CASERTA In piena emergenza Covid no vax “raccomandato” fa il tour degli ospedali della regione sulle ambulanze del 118

29 Dicembre 2021 - 19:17

Il Servizio sanitario di emergenza e urgenza utilizzato a proprio piacimento grazie “alle amicizie” nella Centrale operativa. E così un non vaccinato, positivo al Coronavirus, si fa trasportare in lungo e in largo per ottenere un ricovero garantito

 

 

CASERTA Ambulanze e operatori sanitari, si sa, sono a disposizione di tutti i cittadini che hanno bisogno di assistenza e che, quindi, ne richiedano l’intervento. A Caserta non funziona esattamente così: nella nostra città e nella nostra provincia c’è chi, grazie al ruolo apicale che ricopre, fa in modo che mezzi e lavoratori del 118 (servizio di cui è responsabile a Caserta il dottor Roberto Mannella) vengano utilizzati per assistere in modo esclusivo un parente, un collega, un amico. Un paziente raccomandato insomma.

Accade così che, in queste ore in cui i contagi da Covid raddoppiano giorno dopo giorno, che le farmacie, i laboratori privati e gli stand dell’Asl allestiti per i tamponi molecolari e che vengono presi letteralmente d’assalto da chi sospetta di essere stato contagiato avendo avuto rapporti con persone già risultate positive, c’è chi ne approfitta e, facendo una telefonatina all’amico del Servizio sanitario di emergenza e urgenza, fa arrivare un’ambulanza presso il proprio domicilio.

E’ accaduto stamattina e ve lo raccontiamo: lui, il raccomandato, no vax come tutta la sua famiglia, sa già di avere il Covid (l’Usca si è già recata in mattinata presso il domicilio dell’uomo) e, ovviamente, è preoccupato (anche se saturava 96-97 in area ambiente e, quindi, stava bene). Attivata l’ambulanza del 118, questa dalla zona di Caserta arriva a Succivo intorno alle 11 di stamattina ma, pur sapendo che l’ambulanza e gli operatori del 118 si stanno recando da lui, “l’amico del capo” pensa bene insieme alla moglie, anche lei no vax, anche lei positiva così come tutti gli altri membri della famiglia, di mettersi in macchina (violando, quindi, la quarantena) mettendo nel cofano dell’auto due bombole di ossigeno (immaginate un tamponamento…) e di recarsi presso il Pronto soccorso di Maddaloni, pretendendo che la centrale operativa del 118 lo andasse a prendere a Maddaloni e lo portasse al Pronto soccorso di Caserta (chissà con chi aveva preso accordi….).

Purtroppo per lui a Caserta gli hanno opposto un secco no, mentre grazie all’amico del 118 si liberava un posto a Scafati. Quindi, l’ambulanza che alle 11 di stamattina era a Succivo ha ricevuto ordine dalla Centrale operativa di andare a prendere il paziente fuori al Pronto soccorso di Maddaloni. Da Succivo, quindi, l’ambulanza è andata a Maddaloni, ha caricato il positivo raccomandato e lo ha trasportato a Scafati. In tutto ciò da Scafati hanno anche chiesto la biocontenitiva e, quindi, si è dovuta muovere un’ambulanza di Caiazzo, andare ad Aversa, prendere la biocontenitiva e dopo portarla a Curti. Dopo le 2, l’ambulanza è ripartita da Curti e si è recata a Scafati e solo nel tardo pomeriggio il mezzo di soccorso sanitario si è “liberato” del paziente raccomandato ed è stato possibile utilizzarlo per altre, magari vere emergenze.

Commenti? Meglio non farli. Una Centrale operativa del 118 a disposizione di un unico paziente, positivo sì, ma certo non grave, visto il livello di saturazione. Mezzi sanitari pubblici utilizzati a proprio piacimento mentre dovrebbero essere a disposizione della comunità, di coloro che certamente stanno peggio del paziente raccomandato di Succivo. Per non parlare degli operatori sanitari, veri schiavi alla mercè della Centrale operativa che esegue gli ordini dei capi. Un 118 che non viene utilizzato per l’emergenza-urgenza, ma per fare favori agli amici. Vergognoso.