CAMORRA & APPALTI. La caserma dei carabinieri costruita da una società che per la DDA è di Raffaele Pezzella, sotto processo per corruzione e legami con il clan dei Casalesi
16 Maggio 2024 - 14:09
La ditta è la S.C. Costruzioni, intestata prima al salernitano Francesco Di Fiore e poi, cambiando nome in Bis srl, divenuta di proprietà di Salvatore Misso, cugino diretto del socio dell’imprenditore di Casale, ovvero Tullio Iorio. A guidare la commissione Asmel è Antonino Del Prete, l’ingegnere della Provincia di Caserta presidente della commissione nella gara Caserta Monti del Matese, ovvero quella delle mazzette portate da Pezzella ad un ignoto funzionario e che poi sempre la S.C. si è aggiudicata per milioni di euro
PIETRAMELARA (l.v.r.) – Alla fine del gennaio 2021, in un articolo pubblicato dai colleghi di Paese News, giornale online esperto delle cose dell’alto Casertano, l’assessore ai Lavori Pubblici di Pietramelara, Giovanni De Robbio, faceva un resoconto dei lavori portati avanti dall’amministrazione di Pasquale Di Fruscio eletto sindaco nel 2017 e, poi, rieletto nel 2021, sempre insieme a De Robbio, quest’ultimo come consigliere comunale.
Tra le varie attività che venivano illustrate in questo documento c’era anche la delocalizzazione della caserma dei Carabinieri. Un progetto da 700 mila euro finanziato dalla regione Campania che, scrive sempre De Robbio, avrebbe portato alla realizzazione di un edificio “strategico per tutto il nostro territorio“. Infatti, questo progetto prevedeva che la caserma dei Carabinieri del nucleo forestale sarebbe stata spostata in via
La determina di aggiudicazione dell’appalto è datata l’11 marzo 2020, in pieno lockdown, come così riporta la gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana, ad una società che conosciamo bene. Si tratta della S.C. Costruzioni con sede in via Lima, a Roma, che ha operato sul cantiere grazie al ribasso del 18,18%, cifra che ha portato il valore dell’appalto a 631 mila e 522 euro.
Ne abbiamo scritto perché la procura di Benevento e la direzione Distrettuale Antimafia di Napoli la ritengono intestata a un prestanome da Raffaele Pezzella che sarebbe, in pratica, il reale possessore di questa ditta.
Per la magistratura sannita, l’imprenditore di Casal di Principe è stato il tramite di un giro di mazzette che ha visto coinvolto un dirigente dell’amministrazione di provinciale di Caserta incredibilmente rimasto ignoto.
Per la DDA Pezzella e il suo socio Tullio Iorio sono imprenditori legati al clan dei Casalesi, secondo anche quanto dichiarato dai pentiti Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, e Vincenzo D’Angelo, bidognettiano. Oltre a questo, però, avrebbero per anni truccato gare d’appalto a loro favore all’amministrazione provinciale di Caserta, accusa per la quale sono sotto processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere con la condanna già emessa nei confronti di Sandrino Diana, funzionario in pensione della provincia. I due, infine, sono indagati per le procedure gestite da Asmel che sarebbero state truccate con l’aiuto di Piero Cappello al comune di Calvi Risorta.
Fino a pochi mesi fa, la S.C. Costruzioni aveva questo nome e aveva come amministratore unico e possessore dell’intera quota societaria il salernitano Francesco Di Fiore.
Poi, nel marzo 2024, ovvero a pochi giorni dall’uscita di un nostro articolo dedicato a questa impresa e ad un appalto aggiudicato all’Anas, Francesco Di Fiore, secondo quanto riporta la visura, ha ceduto l’amministrazione e tutte le quote ad un altro soggetto, il 61enne Salvatore Misso, di San Cipriano D’Aversa, cugino diretto di Tullio Iorio.
E allora qualche domanda, inevitabilmente, ce la siamo fatta: S.C. Costruzioni, divenuta poi Bis srl, per due procure è riconducibile a Raffaele Pezzella. CasertaCe scrive un articolo su questa impresa e sull’Anas e nel giro di poche ore viene cambiato l’amministratore unico, il nome della società, con il passaggio nelle mani di un cugino diretto di Tullio Iorio, da decenni in connessione con lo stesso Pezzella. E’ davvero solo un caso? Perché Salvatore Misso, che ha una sua impresa di costruzioni che non è neanche iscritta alla White list della prefettura e, quindi, non opera su cantieri delle pubbliche amministrazioni, ha deciso di prendere possesso di una società che, invece, con il denaro pubblico ci lavora eccome?
Qualcosa, però, sul comune di Pietramelara va detta. Come segnala l’Anac, l’autority nazionale anticorruzione, le amministrazioni pubbliche che bandiscono gare d’appalto hanno l’obbligo di inserire nella sezione del loro sito “amministrazione trasparente” i documenti delle procedure per almeno cinque anni.
Riportiamo testualmente: “I dati, gli atti e le informazioni oggetto di pubblicazione ai sensi del decreto trasparenza rimangono pubblicati in BDNCP e nella sezione “Amministrazione trasparente” della stazione appaltante e dell’ente concedente per un periodo almeno di cinque anni e, comunque, nel rispetto delle previsioni dell’articolo 8, comma 3, del decreto trasparenza.“
Ecco, questo non è successo al comune di Pietramelara. E questa è una violazione della legge.
Certo, il sindaco Pasquale Di Fruscio e il dirigente dell’area tecnica e Rup di questa gara, Gaetano Auricchio, non sono i soli in questa provincia a gestire amministrazioni e settori che sono zoppi nell’ambito della trasparenza. Per trovare i documenti della gara siamo dovuti finire in un vecchio archivio dell’Asmel, ovvero la stazione appaltante scelta dal Comune di Pietramelara per questa gara, ma anche per altre.
E chiudiamo proprio sulla centrale di committenza, recentemente sospesa dall’Anac da questo ruolo.
Leggendo i verbali di aggiudicazione, abbiamo notato un’altra vecchia conoscenza di CasertaCe. Presidente dei commissari Asmel di questa gara, a capo procedura che viene seguita passo passo per la S.C. Costruzioni da Carlo Arrichiello, che nell’ordinanza di Calvi Risorta è citato più volte, visto che “che lavora per conto di Pezzella”, è il noto ingegnere Antonino Del Prete, non sappiamo se nominato tramite estrazione dal comune o dalla stessa centrale di committenza, ma riteniamo probabile la prima opzione.
Per chi non legge spesso questo giornale, vi diciamo che Del Prete era funzionario (ora in pensione) all’amministrazione provinciale di Caserta ed è stato il presidente di commissione della famosa gara da 8 milioni dei lavori sul tratto Caserta Monti del Matese.
Secondo la procura di Benevento, questa procedura è stata truccata relativamente all’aggiudicazione del servizio di progettazione, con le mazzette che Pezzella avrebbe portato per favorire l’ingegnere benventano Carlo Camilleri, consegnandole ad un funzionario della provincia di Caserta rimasto ignoto.
Inoltre, ad eseguire i lavori sulla Caserta Monti del Matese è stata la S.C. Costruzioni in coppia con il Consorzio Fenix, ritenuta sostanzialmente di proprietà di Raffaele Pezzella, che ha poi vinto la gara bandita dall’ente guidato da Giorgio Magliocca e, come detto, seguita come presidente di commissione proprio da Antonino Del Prete.
E qualora si dovesse confermare la paternità di Raffaele Pezzella rispetto alla vita della S.C. (ora Bis srl) e le accuse di corruzione e contiguità economica con il clan dei Casalesi, avremmo a che fare con un altro caso di gare bandite dalle amministrazioni casertane, gestite dai commissari Asmel e aggiudicate a questo imprenditore.
Non possiamo certo dire che questa gara di Pietramelara era truccata, ma non possiamo far finta di non sapere che la procura Antimafia di Napoli ritiene alterate due procedure simili a questa, ovvero quelle in cui, sempre secondo i magistrati della Dda, Piero Cappello avrebbe manomesso l’elenco di ditte partecipanti per favorire Pezzella e Tullio Iorio.
La centrale appaltante, che con Casertace non ha un buon rapporto, visto che sono state diverse le querele presentate da Asmel, forse, potrebbe porsi il problema che, come dimostrano le inchieste su Calvi e sulla gara rifiuti da 116 milioni, secondo la procura, truccata con il supporto del sindaco Carlo Marino a favore di Carlo Savoia, ci sono falle nel sistema che potrebbero seriamente favorire corruzione e criminalità.