CASERTA. La dottoressa Cafiero De Raho si ritiene diffamata da CasertaCe. Ci dispiace perché siamo stati garbati e abbiamo scritto solo di un fatto di opportunità
16 Dicembre 2024 - 16:52
La dottoressa ha prodotto questa lettera con un’importante premessa, poi ha scritto altre cose interessanti sulle quali vorremmo confrontarci in un confronto civile di idee. Ma se una persona afferma alla prima riga che tu l’hai diffamata, su quali basi può avvenire il confronto? Ecco perché abbiamo pubblicato solo la prima parte della precisazione, con una nostra replica sul concetto di diffamazione. Speriamo che la dottoressa Cafiero De Raho ci rimandi la lettera, eliminando quel termine infamante. A quel punto, potremmo discutere con lei rispetto alle cose interessanti scritte nella sua missiva
Gaia Cafiero de Raho
Non c’è bisogno di presentarmi.
Visto che non perde occasione per diffamare una ragazza di 29 anni che sta iniziando la propria carriera dopo anni di formazione accademica, vorrei precisare quanto segue:
[…]
CASERTA (g.g.) – Mi dispiace molto, signora Gaia Cafiero De Raho, che parta da un presupposto legato al fatto che lei abbia subito una diffamazione. Ci pare, invece, che abbia ricevuto tutta la sensibilità possibile nello scrivere che il suo utilizzo al comune di Caserta non integra – e questo termine dovrebbe far parte del dna della sua autorevole appartenenza familiare – alcun
Il problema noi l’abbiamo posto dal punto di vista dell’opportunità. Da professionista che scaturisce da ottimi studi universitari quale lei è, visto che non abbiamo alcun dubbio sull’autenticità delle informazioni che ci rilascia, dovrebbe ben comprendere quale sia il significato di quell’opportunità che connette l’alta funzione istituzionale svolta da suoi congiunti e dai suoi parenti, anche nel territorio in cui opera, e in cui amministrazioni pubbliche colpite da gravissime inchieste giudiziarie hanno deciso, ripeto, ne sono sicuro, utilizzando un criterio meritocratico, di utilizzare i suoi servigi professionali.
Ma il punto non è quello. L’opportunità è un concetto che riguarda l’etica istituzionale. Ciò non significa che lei, signora Cafiero De Raho, in quanto parente di valenti magistrati, debba vedersi preclusa la sua carriera professionale.
Se legge bene gli articoli, senza farsi condizionare da una valutazione superficiale che alimenta la bile e riduce la ragione, si accorgerà di aver ricevuto un trattamento altamente rispettoso. Poi, se lei ritiene di essere stata diffamata e di aver ricevuto riscontri riguardo dai suoi congiunti, pazienza. Vuol dire che sopporteremo anche questa ulteriore prova che a nostro avviso si configura come una modalità tipica di questi territori in cui non si vuole discutere di nulla, in cui chi esercita una funzione pubblica, ricevendo remunerazione dai soldi versati nelle casse della Nazione e/o dei comuni dai cittadini non accetta l’idea di diventare soggetto o, meglio ancora, parte attiva (volesse il cielo) di un confronto sui concetti da noi espressi.
Se lei vorrà partecipare a questo confronto, noi ne saremo lieti. Ma è chiaro che ciò passerà da un ripensamento e da una revoca del termine diffamazione che lei utilizza come elemento apodittico del suo scritto.
Abbiamo risposto solamente a questa sua pregiudiziale e non al resto della lettera, in quanto se uno scrive, in partenza, di sentirsi di essere stata diffamata, è inutile parlare del resto. C’è una sola cosa da fare: confutare la pregiudiziale e forse aspettare i carabinieri che ci mandano a chiamare, eleggendo domicilio a seguito di una sua eventuale querela.
La speranza è che lei voglia confrontarsi sul merito delle motivazioni scritte nella sua lettera. Ma siccome esiste una pregiudiziale, noi ci fermiamo qui, con la speranza che venga eliminata quella frase per noi altamente infamante.