L’APPALTO COVID. De Luca vara la “mascherina del chiattillo”: in CAMPANIA potrebbero essere griffate ALCOTT

6 Settembre 2022 - 14:08

La Capri srl, società madre di Alcott e Gutteridge, è in lizza per il rifornimento di mascherine FFP3 da consegnare alla regione Campania. Arrivata seconda in graduatoria, diventerebbe fornitrice solo a determinate condizioni

CASERTA – Il covid ha rallentato la sua corsa rispetto ai mesi scorsi, grazie alla proliferazione dei vaccini, che hanno chiaramente reso un virus estremamente contagioso meno pericoloso per chi lo contrae e anche perché tante persone hanno contratto il coronavirus e quindi hanno ricevuto quell’immunità figlia del contagio la quale, inevitabilmente, ha dato maggiore forza al sistema immunitario.

Possiamo dire che il covid fa meno paura, ma in alcune attività l’allerta deve restare, in considerazione del fatto che una pandemia si combatte con l’attenzione, con la prevenzione del contagio e non solo attraverso le cure mediche.

Chiaramente, sono le strutture sanitarie, gli ospedali, le cliniche a dover combattere contro il rischio del virus che, sui pazienti più fragili, può ancora portare a conseguenze nefaste.

E per prevenire il contagio, si sa, le mascherine sono uno strumento indispensabile quando si lavora, soprattutto con persone in difficoltà e non è possibile né il distanziamento, né il ricircolo dell’aria.

Proprio sulla questione delle mascherine, la Soresa, il centro di acquisti sanitari della regione Campania, ha indetto una procedura di gara dal valore complessivo superiore ai 30 milioni di euro per la fornitura di mascherine chirurgiche, FFP2 e FFP3 da destinare alle aziende sanitarie campane e della regione Puglia, che si è unità a palazzo Santa Lucia nella ricerca delle protezioni individuali.

Si tratta di un accordo quadro di sei mesi, rinnovabile per altri sei. Per la regione Campania è stata prevista una spesa annuale (6+6 mesi) di 22 milioni e 700 mila euro così suddivisi: 20 milioni di mascherine chirurgiche dal valore di 8 milioni di euro, 12 milioni di mascherine FFP2 da 7 milioni e duecento mila euro e 5 milioni di FFP3 che come importo sarebbero dovute costare 7 milioni e mezzo di euro.

A quanto pare, però, alla fine della procedura, le casse regionali dovranno veder uscire molto meno denaro rispetto a quanto previsto dalla base d’asta di gara.

Gli acquisti campani di mascherine presenti nell’accordo quadro della Soresa sono stati suddivisi in 3 porzioni, tre lotti, che sono stati affidati a tre ditte differenti. Per le 10 milioni di chirurgiche è arrivata prima in graduatoria la TAU MEDICA, società di Terni che, rispetto ad una base d’asta da 4 milioni per sei mesi ha offerto un prezzo di 180 mila euro, quindi enormemente più basso rispetto a quanto previsto da Soresa. A seguire, ci sono le FFP2, acquistate dall’azienda GDA, azienda leccese che ha presentato un offerta da 516 mila euro. Per le FFP3, invece, si chiude l’accordo con la CLEAN ENERGY, con un offerta di 0,196 centesimi a mascherina.

Al secondo posto per le FFP3 troviamo la Capri srl, che per qualcuno non dirà molto, ma si tratta della società proprietaria di due marchi storici del fashion e del fast fashion della nostra terra: ALCOTT e Gutteridge.

Nel titolo abbiamo paventato quindi la possibilità che le mascherine si possano acquistare dalla Capri, ovvero la mamma di Alcott e Gutteridge, ma questo accadrà solo se la Clean Energy, arrivata prima in graduatoria nel lotto III, non dovesse inviare qui in Campania il quantitativo previsto di mascherine FFP3.

Venendo a Caserta, l’azienda sanitaria della nostra provincia ha preso atto della convenzione, aderendo all’accordo quadro stipulato dalla Soresa. Da qui, ovvero da questi lotti, arriveranno le mascherine che saranno utilizzate nelle strutture sanitarie dell’ASL.

Da via Unità Italiana è stato esaminato il fabbisogno necessario di questi dispositivi di protezione ed è stato decisoche la spesa per l’acquisto di mascherine sarà di 58 mila e 700 euro.