TEVEROLA comune più criminale d’Italia gemellato con MARCIANISE. Il neoassessore Mimmo Tartaglione (quello del chiosco abusivo) lavora nell’Ufficio Tecnico indicato da Zannini a Biagio Lusini
28 Novembre 2024 - 12:00
Al di là dell’atteggiamento ormai complicatamente commentabile del sindaco Trombetta, il cui rapporto epidermico con la fascia tricolore è diventata ragione di vita, questa operazione sancisce la nascita di una maggioranza Iodice-Zinzi-Zannini. Stavolta non ci sono dubbi, perché Zannini ha mantenuto la parola data in un’intervista rilasciata lo scorso 25 aprile, quando disse che lui a Marcianise era decisivo. Lo ha dimostrato l’altra sera, quando non ha fatto andare Nicola Russo in consiglio e il sindaco è “andato sotto”
MARCIANISE/TEVEROLA – Di “splendente”, a Teverola, non c’è proprio nulla, e più avanti nell’articolo capirete perché.
Anzi, la recente ordinanza dei tragicomici soliloqui di Biagio Lusini ci permette di dare a questo Comune la palma nera di quello più criminale tra tutte le municipalità italiane.
Oggi, però, Teverola si gemella con Marcianise, che perde anche quell’ultima traccia di ipocrita bonarietà che il suo sindaco sfoggiava e che gli ha permesso di conquistare la fascia e il cuore dei marcianisani i quali, di fronte all’algida Lina Tartaglione, lo premiarono alle ultime elezioni.
Con la nomina di Mimmo Tartaglione ad assessore, Marcianise tocca il fondo. Se l’avesse fatto Antonello Velardi, onestà intellettuale chiede a questo giornale di ammettere che su questa vicenda avrebbe armato una campagna di stampa senza precedenti.
Ma Velardi non ha mai fatto entrare in giunta uno cosi. Gli permise di arrangiarsi con le festicciole estive, con le braciate, con le birrozze, che in due anni permisero al soggetto in questione di far soldi grazie a quella che Velardi considerava una aristocratica tolleranza.
Della serie, caro Mimmo Tartaglione, tu sei quello che sei, ma in mezzo alla strada mi serve gente come te, per cui faccio finta che non esista la legge e ti faccio erigere il chiosco. Questo era l’atteggiamento che Velardi aveva nei confronti di Mimmo Tartaglione. Oggi Antonio Trombetta, pur di continuare a indossare quella fascia, cede l’ultimo brandello di dignità; cede all’imboscata in puro stile zanniniano tesagli da Nicola Russo, un altro che si è trovato benissimo con i metodi del plurindagato consigliere regionale, che assentandosi all’ultimo consiglio comunale ha fatto andare sotto la maggioranza, agitando davanti al primo cittadino lo spettro, per lui insopportabile, un vero discrimine tra la vita e la morte fisica, di perdere quella fascia che lui indossa con una finalità assolutamente personale, rispetto alla quale si pone in maniera evanescente per la città.
Teverola la losca, Teverola la corrotta, Teverola la camorrista si gemella con Marcianise, perché l’esperienza zanniniana di uno che zanniniano è nato, che lo zanninismo lo aveva nel Dna e forse non se ne era manco accorto, come Mimmo Tartaglione, ha comunicato a godere dell’appartenenza a una consorteria a cui non leghiamo nessun aggettivo altrimenti ci dicono che esageriamo.
Filippo Virno è architetto, esattamente come Mimmo Tartaglione.
Da anni lo incrociamo esclusivamente come incaricato e beneficiario di decisioni monocratiche di sindaci e politici che gli hanno affidato questo o quell’altro ufficio, riconoscendogli evidentemente le peculiari qualità che occorre avere in questa terra per guidare certi uffici.
A Teverola ci è arrivato soprattutto grazie a Massimiliano Schiavone, capo dell’Ufficio Tecnico con Tommaso Barbato e implicato nella vicenda della lottizzazione Schiavone per la quale è indagato insieme a Lusini e compagnia.
All’inutile commissario prefettizio Montemarano, l’ottimo Schiavone disse che avrebbe avuto bisogno di un sostegno che lo affiancasse per la montagna di problemi e di procedure pressoché avariate del suo ufficio. Montemarano, tanto i soldi mica li tirava fuori dalla sua tasca, gli diede l’ok e conseguentemente Schiavone chiamò Filippo Virno.
Attenzione, Mimmo Tartaglione non arriva a Teverola all’improvviso. La procedura che porta Virno a sceglierlo vive il suo momento cruciale nel maggio scorso, ossia a un mese dalle elezioni.
Chi ha letto le intercettazioni dei soliloqui di Lusini sa benissimo come funzionassero le cose nell’Ufficio Tecnico.
Lì era l’ex sindaco, oggi agli arresti domiciliari, a decidere.
E se si eccettua il breve intermezzo dell’amministrazione di Dario Di Matteo, ogni intrusione è stata immediatamente neutralizzata da Lusini, che si sentì tranquillo, al tempo in cui si doveva dare la concessione per la lottizzazione, solo quando a capo dell’Utc arrivò un altro indagato dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Aversa Napoli Nord, ossia quell’Alessandro Pisani figlio della compagna del celeberrimo Gennaro Pitocchi, tutti e tre coinvolti con Pitocchi ridotto agli arresti domiciliari.
Per cui, in piena campagna elettorale, con uomini suoi all’ufficio Tecnico, Lusini non avrebbe mai consentito ad un Mimmo Tartaglione qualsiasi di arrivare e di insediarsi. lui si fidava di Massimiliano Schiavone, che l’Utc guidava e per questo aveva dato l’ok a Filippo Virno. In quel periodo Biagio Lusini si era molto avvicinato al consigliere regionale Giovanni Zannini, con il quale si è trattenuto più volte nell’area F13 del parcheggio coperto del Centro Direzionale di Napoli, quello riservato ai consiglieri regionali.
D’altronde, noi vi descriviamo dettagliatamente tutti questi passaggi perché i nostri lettori non devono avere mai e poi mai la sensazione che una cosa sia vera a priori, solo perché la scrive Casertace.
D’altronde, lo zanninismo di Mimmo Tartaglione si coglie nell’ultima vicenda marcianisana, quella del consiglio comunale dell’altra sera.
Nella determina con cui Filippo Virno incarica la società cooperativa Nuova Splendente 22, con sede a Petritoli in provincia di Fermo, di cui Mimmo Tartaglione è socio o professionista in convenzione e che dunque dalla Nuova Splendente naturalmente viene indicato (AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA TECNICA FINALIZZATA A VELOCIZZARE
LE PROCEDURE AMMINISTRATIVE DELL’AREA TECNICA, FINO AL 30/07/2025 ALLA SOCIETÀ
NUOVA SPLENDENTE, la leggete in calce) c’è un passaggio che si adatta benissimo al nuovo sistema da noi adottato per non farci il sangue amaro: ridere per non piangere.
Tra le criticità dell UT del Comune di Teverola, che hanno reso necessario, da parte di Filippo Virno l’individuazione di questa splendente, che arriva nel luogo meno splendente d’Italia, ce n’è una molto interessante.
Ci sono a Teverola ben 120 richieste inoltrate al Suap con le quali attività private intendono utilizzare il suolo pubblico. Oggi Mimmo Tartaglione, quello del chiosco abusivo, quello della occupazione illegale dell’area antistante la fiera settimanale di Marcianise, quello che ha dovuto demolire dopo aver perso davanti ai giudici della Repubblica Italiana, quello che ha evitato conseguenze penali solo per questo, va ad esaminare e va a compiere sopralluoghi nei posti in cui privati hanno presentato un’istanza per occupare il suolo pubblico.
Se non è una barzelletta questa…
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