LA RICOSTRUZIONE. Il lavoro che ha condotto allo scioglimento per camorra del Comune di Sparanise è andato di pari passo con quello di CasertaCe. L’interdittiva alla famiglia Vitale, i rapporti con la politica e i Palladino del calcestruzzo
16 Dicembre 2022 - 22:10
Va a casa da oggi il sindaco più zanniniano tra gli zanniniani. Le cene nel ristorante dell’imprenditore di Villa di Briano, trapiantato in loco, i concorsi per le assunzioni al Comune, le convenzioni con le altre amministrazioni zanniniane. Dalle indagini amministrative della Commissione d’accesso viene fuori un quadro autenticamente inquietante.
SPARANISE (gianluigi guarino) Come spesso capita a questo giornale, ci siamo portati avanti, molto avanti nel lavoro. Per cui, oggi non abbiamo grande necessità di ragionare intorno, di approfondire i motivi per cui il Consiglio dei ministri, com’era largamente prevedibile, ha sancito lo scioglimento del consiglio comunale e di tutti gli organismi amministrativi del Comune di Sparanise.
Peraltro, i tanti anni trascorsi in questa autentica trincea dell’illegalità, quale senz’altro è divenuta la provincia di Caserta, ci tengono i nervi a posto di fronte a notizie come questa che, altrimenti, stimolerebbero umanamente comprensibile reazione in risposta a tutti i volgari attacchi che questo giornale ha ricevuto dal sindaco, pardon, dall’ex sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, il più zanniniano tra gli zanniniani, e dalla sua giunta comunale la quale, come è diventato usuale, ha impegnato soldi dei cittadini per attivare un’azione giudiziaria, puramente intimidatoria, nei confronti miei e del giornale che io dirigo.
Proprio dall’alto di questa esperienza maturata negli anni, sappiamo bene che mettersi lì a confezionare invettive, dialettica di rivalsa, rappresenta una oziosissima perdita di tempo. D’altronde, carta canta e gli articoli di CasertaCe, pubblicati sulle cose riguardanti il Comune di Sparanise, dal 10 dicembre 2021 in poi sono tutti disponibili nel nostro archivio e, inoltre, facilmente reperibili utilizzando un qualsiasi motore di ricerca esterno.
Se ci si limita a leggere solo le agenzie che danno la notizia dello scioglimento, si comprende che questo gravissimo provvedimento amministrativo sia solamente il frutto di ciò che è successo all’alba del già citato 10 dicembre 2021, quando il sindaco di Sparanise Salvatore Martiello, unitamente a funzionari del suo Comune, subì una pesante perquisizione, finendo nel registro degli indagati con un’altra ventina di persone nell’ambito di un’indagine, da noi seguita passo passo e in parte, perché no, pure da noi propiziata con la quale la Dda, insieme alla prima sezione della Squadra mobile della Questura di Caserta, lavorava al tempo e sta ancora oggi lavorando per ricostruire i fili dell’insano rapporto tra enti locali, soprattutto Comuni, e il mondo delle cooperative erogatrici dei servizi sociali, molte delle quali sono state e forse sono ancora sotto il controllo della camorra e del clan dei Casalesi, in particolare.
In realtà, non è proprio così. Non è dubitabile che lo scioglimento ha la sua struttura fondativa in quella vicenda giudiziaria da noi, ripetiamo, raccontata con decine e decine di articoli nei quali abbiamo spiegato e commentato, riga per riga, due importantissime informative di polizia giudiziaria, frutto del magnifico lavoro svolto dagli ispettivi della Squadra mobile di Caserta. Ma non è solo questo. D’altronde, quelle perquisizioni riguardarono anche altri Comuni, altri amministratori, ad esempio, tra gli indagati fu inserito anche il nome dell’allora assessore ai Servizi sociali del Comune capoluogo Maria Giovanna Sparago. Altri uffici di municipalità della provincia di Napoli furono perquisiti. Insomma, il fatto dell’indagine sul sindaco Martiello, pur essendo un elemento di solida sostanza nell’ambito di un procedimento amministrativo, qual è e quale resta quello che può portare ad uno scioglimento degli organismi elettivi in carica a causa di infiltrazioni malavitose, non sarebbe stato di per sé sufficiente.
E d’altronde, chi ha seguito passo passo la narrazione di CasertaCe nel corso si quest’ultimo anno, sa bene che noi abbiamo sdoganato dall’anonimato o dal semi anonimato personaggi da sempre un po’ chiacchierati: a partire da quell’Albino Vitale, imprenditore di Villa di Briano, poi trapiantato a Sparanise con un percorso, per mera coincidenza fino a prova contraria, speculare a quello compiuto dalla famiglia Papa, egemone nella gestione degli affari di camorra in questo centro dell’agro caleno. Di Vitale abbiamo parlato soprattutto in occasione delle cene molto laute svoltesi nei ristoranti di famiglia alla presenza del gotha della politica locale e qualche volta anche alla presenza del consigliere regionale Giovanni Zannini, autentico “nume tutelare” di Salvatore Martiello in quel di Sparanise e di Giorgio Magliocca nel Comune confinante di Pignataro Maggiore, gemellatosi, in pratica, col primo nel momento in cui questo patto di ferro è partito con l’assunzione a tempo indeterminato di Magliocca al Comune di Sparanise in una funzione professionale di categoria D e che ha dispiegato le sue conseguenze soprattutto in occasione delle elezioni provinciali di un anno fa, soprattutto nelle nomine negli enti di sottogoverno, Gisec in primis, dove la presidenza, inizialmente destinata a Salvatore Martiello, fu attribuita, proprio a causa dell’inchiesta giudiziaria, a Vincenzo Caterino, sindaco di San Cipriano d’Aversa, ugualmente iper zanniniano e ugualmente gemellato con il Comune di Sparanise, come dimostra ampiamente la convenzione stipulata in modo che San Cipriano fosse in grado di utilizzare le graduatorie degli scandalosissimi concorsi, di cui pure abbiamo scritto a iosa, banditi dal Comune caleno e che hanno premiato addirittura una consigliera comunale in carica, che aveva portato 400 voti al mulino di Martiello e, presumibilmente, a quello di Zannini e che, incredibile ma vero, si è dimessa da consigliera solo un minuto dopo aver apposto la sua firma sotto al contratto di assunzione a tempo indeterminato in un ufficio del Comune di Sparanise.
Il presagio dello scioglimento è arrivato nei giorni scorsi, quando è saltata fuori la notizia su un provvedimento interdittivo, prodotto dalla Prefettura di Caserta, era stato emesso proprio nei confronti delle società della famiglia Vitale che, com’è nel suo pieno diritto, avrebbe già presentato ricorso al Tar affinché questo provvedimento interdittivo antimafia venga revocato. Se a questo quadro aggiungiamo un’altra notizia che i lettori di Casertace pure conoscono benissimo, e cioè che il figlio di Albino Vitale, è socio del vicesindaco di Sparanise, Vitaliano Ferrara, nella Fv srl, si comprede bene che le perquisizioni del 10 dicembre 2021 abbiano costituito solo il punto di partenza del procedimento amministrativo che ha portato oggi allo scioglimento. Il rapporto societario tra i Vitale e Vitaliano Ferrara è stato sempre considerato un fatto normale, tranquillo, trasparente e scevro da fischi da Giovanni Zannini che in Vitaliano Ferrara, prim’ancora che in Salvatore Martiello, ha il suo punto di riferimento, ha il suo vero uomo di fiducia, tanto di fiducia da averlo da anni gratificato con significativi e ben remunerati posti negli organismi di gestione e di indirizzo politico del Consorzio idrico di Terra di Lavoro.
Lo scioglimento dell’amministrazione e del consiglio comunale di Sparanise, viaggia di pari passo con l’opera di disvelamento realizzata da Casertace. Perché sicuramente non è sfuggito alla valutazione della Commissione d’accesso, che ha lavorato per mesi nelle stanze del Comune, la relazione solida che ha legato negli anni l’amministrazione appena sciolta a la nota famiglia Palladino, capitanata da Nicola Palladino imprenditore attivo nel settore del calcestruzzo, coinvolto in inchieste di camorra e oggetto di provvedimenti restrittivi, soprattutto, di sequestri cautelari, finalizzati alla confisca.
Quella dei Palladino non è stata solo una vicinanza politica all’Amministrazione, ma è stata anche una partecipazione diretta o quasi, visto che Nello Palladino, figlio di Nicola, è il marito dell’ormai ex assessore Mirella.Spinosa Questa è la struttura, sicuramente più articolata rispetto al racconto molto semplificato che emerge in queste ore, su cui si è sviluppata l’attività ispettiva della Commissione d’accesso.
Inutile dire che continueremo a raccontare la Sparanise che non certo per capriccio abbiamo fatto diventare un nostro target privilegiato, a partire da quel fatidico 10 dicembre 2021.