CASERTA. Franco Biondi, colpi da tutte le parti. Il tribunale lo ha condannato a pagare 300 mila euro per la vicenda Fratelli La Bufala

14 Ottobre 2024 - 18:56

Seppur caduto in prescrizione il reato, sono rimaste in piedi le cause civili. E qualche giorno fa la corte di Santa Maria Capua Vetere ha emesso la condanna per lo scempio compiuto nella zona di via Marchesiello

CASERTAMala tempora currunt per Franco Biondi. Fino a qualche tempo fa sembrava un intovvabile, o quasi. Sì, la vicenda del parcheggio di via San Carlo a Caserta su cui avevano messo gli occhi le imprese del clan dei Casalesi riferibili a Michele Zagaria; quell’anno di reclusione incassato tra il 2012-2013, non ricordiamo bene ma non fa molta differenza, per il blitz cementificatore per l’area in cui nacque il ristorante Fratelli

La Bufala, alla fine di via Marchesiello, area Centro Morrone.

Sì, tutte cose un po’ fastidiose che non hanno mai però determinato a lui grandi problemi. Indagini che ha trascorso a piedi e a mani liberissime. Quell’anno di reclusione che gli arrecò il fastidio di qualche tempo di sospensione a causa della legge Severino, diventò poi un non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, salvato in extremis in Cassazione, mentre su via San Carlo il processo è iniziato e non si sa quando finirà e se reggerà l’accusa di favoreggiamento alla camorra, accusa che è fondante rispetto al rischio o meno di prescrizione.

Ma dagli arresti di Massimiliano Marzo in poi che per la prima volta nella sua vita lo ha portato a trascorrere diversi giorni ai domiciliari, il vento pare cambiato per Franco Biondi.

Venerdì altra notifica pericolosissima per il dirigente del comune di Caserta, questa volta connesso nel pericolo al fratello maggiore, Giulio Biondi, con cui il tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo informa che giovedì 17 e venerdì 18 si terranno gli interrogatori di garanzia – uno dei quali lo coinvolgerà direttamente – al termine dei quali il Gip in pochi giorni deciderà se accogliere o meno la richiesta formulata, sempre dalla Procura sammaritana, che vuole ri-arrestare Franco Biondi, il fratello e altre 12 persone, per i reati di corruzione ed altro, maturati nella sinergia tra i due germani, comandanti in capo per decenni degli uffici tecnici dei comuni di Caserta e San Nicola la Strada, nell’ambito delle lucrose procedure d’appalto per la cura – si fa per dire – del verde pubblico.

Probabilmente, però, la vicenda più importante, in quanto già definita, è avvenuta lontana dai riflettori della cronaca. Il tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere, accogliendo pienamente l’istanza presentata dall’avvocato Luigi Adinolfi, ha condannato proprio per il già citato scempio del verde attrezzato sottratto ai cittadini di Caserta in modo da poter costruire il ristorante Fratelli La Bufala, oggi sostituito da un supermercato.

Se, come detto, il reato era caduto in prescrizione, in quell’occasione furono fatte salve le statuizioni civili. Alla luce di questo e grazie alla perseveranza dell’avvocato Adinolfi, il tribunale sammaritano lo ha condannato personalmente ad un risarcimento di circa 300 mila euro.

Un verdetto esemplare perché è stato sancito che questo risarcimento è frutto del deprezzamento degli immobili limitrofi all’immobile.

Biondi aveva chiesto la tutela legale del comune. Un’istanza che, secondo Adinolfi, non potrebbe avere a causa di un palmare conflitto di interessi. Infatti, il comune di Caserta si costituì a suo tempo parte civile e il tribunale condannò Biondi non solo all’anno di reclusione ma accessorialmente a rifondere le spese legali sostenute dal comune, costituitosi parte civile.

Quella del tribunale è una sentenza importante in quanto si condanna personalmente un funzionario e non il comune.