VIDEO E FOTO. CASERTA. Centro sportivo balneare in via San Carlo. Il Tar annulla la concessione, ma le ruspe restano in funzione
27 Ottobre 2023 - 12:41
In calce all’articolo la sentenza emessa dal Tribunale amministrativo regionale. Il filmato e le immagini dimostrano che i lavori proseguono, anche di notte, alla faccia della decisione dei magistrati.
CASERTA. “Il Tribunale amministrativo regionale della Campania (Sezione Ottava), definitivamente pronunciando sul ricorso e sui motivi aggiunti, come in epigrafe proposti, li accoglie e, per l’effetto, annulla il permesso di costruire n. 24/2018. Condanna il Comune di Caserta e i controinteressati al pagamento in solido delle spese del giudizio in favore dell’avvocato di parte ricorrente…”.
E’ questo, in sintesi, quanto stabilito dalla giustizia amministrativa che, accogliendo il ricorso presentato dal condominio “Via Colombo”, rappresentato dall’avvocato Luigi Adinolfi, ha letteralmente stracciato la concessione comunale per la realizzazione, in via San Carlo n.100, di un centro sportivo balneare, i cui lavori sono in corso già da qualche mese.
Il permesso a costruire è stato concesso, nel 2018, ad Alfonso Borrata e Annalisa Romanucci
Ora, voi direte: a questo punto i lavori si sono interrotti. Ebbene, la stranezza sta proprio in questo, perché gli operai continuano a lavorare e lo dimostrano il video e le immagini che pubblichiamo in calce a questo articolo, unitamente alla sentenza del Tar.
Noi ci chiediamo: in assenza di un titolo (la concessione 24/2018 annullata), com’è possibile che ancora si scavi e si lavori alla realizzazione del centro balneare con annesso ristorante, bar e chi più ne ha, più ne metta? Chi deve controllare?
Eppure il Tar è stato chiaro: la concessione edilizia è annullata! Cosa fanno i vigili urbani del capoluogo? Tutti si sono accorti che al numero 100 di via San Carlo le ruspe sono ancora in azione, favorite anche dal calar della sera, tranne gli uomini e le donne del comandante Luigi De Simone? Beh, facessero rispettare quanto sancito dalla magistratura alla quale, ricordiamo, ci si potrà sempre appellare in sede di Consiglio di Stato. Ma, fino a quel momento, si fermino le ruspe.
Qui sotto la sentenza del Tar