Il sindaco Lucio Santarpia contumace, ma il suo conflitto di interessi con la finanziaria del fratello Gaetano è grande come una casa
22 Novembre 2023 - 13:50
La Corte di Appello, in un paese che premia la furbizia, ha rimandato indietro l’ordinanza con cui il giudice di primo grado aveva sancito che i due germani non potessero essere contemporaneamente sindaco di Frignano e amministratore unico della Getet. A nostro avviso, si tratta dell’ennesimo caso gravissimo di utilizzo improprio di istituzioni previste e riconosciute dalla Costituzione Italiana
FRIGNANO (Gianluigi Guarino) – Al limite, per comodità, qualora arrivasse alla conclusione naturale della consiliatura, i due fratelli Santarpia potrebbero anche scambiarsi il ruolo: Lucio, da sindaco ad amministratore unico della Getet Spa, Gaetano, dal timone di Getet a quello della città di Frignano.
Lo potrebbero fare in quanto significherebbe che, essendo arrivati fino al 2026 indenni, nel diritto italiano sarebbe stata codificata una riforma dell’istituto dell’incompatibilità.
A pensarci bene una rivoluzione, più che una riforma, perché si potrebbe essere sindaci ed avere il proprio fratello comandante in capo della società che esercita le funzioni di Tesoreria ad un Comune che a quel punto potrebbe essere ospitato anche nella cucina familiare.
La storia di Lucio e Gaetano Santarpia è una delle tante che connota il tratto di una terra in cui chi vuole violare la legge lo fa tranquillamente e si sente incoraggiato a farlo da una magistratura che ormai sembra aver alzato bandiera bianca, così come capitò ai triestini al cospetto delle truppe austriache.
Lucio Santarpia è diventato sindaco di Frignano nel 2021. A dirla tutta, già all’inizio della campagna elettorale, sarebbe stato opportuno che suo fratello Gaetano si fosse messo da parte, ma figuriamoci se in una terra in cui si avverte la disponibilità e l’agibilità alla violazione o all’elusione delle norme vigenti, se questi qua si pongono il problema etico-morale dell’opportunità.
Il piano familiare era stato, evidentemente predisposti, dato che i Santarpia tutto sono fuorché fessi
Dunque, Lucio sapeva che un minuto dopo la proclamazione lui sarebbe stato sindaco in interfaccia con suo fratello, erogatore del servizio di tesoreria.
Lo sapeva, e ha ritenuto che esistessero le condizioni per tenere la norma in un cantuccio, anestetizzata, neutralizzata, sapendo bene che paese sia l’Italia e soprattutto che provincia sia questa.
Possiamo dire, oggi, 22 novembre 2023, che Lucio e Gaetano Santarpia avessero calcolato male la dimensione di applicabilità del loro piano, del loro disegno illegale?
No, avevano calcolato bene, perché sono trascorsi due anni e mezzo e Lucio S. è sindaco di Frignano, mentre Gaetano Santarpia resta amministratore unico della Getet Spa, che per essere una società per azioni con 10 milioni di euro di capitale sociale è già una cosa anomala, visto e considerato che un amministratore unico è qualcosa che appartiene alle dinamiche organizzative della società di persona e di quelle società di capitale più rudimentali, di piccola struttura, come solo le Srl e ancor di più le Srl semplificate.
Ciò per dire che l’impronta dei Santarpia in questa società è profondissima, al di là della forma, della struttura azionaria che certo non sviluppa una distribuzione delle potestà interne che potrebbero essere, ma proprio per fare gli avvocati di un diavolo impresentabile, una forma di giustificazione, seppur segna di chi si arrampica sugli specchi.
Dunque, non un Cda, non al limite un presidente e un amministratore delegato, ma un amministratore unico che comanda e comanda tutto.
Questa incompatibilità è talmente palmare che un giudice del Tribunale di Aversa-Napoli Nord ha emesso, poco meno di un anno fa, precisamente in 1 dicembre 2022, un’ordinanza con la quale ha accertato e dichiarato la incompatibilità di Santarpia Lucio a ricoprire la carica di sindaco del Comune di Frignanoin quanto parente di secondo grado di Gaetano Santarpia, legale rappresentante della Getet”.
Piccola postilla. Nel Codice Civile secondo grado significa fratelli o sorelle, visto che il primo grado codifica la relazione tra genitori e figli.
Questa ordinanza sembrerebbe esprimere un contenuto importantissimo. Ma, incredibilmente, ce n’è uno ulteriore che, a nostro avviso, è finanche più importante.
Il giudice estensore Francesca Sequino dichiara la contumacia di Sajtarpia Lucio e del Comune di Frignano in persona del legale rappresentante.
Occorre l’alfabeto casertano e dell’agro averssano in particolare per trovare un senso a tutto ciò.
Non vi permettere di chiamare uno svizzero o un bolzanino, perché leggendo questa cosa penserebbero ad un atto falsificato oppure scapperebbero immediatamente con un’astronave. Ma da noi capita che lo Stato, la Repubblica Italiana, rappresentata, anzi incarnata da un sindaco al quale non a caso viene consegnata una fascia tricolore e da un Comune come ente formato e riconosciuto dalla Costituzione, se ne freghino di un atro pezzo della Repubblica Italiana, ossia di un giudice rappresentante del potere giudiziario e lo disconoscano, lo delegittimino, rendendosi addirittura contumaci.
A nostro avviso, e accettiamo in proposito un contraddittorio con chiunque volesse dibatterne, questo è un atto eversivo.
Ma figuriamoci, con la Prefettura che noi ci ritroviamo, lasciamo perdere.
Ma non finisce qui. Come se si trattasse dell’ultimo dei furbastri, di quelli che hanno accumulato nella propria vita debiti con l’erario, con lo Stato, e che zompettano di qua e di là cambiando la propria residenza per evitare di farsi notificare un atto, il sindaco, ripetiamo, la fascia tricolore Lucio Santarpia, non ha consentito a quella Repubblica Italiana, rappresentata e incarnata da un ufficiale giudiziario che se si chiama ufficiale ci sarà anche un perché, di notificargli l’atto di citazione in giudizio presentato da alcuni esponenti della minoranza, che ha ricevuto piena ragione dal giudice attraverso l’ordinanza appena citata.
Il giudice del Tribunale di Aversa-Napoli Nord deve aver capito con chi aveva a che fare e probabilmente, con un atto di qualità caratteriale, ha dichiarato il sindaco contumace, e ha prodotto un’ordinanza dichiarando il sindaco incompatibile.
Ma allora, ci si chiede, perché il primo cittadino non si è fatto trovare neanche al Comune, perché non si è fatto trovare nella casa di Frignano in cui risulta formalmente domiciliato, perché l’ufficiale giudiziario non è riuscito a notificargli l’atto neppure nella sua residenza ufficiale di Venafro, peraltro un rudere inabitabile come dimostrato dalla foto che pubblichiamo in calce all’articolo?
Se non serviva a evitare l’ordinanza del giudice di primo grado, perché Lucio Santarpia si è comportato come l’ultimo braciolaro che tenta di evitare la notifica di una cartella esattoriale, atto che peraltro questa famiglia dovrebbe ben conoscere, dato che esattori sono stati per decenni i Santarpia, prima di entrare nel rutilante e complesso mondo delle finanziarie?
C’è un perché e risiede nell’ordinamento vigente che sconfessa e mortifica l’atto moralmente e logicamente doveroso compiuto dal giudice di Aversa. Ne momento in cui Santarpia scappava riteneva che ciò fosse sufficiente a che la giudice Sequino rinviasse continuamente la sua decisione come, in punto di diritto, di un diritto che premia i furbi e non l’applicazione delle leggi, avrebbe dovuto fare.
Ed infatti, puntualmente, il Santarpia ricomparso dalla sua contumacia, dopo non essersi costituito, dopo non aver fatto costituire il Comune, fa presentare a due dei suoi consiglieri di maggioranza, Giuseppe Seguino (con la G e non con la Q come il giudice) vicesindaco e zanniniano di ferro, e Luigi Tessirore, il ricorso in Corte di Appello.
E siccome la Corte di Appello è un psoto in cui la passione, la visione della realtà delle cose è totalmente assente, ropraffatta da una visione burocraticista del diritto, di un diritto in cui la forma supera, anzi azzerra la sostanza, ha annullato l’ordinanza di primo grado in quanto ha considerato nulle quelle notificazioni che il giudice di prime cure aveva in sostanza validato attraverso la dichiarazione di contumacia e di irreperibilità di Lucio Santarpia.
Per cui, a dirla tutta, se questo qua ricomincia a scappare c’è un giudice alla Corte di Appello che realmente consente, attraverso un’ingiustizia fattuale, di far prevalere la furbizia di un rappresentante dello Stato, consentendogli di arrivare, al limite, alla conclusione della consiliatura, dando un senso a ciò che abbiamo scritto all’inizio dell’articolo, che dunque non diviene una forma retorica di ironia, di sarcasmo e di satira, ma una realtà che si tocca con mano.
Ma poi un sindaco che non si fa notificare gli atti, cosa significa?
Che lui ammette implicitamente di essere incompatibile, ma fa leva su un diritto stolto, bolso, che al posto della giustizia produce ingiustizia. Ecco perché questo paese e questa provincia fanno schifo.
Perché il non diritto finisce per sopraffare ogni volta il diritto. I consiglieri di opposizione e tutti quelli che, senza avere nulla di personale nei confronti di Lucio Santarpia e di suo fratello, ritengono che uno Stato di Diritto debba essere affermato e difeso sono costretti, per difendere lo stesso, ad andarsi a incatenare sotto la Prefettura o sotto la Corte d’Appello di Napoli.
Insomma, un paese al contrario.
Pasquale Menditto, di professione dottore commercialista, studio lussuoso al centro di Caserta, in corso Giannone, componente e addirittura presidente di una sezione della Commissione Tributaria regionale, che ha realmente potere di vita e di morte sui destini di migliaia di persone e società colpiti da atti esecutivi spediti dalla Agenzia delle Entrate, è il presidente del Collegio Sindacale della Getet Spa dei Santarpia, che i Santarpia gestiscono in una sorta di holding con il Comune di Frignano.
Embé, potrebbe chiedere qualcuno. Premesso che una società che presta soldi può diventare giustamente anche attore di procedura di recupero crediti in grado di far intervenire, a un certo punto, anche l’Agenzia delle Entrate ed eventualmente, prima la Commissione Tributaria provinciale e successivamente quella regionale, ma diciamo che questo lo vogliamo derubricare anche noi di Casertace.
Pasquale Menditto deve aver costruito la stima e la considerazione che per lui nutrono i Santarpia quando, un po’ di anni fa, è stato nominato amministratore giudiziario delle società di esattoria sequestrate, in quanto dichiarate a quel tempo legate alla camorra, dentro alle procedure del processo Spartacus.
Qui è del tutto evidente che Pasquale Menditto comprese di aver a che fare con degli innocenti, con delle vittime del clan dei Casalesi, con persone perbene, con dei galantuomini.
Al punto da creare una empatia con loro e di accettare la proposta di essere lui garante, ovviamente retribuito così come è giusto, del buon e lineare andamento della finanziaria di cui sopra.
Insomma, Pasquale Menditto, un emblema a nostro avviso delle tante cose che si muovono dentro, fuori e attorno alle liste certificate degli amministratori giudiziari di questo territorio, diviene una sorta di marchio Doc.
Per cui ci siamo sicuramente sbagliati noi in questo articolo, perché se un professionista della levatura etica e morale di Menditto, tanto etico e morale da presiedere una sezione della Commissione Tributaria regionale composta anche da giudici in servizio e in pensione, vuol dire che questo giornale si è fatto di nuovo sopraffare dal nervosismo e dall’indignazione populista è ha preso fischi per fiaschi.
Ma voi pensate seriamente che con uno come Pasquale Menditto, presidente del collegio dei sindaci della Getet Spa, potesse avallare, come sta avallando, la coabitazione tra i fratelli Lucio e Gaetano Santarpia, il primo sindaco e il secondo tesoriere controllato proprio da Menditto, se questa cosa non fosse stata adamantinamente legale?
Sapete cosa dobbiamo fare noi e la giudice Francesca Sequino di Aversa?
Raccogliere baracca e burattini e cambiare mestiere.