mastella, prima di incappare in diversi guai giudiziari, che lo hanno costretto a subire lunghe residenze carcerarie, frutto di condanne per reati di camorra.

Beninteso, non è che gli altri contratti, firmati in comuni diversi da quello di Aversa che scaturiscono dall’assegnazione ad un’impresa di un servizio pubblico, siano in ordine. Se andassimo ad esaminare uno per uno gli atti convenzionali legati alle gare dei rifiuti, per i parcheggi, per la gestione esternalizzata dei tributi, ci accorgeremmo che nel 100% dei casi, i contratti sono scritti solo sulla carta, ma non vengono rispettati dall’impresa aggiudicataria.

Poi, se non nel 100% dei casi, quantomeno nel 90%, ciò rimane completamente indifferente all’altro contraente, cioè ai comuni, che tanto, tutto sommato, i soldi li mungono ai cittadini e non li prelevano certo dalle tasche copiosamente remunerate dei politici e dei burocrati che li popolano e che li dominano.

Ma noi ci stiamo concentrando su Aversa, abbiamo già dedicato un paio di articoli a questa vicenda, a nostro avviso, scandalosa, e stasera ci è sembrato giusto mettere nero su bianco, contratto alla mano, 95 pagine firmate dalla segretaria comunale Anna Di Ronza e, in rappresentanza della Publiparking, da quel Luigi Monti, di cui pure ci siamo occupati nei mesi scorsi, segnalando una significativa condanna in primo grado, subita dal tribunale di Napoli, manco a dirlo, proprio per un reato compiuto allo scopo di orientare una gara d’appalto (CLIKKA E LEGGI). Insomma, uno specialista del settore, un cultore della materia.

Così facendo, ci confronteremmo con un testo e vi diremo che, eccettuati i parcometri che d’altronde sono necessari perchè l’impresa incassi i soldi, nulla la Publiparking ha realizzato di quello che indiscutibilmente rappresentava oggetto di obbligatorio adempimento, per effetto di un contratto, il cui testo integrale pubblichiamo in calce e mettiamo a disposizione di tutti gli aversani che lo vorranno leggere.

Pagina 5, riga numero 13 che per facilitare la consultazione abbiamo anche sottolineato in rosso: “servizio navetta per gli utenti fiera settimanale via De Nicola con relativo collegamento con Piazza Trieste e Trento“. Questo intervento che era previsto, e lo sarebbe ancora, a carico della Publiparking, non è stato realizzato, nonostante che da diversi mesi l’azienda dei Natale incassi fior di quattrini dai parcheggi cittadini.

Sempre a pagina 5, stavolta riga 21, “la ditta dovrà inoltre provvedere alla completa automazione e videosorveglianza delle sei aree indicate nella tabella 1 mediante installazione di idoneo sistema automatico a barriera dotato di cassa automatica ovvero di altro sistema idoneo al raggiungimento di elevati standard qualitativi di servizio“.

Saranno anche elevati gli standard qualitativi del servizio, ma al momento sono solamente un proposito, fumo, promessa. Mentre da un punto di vista giuridico invece si configurano, senza se e senza ma, come una inadempienza contrattuale che il comune dovrebbe contestare, che dovrebbe significare in termini formali. E invece, non solo l’azienda non ha adempiuto, fino ad oggi, a questo obbligo contrattuale, ma il comune non ha prodotto nessun atto conseguenziale.

Passiamo a pagina 7. Prima riga: “provvedere al rifacimento della segnaletica orizzontale con una periodicità quadrimestrale, giusta l’allegata offerta tecnica presentata dalla ditta in sede di gara“.

Sapete cosa significa? Che la Publiparking si è aggiudicata la gara anche grazie all’offerta di questo servizio. Se oggi dunque incassa, ogni giorno, tanti soldi, ciò è determinato da quello che si è impegnata a realizzare nella sua offerta tecnica che ha trovato, poi, struttura di vincolo giuridico del contratto. E invece, nessuna segnaletica orizzontale è stata realizzata ad inizio esercizio e tra poco, passano anche i 4 mesi, senza che nulla accada.

Andiamo avanti. Sempre pagina 7, riga 11: “provvedere alla compiuta attuazione di tutte le proposte migliorative formulate nell’allegata offerta tecnica.

Per carità di patria non andiamo a scomodare il contenuto completo e letterale dell’offerta tecnica. Se lo facessimo, ci accorgeremmo che tutte o quasi tutte le proposte migliorative dell’azienda sono rimaste lettera morta.

Veniamo ai soldi che la Publiparking deve o dovrebbe, almeno sulla carta, corrispondere al comune di Aversa, così narra ancora a pagina 7, l’articolo 5 relativo ai corrispettivi: “Giusta offerta economica presentata in sede di gara, la ditta affidataria dovrà versare al comune il corrispettivo annuo derivante dall’applicazione della percentuale del 30% sugli incassi lordi, oltre iva se dovuta, con un minimo annuo di 500 mila euro, frazionabile per mese in caso di avio ad anno inziato, a prescindere dall’ammontare degli incassi lordi maturati. In caso di avvio a mese già iniziato il canone sarà proporzionai ai giorni di esercizio. Il corrispettivo dovuto dovrà essere versato in 4 rate posticipate da eseguirsi entro 10 giorni dalla conclusione del trimestre di riferimento. Attestazione dell’avvenuto versamento dovrà essere trasmessa all’Area Vigilanza ai fini del controllo del caso“.

L’esercizio del servizio da parte di Publiparking è iniziato ad agosto, nei primi giorni del mese. Il trimestre dunque è quello di agosto, settembre ed ottobre. 10 giorni dal 31 ottobre, significa 10 novembre. Ma diciamo pure che il servizio non è iniziato il primo agosto bensì il 3. Il termine scorrerebbe al 13 novembre. Mettiamo poi il caso, perchè siamo buoni, che i parcheggi non stiamo rendendo a Publiparking e che dunque vada applicata la cifra minima contrattuale, cioè 500mila euro all’anno.

500mila diviso 4 fa 125mila euro. Noi riteniamo che sia di più ma lavoriamo sul minimo garantito contrattualmente. Domanda al sindaco Alfonso Golia, alla segretaria comunale Anna Di Ronza e al dirigente artefice di questa gara, cioè il comandante dei vigili Stefano Guarino: il 10 novembre o al massimo il 13 novembre, Publiparking ha provveduto a versare almeno la somma di 125mila euro, commisurata a quello che è il minimo garantito al comune di Aversa dal contratto? 

A quanto ci risulta, no. Però magari ci possiamo sbagliare, per cui invitiamo l’amministrazione comunale a darci eventualmente l’informazione che smentisca questa idea che ci siamo fatti.

Finita la storia? No. Per noi non finirà mai. E il mai è necessario perchè non ci occuperemmo più di vicende del genere solo quando due signori, come accade in qualsiasi posto appena civile, si sedessero, anche da noi, dietro a un tavolino, firmassero un contratto e poi lo rispettassero attraverso il suo integrale adempimento. O, al limite, nel caso in cui, uno dei contraenti non fosse più in grado di adempiere, chiedesse di recedere con le modalità e nei termini stabiliti dalla legge.

Siccome non accadrà perchè purtroppo chi avrebbe il dovere di controllare queste cose non lo fa e dunque il fenomeno si consolida e si allarga nella consapevolezza di una impunità di fatto che si trasforma quasi in un aberrante “diritto materiale”, allora è giusto che noi diciamo che non ci fermeremo mai, perchè mai finirà questo andazzo ad Aversa e in provincia di Caserta.

Che poi, se ci fate caso, sono sempre le stesse imprese, sono sempre gli stessi metodi. Ma questa è un’altra storia che riguarda lo scollamento totale che esiste tra gli organismi territoriali di quella che dovrebbe essere una quota parte dello stato di diritto e che afferma, invece, in maniera sempre più sfrontata e pervicace, lo stato del non diritto.

CLIKKA QUI PER LEGGERE IL CONTRATTO INTEGRALE