Il concorso per comandante dei vigili di SAN MARCELLINO. La pesca miracolosa dei numerini organizzata da Colombiano e il saggio mal di panza della capuana Patrizia De Ruvo
26 Febbraio 2025 - 11:31

Tra le altre cose trattandosi di assunzione ai sensi dell’articolo 110 del Tuel, il sindaco ha poteri pieni e prende chi gli pare, al di la e al di sopra delle risultanze dell’attività di una commissione. Forse questo baraccone è stato montato per far divertire un poco noi di prima mattina
NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20
SAN MARCELLNO/CAPUA – (g.g.) Patrizia De Ruvo è una persona navigata. Sa bene come funzionano le cosse negli enti locali e quindi se è an data a partecipare al concorso per la scelta di un nuovo comandante dei vigili urbani di San Marcellino, sempre provvisorio, cioè ai sensi dell’articolo 110 del Tuel è perché nutriva qualche fondata speranza si essere scelta. La De Ruvo non è di primo pelo e non va a rispondere ad un avviso pubblico contando, eventualmente, solo sulla sua preparazione.
Se è andata a San Marcellino è perché riteneva di avere, molto probabilmente, una spintarella migliore di quella degli altri partecipanti. Con il sindaco Anacleto Colombiano l’unico che può interloquire con un minimo di potere contrattuale è Giovanni Zannini. Qui ci fermiamo perché se mettessimo in mezzo la vice sindaca di Capua Marisa Giacobone, il suo rapporto strettissimo, anche di tipo personale, con la De Ruvo e il suo rapporto politico con Giovanni Zannini, collegandolo al 110 di San Marcellino esprimeremmo solo una congettura
Ma che la De Ruvo sia una persona esperta lo ha dimostrato il suo comportamento durante il colloquio-interrogazione, imbastito dalla commissione incaricata fondamentalmente come capita sempre nei casi di assunzione ai sensi dell’articolo 110 del Tuel di redigere una relazione, magari contenente anche una graduatoria di merito dei partecipanti che, però, ha una caratterizzazione meramente consultiva perché nell’applicazione di questo articolo del decreto legislativo 267/2000, testo unico sugli enti locali, è il sindaco e solo lui ad avere la parola definitiva. Nel senso che il primo cittadino organizza e realizza un colloquio con tutti i partecipanti o solamente con una parte di essi, quelli che lui ritiene a suo insindacabile giudizio, i più meritevoli in base a quello che la commissione ha redatto nel suo verbale. Alla fine di questo colloquio è il sindaco a decidere chi assumere perché fondamentalmente gli articoli 110 sono degli incaricati di staff, che esistono fino a quando il sindaco resta in carica e che decadono quando il sindaco non è più in carica
Però, dalle nostre parti, ultimamente, soprattutto nei posti più delicati qual è indubbiamente il Comune di San Marcellino indicato come permeabile anche da camorristi incalliti com’ è ad esempio il figlio di Dante Apicella che lo disse a un suo sodale mentre era intercettato, con la conseguenza che quel suo concetto, come abbiamo scritto diverse volte, finì dritto dritto nell’ordinanza che ah colpito contemporaneamente, da un lato Nicola Schiavone, cugino di Sandokan e padrino di battesimo o di cresima di Nicola Schiavone junior, figlio del fondatore del clan dei casalesi, dall’altra proprio il “pool” di imprenditori, cambiassegni e soggetti assortiti riferibili proprio a Dante Apicella, vero ministro dei lavori pubblici, a detta proprio di Nicola Schiavone junior, in una delle sue propalazioni da collaboratore di giustizia, del citato clan di Casal di Principe con allegato distretto criminale.
San Marcellino è un posto particolarissimo. E’ il luogo dove è sbocciato l’amore tra la figlia del sindaco Anacleto Colombiano con l’imprenditore, Marcello Della Corte, titolare di molti appalti pubblici, nonché nipote Giorgio Marano, il saponaro, uno dei reucci del traffico illegale dei rifiuti targati sempre clan dei casalesi e a sua volta cognato del capozona Salvatore Fioravante detto porcellino
Per questo motivo il sindaco Colombiano deve dare l’idea di essere più realista del re. Dunque, anche per un 110 norma che gli consente di prendere chi gli pare, lui apparecchia una procedura all’apparenza fortemente garantista dell’elemento meritocratico
Per cui, i nove aspiranti comandanti dei vigili urbani si sono presentati il 21 febbraio e hanno trovato sul tavolo dove c’era la commissione, alla presenza della segretaria comunale, dei numeri, ovviamente secretati, da pescare. Ora ci permettiamo di obiettare se proprio uno vuole fare un’operazione regolare, ripetiamo non richiesta dall’articolo 110 che alla commissione da un potere consultivo magari di indirizzo, ma non vincolante rispetto alla scelta del sindaco, uno metti i numeri in un cesto e alla presenza contestuale e contemporanea di tutti i nove partecipanti li invita a mettere contemporaneamente le loro mani dopo aver mescolando nel cesto tirando quello che gli capita sulle dita. Neanche questo ti dà la certezza della normalità meritocratica ma comunque rende più difficile un eventuale acquisizione, ad opera di un partecipante singolo, di un numerino collegato a un pezzo di carta o a una pallina o a un qualche cosa contenente un graffio, una piccola asperità in grado di farla riconoscere.
A San Marcellino la cosa ha funzionato diversamente: ognuno dei candidati che si avvicinava al tavolo della commissione, pescava singolarmente e unilateralmente un numerino. Quel numerino corrispondeva ad una busta dentro alla quale le c’erano le domande che, oralmente, la commissione avrebbe rivolto al candidato. Si procedeva in ordine alfabetico. Con un’eccezione, però: il già comandante ex articolo 110 poi detronizzato dei vigili urbani di Giugliano, città importante con più di 100mila abitanti, ha portato con sé qualcosa con la quale ha giustificato la richiesta di essere interrogato per primo. Non gli sarebbe toccato visto che il suo cognome non era il primo in ordine alfabetico. Dunque, ha potuto pescare il numerino tra tutti e 9 quelli presenti sul tavolo, quandanche – aggiungiamo noi a questo punto, inutilmente – mescolati dalla segretaria comunale
Il giuglianese ha dato il numero alla commissione e ha aperto la busta corrispondente, e contenente le domande. Ha fatto un figurone. Roba da assegnargli immediatamente il comando dei vigili urbani di Roma, di Milano o di Napoli
E qui viene fuori l’esperta saggezza della De Ruvo. Quando ha visto la scena, ha apposto leggiadramente la mano sul suo ventre, dando l’idea di essere stata colpita da un malessere intestinale improvviso e si è allontanata dalla stanza, non facendovi più ritorno.
Commento finale nostro: avremmo fatto esattamente la stessa cosa anche noi. Sindaco Colombiano, ma a che servono queste scenette? L’articolo 110 le attribuisce il potere di prendere chi le pare. E lo prenda questo di Giugliano con pieno diritto e risparmi, gentilmente, queste robe che francamente non garantiscono proprio un bel nulla. Siamo proprio sicuri che se il giuglianese fosse stato il terzultimo o il penultimo o l’ultimo a conferire magari in funzione di una busta diversa da quella che ha preso avrebbe fatto lo stesso figurone che ha fatto? Noi non ne siamo affatto sicuri. Scriviamo di San Marcellino da anni ed anni e sulla scorta ci ciò formuliamo questa nostra affermazione