Il commissario del Consorzio di Bonifica Todisco ha fatto il Comitato per la Legalità. Roba da pazzi in un ente che tramite lui viola una legge regionale, e dunque è fuorilegge, da anni

5 Agosto 2024 - 11:34

Se ne potrebbe stare pure in pace, tanto noi non abbiamo tante speranze di interloquire con un popolo che si sente ancora oggi suddito e non cittadino, suddito di un Re Ferdinando arrivato da Salerno, e non parte attiva di una democrazia della rappresentanza. Però almeno Todisco non sfotta la Mazzarella. Per quanto riguarda le ditte di camorra, una audizione con il direttore generale Mastracchio non farebbe male

CASERTA (G.G.) – Senza addentrarci nella nominalistica riguardante le persone scelte per quello che il commissario del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno e della zona Aurunca, Francesco Todisco, definisce COMITATO PER LA LEGALITÀ, TRASPARENZA E VIGILANZA DEL CONSORZIO GENERALE DI BONIFICA DEL BACINO INFERIORE DEL VOLTURNO (Natalino Argirò, grande rispetto, ma quanti anni ha?).

Occorre pronunciare una parola chiara, dicendo e non mandando a dire al citato commissario Todisco quello che pensiamo di queste sue amene attività.

Ma come fa a mettere in piedi un comitato un ente che da almeno sette anni vive in una condizione di illegalità patente, che viola una legge regionale con il concorso e la complicità del governatore Vincenzo De Luca, il quale si è anche inventato qualche ghirigoro per cercare di giustificare il potere assoluto che lui esercita su Consorzio di Bonifica casertano in spregio ad una norma che non ha mai abolito e che non può abolire, altrimenti dovrebbe modificare la ragione sociale consortile, trasformandola in una società in house di cui è la Regione ad avere l’intero pacchetto della capitalizzazione. Invece, questi filibustieri continuano a succhiare il sangue ai soci consorziati, che però non esercitano alcuna potestà, per effetto di una sospensione ingiustificata e illegale di una forma giuridica che nasce dalle leggi fondamentali, dalle norme scritte nel Codice Civile.

Scusi, commissario Todico, che giusto per non farsi mancare nulla si è anche candidato alle Europee con il Pd, lei è persona intelligente e anche discretamente preparata, come ci ha dimostrato nell’unico e a questo punto irripetibile colloquio avvenuto un paio di anni fa.

Continui pure a perpetrare il tipo di uso e l’abuso che la politica partitocratica, lottizzatoria, fa della fonte del diritto primaria, ossia della legge, ma almeno non ci prenda in giro con le solite parole sul presidio finalizzato a prevenire infiltrazioni malavitose nella dinamica di appalti che lei, ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 32 della legge regionale n.4 del 2003 non potrebbe assolutamente fare, prevedendo quella legge funzioni esclusivamente di ordinaria amministrazione e finalizzate ad accompagnare in un lasso di tempo tas-sa-ti-va-men-te non superiore ai 360 giorni.

Tra lei e il suo predecessore, il frignanese Maisto che si autodefinì “la mano lunga di De Luca”, di giorni ne sono passati quasi 3300.

Allora diciamolo che la Campania è un luogo selvaggio in cui la legge non ha alcun significato perché non esiste una matrice di cittadinanza, perché ancora oggi borbonicamente la gente vuole e si trova benissimo con re bomba, con Ferdinando arrivato da Salerno.

Ma noi non potremo mai farci perculare senza proferire parola. Figuriamoci: il COMITATO PER LA LEGALITÀ, TRASPARENZA E VIGILANZA DEL CONSORZIO GENERALE DI BONIFICA DEL BACINO INFERIORE DEL VOLTURNO, che sicuramente non è a costo zero, ma prevede significativi rimborsi spesa per i partecipanti.

Per quanto riguarda la presenza, anzi l’imperio di certe imprese nella storia del Consorzio di Bonifica, poi, perché il commissario non organizza una bella audizione, magari pregando gli auditi di parlare ad alta voce, perché si sa che noi che andiamo verso un’età significativa come quella che nobilmente connota oggi la carta d’identità di Natalino Argirò, non sentiamo troppo bene.

Quanti appalti si è aggiudicato all’epoca in cui il dirigente dell’area tecnica era colui che è diventato, giustamente, in un processo meritocratico tipico del Consorzio di Bonifica casertano, direttore generale, parliamo dell’ottimo Mastracchio, l’imprenditore di Casal di Principe Claudio Schiavone e altre imprese colpite da interdittiva?

Commissario, lei è un beneficiato da un sistema politico-clientelare putrido. Lo è lei come tanti altri. Ma almeno non ci sfotta la mazzarella con robe come questa.

QUI SOTTO UN ESTRATTO DEL NOSTRO ARTICOLO DI GIUGNO 2023 SULLA VIOLAZIONE DI LEGGE OPERATA DAL CONSORZIO DI BONIFICA:

Nel febbraio scorso, alcuni soci del Consorzio di Bonifica hanno presentato una richiesta di accesso agli atti ai sensi della legge 241/1990 e dell’articolo 5 del dlgs 33/2013 con l’obiettivo di prendere visione di tutti gli atti amministrativi che il commissario straordinario Todisco aveva realizzato forte di un’ordinanza da vero padrone della ferriera, scritta e firmata da Vincenzo De Luca, primo protettore del Todisco, che inopinatamente e senza alcuna ragione giuridicamente accettabile, ne ampliava i poteri, mettendosi letteralmente sotto i piedi una legge che la stessa regione Campania aveva approvato nel 2003 con il numero 4.

In questa legge, come abbiamo scritto 100 volte, non è prevista nessuna modalità di deroga alla struttura e alla temporalità dei poteri del commissario straordinario di un ente che il presidente e la Giunta hanno privato dei loro organi statutari, come previsto dai commi 2 e 3 dell’articolo 32 della legge 4/2003, nel momento in cui vengono “riscontrate gravi irregolarità o inadempienze“.

Non c’è altra strada normativamente prevista per derogare dal limite temporale “non superiore ai 360 giorni” e alla possibilità di occuparsi solo e solamente dell’ordinaria amministrazione, della raccolta delle quote consortili e della convocazione entro e non oltre il termine appena indicato, 360 giorni, dell’assemblea dei consorziati, a cui toccherà eleggere il Consiglio dei delegati, l’unico organismo che ha la possibilità di stabilire il Piano della Classifica delle zone consortili, in pratica il perimetro dell’ente, dal quale si sviluppa il Piano di Classificazione delle contribuzioni, diversamente da ciò che – costituendosi nel ricorso presentato dagli stessi consorziati che hanno presentato l’accesso agli atti – il Consorzio ha sostenuto, giusto per perdere tempo, come manovra dilatoria.

QUI SOTTO IL POST DEL COMMISSARIO TODISCO:

https://www.facebook.com/100063635770310/posts/pfbid0hTV3HYHhHgW5MrVsJkieU5VVVcApU8999XdH9fm56gVUyVZPiswhmaXft92GqnvZl/