ZANNINI, SANTANGELO, DE FILIPPO e la lista taxi. Dopo le tante sciocchezze lette, vi spieghiamo come funziona. Firmato Antoine
23 Novembre 2023 - 20:59
L’ultima cosa che volevamo fare, e ci dovete credere, perché non lo diciamo tanto per dire, era scrivere questo articolo. Ma al decimo messaggino whatsapp, in cui ci venivano segnalati questi prodigiosi spostamenti, per ora e per sempre e, dunque, l’attribuzione al mondragonese di una forza che gli avrebbe consentito di diventare forse il prossimo presidente della Repubblica, abbiamo deciso di intervenire. Però, siccome questi articoli sono per noi un enorme scartavetramento degli zebedei, quantomeno, concedeteci un po’ di goliardia. In calce all’articolo ripubblichiamo la lista di Zannini
CASERTA (Gianluigi Guarino) – Ci sono almeno 3 o 4 nomi, nella lista di Giovanni Zannini, la quale, essendo tale, non esprime alcuna rilevanza di tipo realmente politico nella sua denominazione ufficiale, che non sono riconducibili all’ortodossia delle posizioni goderecce ed iper pragmatiche del consigliere regionale.
Ed è forse per questo motivo che abbiamo incrociato, negli ultimi giorni, diversi articoli che hanno esposto concetti che, in qualsiasi altro posto del mondo, avrebbero una lineare, ortodossa fondatezza, strutturandosi addirittura con una relazione di ovvietà. Ad esempio, se la candidata al consiglio provinciale Angela
Sempre rimanendo a Maddaloni, un discorso speculare si collega all’impegno da candidato al consiglio provinciale dell’ex assessore comunale Salvatore Liccardo. In questo caso, la notizia sarebbe ancora più grossa. Essendo, infatti, Liccardo il candidato prescelto dal sindaco Andrea De Filippo, alla fine di un processo di consultazione con larga parte dei consiglieri comunali della sua maggioranza, si potrebbe affermare, alfabetizzando in maniera ortodossa e logica questa notizia, che anche Andrea De Filippo si è aggiunto al corposo kit, forse si potrebbe dire anche al carniere, dei primi cittadini divenuti vassalli di Giovanni Zannini, in cambio delle sue attenzioni particolari, dedicate e apprestate alle necessità di questi sindaci in sede di emissione di finanziamenti, o semplicemente di favori, da parte della Regione Campania e del sempre munifico Vincenzo De Luca, che di Zannini non vede altro se non i 21mila, 25mila, forse a questo punto 30mila e più voti di preferenza che questi è in grado di ricevere e di portargli come bottino di guerra, senza stare là a fare lo schizzinoso sul modo, sulla forma e sulla sostanza con i quali lo Zannini li fagocita, li mangia e poi li digerisce, riducendoli a concime per lo sconfinato orto elettorale di don Vincenzo.
Il difetto di queste analisi giornalistiche ortodosse può essere definito, indifferentemente, come la smemoratezza o come l’inadeguatezza del finto tonto. Si tratta di una vera e propria patologia, perché molti di quelli che scrivono nei giornali sanno come funzionano certe cose o, se non lo sanno, si guardano bene dal nutrire la loro sorpresa che informa la notizia scoop, dalla semplice pratica di una telefonata di verifica da inoltrare, nei casi di specie, a Liccardo, alla Sferragatta, al sindaco Andrea De Filippo e al consigliere regionale Enzo Santangelo. Perché, uno che scrive nei giornali, se si trova persone vicine a questi personaggi importanti della politica maddalonese e provinciale, alza il telefono e domanda se ciò significa che hanno realmente unito le loro forze a quelle di Giovanni Zannini per costituire una cosa tanto grande da giustificare, al limite, il colpo di scena di una candidatura del mondragonese a governatore della Campania, in occasione delle prossime elezioni regionali, oppure non mettiamo limiti alle ambizioni, a prossimo presidente della Repubblica.
Non l’hanno fatto e, dunque, noi, che non siamo certo degli scienziati, ma neppure degli apprendisti stregoni, qualcosa la dobbiamo pur scrivere su questa lista di Zannini.
Capitanata sinistramente dal sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, condannato in primo grado a tre anni di reclusione – questa cosa la continueremo a dire fino alla noia – non per diffamazione a mezzo stampa, bensì per falso in atto pubblico, sfiorando, sin dall’epilogo del primo grado di giudizio, la sospensione dalla sua carica di primo cittadino, conseguentemente da quella di consigliere provinciale, nonché l’ineleggibilità a qualsiasi altra carica, per effetto delle legge Severino.
L’elenco prosegue con una serie di candidati molto forti, elettoralmente parlando (non certo forti in termini di contenuti culturali e politici), a partire da quello che noi, a suo tempo, ma anche oggi, simpaticamente, definimmo e definiamo il sindaco pistolero – la vicenda è talmente nota da non dover essere ricordata per la millesima volta – di San felice a Cancello, Emilio Nuzzo.
Ce ne sono, poi, altri un po’ al limite tra lo zanninismo stretto, quello più largo e il non-zanninismo. E poi, ci sono i due maddalonesi di cui abbiamo appena scritto.
Partiamo da Sferragatta. Paolo Marzo, pur avendo costruito alle elezioni comunali di Caserta una lista in concordia con Zannini, si è distaccato dalle posizioni del consigliere regionale che non lo invita alle sue molteplici conviviali, ultima delle quali svoltasi presso lo storico ristorante di San Leucio, Vignaré, e terminata con una spassosa carambola automobilistica, di cui si è dovuto far carico il solito, nonché povero, pardon, proprio povero povero no, Antonio Luserta.
Giovanni Sferragatta, legatissimo a Paolo Marzo, è, da lunghi anni, partner, proprio insieme all’intera famiglia Marzo, di una delle genie imprenditoriali più robustamente collocate nel settore dei lavori pubblici e tra le più facoltose. Stiamo parlando dei Caprio, soprattutto dei fratelli Ubaldo e Pasquale Caprio, nati e vissuti a Casal di Principe e da diversi anni trasferitisi a Caserta. Questi, soprattutto ultimamente, acchiappano, e come se acchiappano, tutto quello che possono acchiappare, grazie al Pnrr – ultimo caso quello che tratteremo nei prossimi giorni in quel di Castel Volturno – diventando ancor più ricchi, ancor più nababbi di quello che erano prima del Covid e prima del Pnrr, che per loro e tanti altri hanno rappresentato un’autentica manna dal cielo. I Caprio non sono collocati politicamente e da qualche tempo dialogano alla grande anche con Zannini, altrimenti non avrebbero “preso lavori”, così come hanno preso, giusto per fare un esempio, in un comune zanniniano che più zanniniano non si può, quale è Carinola.
Chi non può essere, invece, tacciato neppure di particolare simpatia con il mondragonese, è il suo collega Enzo Santangelo. Beninteso, i rapporti tra i due sono normali. Si parlano pure, ma Santangelo non si è messo mai in subordine a Zannini.
L’effetto taxi e l’interesse reciproco
Trasferiamoci ora, nella direzione dell’altro candidato, ossia di Salvatore Liccardo. Visti i rapporti che questi intrattiene con Andrea De Filippo, di cui è un fedelissimo, è totalmente da escludere che la sua candidatura nella lista di Zannini non sia stata benedetta e anche orientata dai consigli del primo cittadino di Maddaloni. Per capire bene la questione, bisogna tornare indietro di 53 anni, tra poco 54.
1970, Salone delle feste del casinò di Sanremo, Festival dei fiori, edizione numero 20, presenta Alberto Lupo. Ecco qua, questi cazzoni di CasertaCe cominciano a fare i goliardi. Guardate, amici lettori, ci resta solo questo da fare e se neppure ciò ci concedete, davanti allo sperpetuo della politica casertana, è meglio chiudere baracche e burattini.
Torniamo al fascinoso e cavernoso Alberto Lupo, l’attore che recita nella celeberrima canzone di Mina “Parole, parole, parole, che cosa sei… ecc..”. Un annuncio austero apre le porte del palco ad una di quelle meteore francesi che andavano molto di moda in Italia tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. Questo qua si chiamava Antoine e, al tempo in cui il festival prevedeva l’interpretazione di coppia, il transalpino interpreta, insieme alla lombarda Anna Identici, un brano che per due o tre anni canticchiò tutta l’Italia. Si chiama, per l’appunto, Taxi e lo potete ascoltare nel video che pubblichiamo in alto, all’inizio di questo articolo.
“Taxi, taxi, il mio amore è finito lì”. La lista di Zannini è tante cose, ma è anche, a tutti gli effetti, una lista taxi, a utilizzo limitato, utilizzo destinato a finire, come l’amore cantato da Antoine e Anna Identici, a stretto giro di tempo o meglio, quando terminerà l’interesse comune tra chi ha voluto inserire all’interno di questa lista i propri candidati e l’interesse di Zannini, il quale, nella sua ubriacatura, che ormai gli rende da tempo invisibile, impalpabile il senso della realtà, come capita a tutti i parvenu, aspira a diventare un fenomeno della politica mondiale. Mobilitando, infatti, i voti, le entrature del sindaco Andrea De Filippo, che zanniniano non lo è stato mai e non lo sarà e quelle del consigliere regionale Enzo Santangelo, assisteremo ad un risultato clamoroso, ampiamente superiore alle cinque cifre. Ciò determinerà l’attribuzione di un numero altissimo di seggi a questa lista e la sicurezza, calcolata da De Filippo per Liccardo e da Santangelo per la Sferragatta, di vedere eletti sicuramente i propri candidati.
Da parte sua, Zannini porterà questo risultato a De Luca, il quale non starà lì a controllare quanti diversamente zanniniani o non zanniniani vi hanno contribuito e, rafforzando l’ammirazione, ma soprattutto la brama di consensi da parte del presidente della Regione, otterrà un’altra trentina di posti di lavoro, da attribuire ai suoi clienti e al suo universo variopinto di nani e ballerine. E così saranno tutti contenti.
Speriamo di aver spiegato, al di là del terapeutico cazzeggio, in maniera chiara cos’è questa lista e soprattutto, qual è il rapporto, la relazione a termine, reciprocamente interessata, tra i candidati di De Filippo e Santangelo e la lista del mondragonese.
“Taxi, taxi, il mio amore è finito lì”.
QUI SOTTO I CANDIDATI DELLA LISTA “LA PROVINCIA AL CENTRO”
Marcello De Rosa (Casapesenna), Emilio Nuzzo (San Felice a Cancello), Giovanni Iovino (Cellole), Massimo Russo (Caserta), Michele Apicella (Trentola Ducenta), Gerardo Capitelli (Santa Maria Capua Vetere), Michele Falco (Parete), Giovanna Migliore (Orta di Atella), Angela Sferragatta (Maddaloni), Salvatore Liccardo (Maddaloni), Maria Celeste Cafaro (Bellona), Antonella D’Aloia (Dragoni), Anna Lanzalone (Mignano Montelungo), Giovanna Moio Presenzano (Presenzano), Chiara Pacitto (Roccamonfina), Cesario Villano (Cesa).