Estorsioni dei Quaqquaroni al noto imprenditore Biffone: non c’è la prova che si tratti di Francesco Biffone dei supermercati. I pacchi dono ai detenuti e…

28 Aprile 2022 - 19:37

MARCIANISE – (g.g.) Non si può contestare l’esistenza del grave indizio di colpevolezza alla solita coppia di estorsori dei Quaqquaroni Gaetano Monica e Francesco Piccolo quest’ultimo per altro morto in carcere per una letale pancreatite su una presunta estorsione consumata nei confronti del noto imprenditore Francesco Biffone, socio di riferimento della Bitar srl, proprietaria di supermercati  nell’area di Viale Carlo III. Non si può perchè i pm della Dda ha posto all’attenzione del Gip una intercettazione molto breve in cui Monica dice al suo complice Francesco Piccolo: “Biffone doveva darmi 15oo euro, ma me ne ha date 1200”. In pratica Gaetano Monica non pronuncia il nome di battesimo. La Dda individua in Francesco Biffone la vittima di questa estorsione associando alla sua richiesta di applicazione di misure cautelari i verbali degli interrogatori del collaboratore di giustizia Primo Letizia il quale aveva dichiarato che Francesco Biffone e dunque la Bitar erano stati per molti anni un target delle estorsioni del clan dei Quaqquaroni, precisamente sin dai tempi in cui questo era governato da Oreste Piccolo e Andrea Letizia. Ma secondo il giudice delle indagini preliminari questo non è sufficiente per acquisire una ragionevole certezza che il Biffone di cui parla Monica sia proprio Francesco Biffone. Stavolta, dunque, la cosiddetta deduzione logica non basta. In conclusione, va rimarcato che Francesco Biffone, ascoltato dai pubblici ministeri ha negato che in 50 anni di attività lui abbia pagato il pizzo ad un qualsiasi clan di camorra. Al contrario, si sarebbe limitato a regalare dei pacchi dono del valore di 10 massimo 20 euro a quelli che definisce “i ragazzi” anche allo scopo di donarli ai detenuti.