APPALTI & CAMORRA. La caserma dei carabinieri rimessa a posto dall’imprenditore per la DDA “nel cerchio magico di Michele Zagaria”

2 Maggio 2024 - 10:06

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Se dovessero essere confermate le accuse dei procuratori antimafia nel processo in corso al tribunale di Aversa Napoli Nord, avremmo assistito ad un caso limite delle capacità degli imprenditori dell’agro Aversano legati ai clan di arrivare addirittura nelle procedure che coinvolgono le forze che su di loro indagano

CASAPESENNA – Nel 2020 la procura antimafia distrettuale di Napoli ha chiesto e ottenuto il sequestro della società di Raffaele Capaldo ‘O Marchese intestata al nipote, ovvero l’impresa Cogecap srl, con sede prima a Curti e poi ad Aversa, o viceversa, non fa molta differenza.

Per la DDA di Napoli, Alfredo Capaldo rappresentava

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gli interessi dello zio che, per gli inquirenti, è stato un braccio imprenditoriale di Michele Zagaria almeno per un decennio, se non di più.

Accuse fatte da diversi pentiti e che vedono O’ Marchese sotto processo al tribunale di Aversa Napoli Nord per il suo ruolo – presunto – di imprenditore di camorra, legato a doppio filo a un rapporto di società di fatto al super boss.

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Questa vicenda ha poi portato nelle scorse ore al sequestro dell’impresa Idea Lavoro, con sede a Roma, e affidata all’altro nipote, ovvero Emanuele Capaldo, fratello di Alfredo (LEGGI QUI).

Tornando ai collaboratori di giustizia, Massimiliano Caterino, detto O’ Mastrone, sostanzialmente uno degli uomini di maggior fiducia di Michele Zagaria, in almeno due occasioni ha definito Raffaele Capaldo O’ Marchese quale uomo intraneo nel cerchio magico del superboss. Anche Attilio Pellegrino parla di Capaldo e lo definisce un socio occulto di Michele Zagaria (LEGGI QUI).

I carabinieri dei Ros hanno poi ricostruito il potere nelle gare di appalto di Capaldo che, anche con la società Cogecap, ha ricevuto commesse pubbliche da oltre un milione di euro.

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Non sappiamo se è conteggiata nell’elenco, quindi se fa parte del milione e passa segnalato dai Ros, ma la Cogecap ha vinto una gara d’appalto bandita dal comune di Amalfi dal valore di 103 mila euro per i lavori di manutenzione straordinaria della caserma dei carabinieri della che dà il nome alla Costiera.

Cogecap si è aggiudicato i lavori grazie ad un importante ribasso del 36%, superando le altre sei ditte in corsa, ricevendo per questi lavori, quindi, una somma di poco inferiore ai 67 mila euro.

Un appalto poi ampliatosi di circa la metà, 32 mila euro che, con determina firmata dall’ingegnere del comune, Pietro Fico, sono assegnati sempre a Capaldo per lavori complementari alla caserma, richiesti, scrive il responsabile del servizio come potete leggere nel documento in calce all’articolo, dal comandante della Compagnia di Amalfi per lavori legati a “sopraggiunte esigenze tecniche“.

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Queste attività aggiuntive hanno quindi portato la somma definitiva vicinissima ai 103 mila euro iniziali, con davvero pochi spiccioli di differenza con quanto pagato alla Cogecap.

Chiaramente, i tempi tra i lavori e le indagini non coincidono e quindi tecnicamente al comune di Amalfi non potevano conoscere l’indagine ai danni di O’Marchese, tra l’altro schermato, seppur in maniera non proprio invalicabile, dal nipote Alfredo quale legale rappresentante.

Resta comunque impressionante, se dovesse essere confermato in tribunale il business tra Capaldo O’ Marchese e Zagaria, la capacità di imprenditori legati al clan di saper essere imbattibili nelle gare d’appalto, anche quelle, come in questo caso, che coinvolgono chi indaga su di loro come l’Arma dei carabinieri.

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