FRATELLI D’ITALIA a Teverola è un partito beneficiato dalla camorra. 5 domande che alla Meloni non faranno leggere mai
26 Marzo 2025 - 10:59

Il congresso cittadino è stato un Gennaro Caserta day, componente dell’assemblea nazionale del partito e sindaco eletto grazie ai 468 voti personali della nuove del boss Nicola Di Martino, con il suo sostituto a presidiare i seggi, come ha messo nero su bianco non CasertaCe, ma la Dda di Napoli
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TEVEROLA (g.g.) Sono i giorni in cui molto si parla del compleanno ottuagenario virgola cinque di Mina Mazzini, l’indomita tigre di Cremona, così come la denominò la grande Natalia Aspesi. Noi di CasertaCe la stiamo a nostro modo omaggiando utilizzando titoli e passi delle sue canzoni. Sappiamo che un po’ le contaminiamo associandole alle gesta di tanti “briganti, papponi e lacchè – ehhh stamattina non la vogliamo finire con la storia della musica – ma per noi è divertente e ci permette di ridere un po’ per non piangete. È allora abbracciamoci più forte (Abbracciame , mo’ pure Sannino, siamo musico compulsivi) e procediamo “Mettiamo
Di questa cifra, secondo voi, lettori di CasertaCe, quanto sarebbe in grado di custodite l’attuale classe dirigente del partito? A livello nazionale forse un sette, otto per cento, mentre, su scala locale, a Caserta e provincia, a nostro avviso, non più del due o tre per cento. Tragicomiche sono, infatti, le modalità con le quali viene gestito il partito qui da noi. Tornare sugli eventi del passato prossimo sarebbe superfluo, a partire dalla pittoresca posizione, assunta da Gimmi Cangiano in occasione delle elezioni comunali quando Fratelli d’Italia si è schiantata allegramente contro gli scogli, consegnandosi con ignominia a Giovanni Zannini che, alla fine, ha umiliato il nome della Meloni rifiutando il simbolo in associazione alla candidatura a sindaco di Franco Matacena e costringendo Cangiano ad elemosinare qualche voterello qua e là salvando per modo di dire il marchio di Giorgia Meloni dalla figuraccia dello “zero eletti” grazie ad Armando Lama e a sua figlia, Imma, assorbiti a freddo, con tanto di spogliarello last minute, per fargli indossare una casacca con la quale i Lama c’entravano come i cavoli a merenda. Questa è la parte comica. Poi c’è quella tragica che non attiene al passato prossimo, bensì si giorni di ora. Al presidente provinciale Gimmi Cangiano rivolgiamo la seguente domanda: Giorgia Meloni sa di avere nella sua assemblea nazionale un signore che si chiama Gennaro Caserta, divenuto sindaco grazie si voti della camorra?
Seconda domanda, seguita da altre: Giorgia Meloni sa che la Dda di Napoli e un gip del tribunale di Aversa – Napoli Nord hanno arrestato un tipo che si chiama Salvatore De Santis, sostituto capozona del clan dei Casalesi, e presidio fisico per ore e ore dei seggi di Teverola, come provano le cronache di tutti i giornali e com’è certificato dalla succitata ordinanza del tribunale? Lo sa la Meloni che quel De Santis stava lì per guardare minacciosamente chi entrava e usciva allo scopo di portare più voti possibili al mulino di Ellen Di Martino, nipote diretta del capozona carcerato Nicola Di Martino, sostituito con grande efficienza, prima di raggiungerlo a sua volta nelle patrie galere, proprio dal Die Santos?
Lo sa Giorgia Meloni che i 450 voti e passa di Ellen Di Martino, precisamente 468, sono stati assolutamente decisivi per la vittoria di Gennaro Caserta, lo ripetiamo, componente dell’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia? No, non lo sa e il buon Gimmi, schermato dai suoi due compari Edmondo Cirielli (ma sismo sicuri che questo facesse il carabiniere!) e Lollo rigida prega Iddio che CasertaCe resti un giornale locale fuori dai radar delle rassegne stampa nazionali, consegnate alla Meloni nel corso della giornata. E siccome su Teverola gli sta andando bene fino a ora ha voluto stravincere lui e Marco Cerreto, trasformando il congresso cittadino in un Gennaro Caserta day, con tanto di presentazione in onorata società di luogo Roma, che alle Regionali vorrebbe, auspice Cangiano, fare il pieno, magari di “quei voti”,
Ma a questo punto, perché non gettare completamente la maschera facendo eleggere proprio Ellen Di Martino coordinatrice cittadina? In questa provincia questo non è un partito, è una cloaca.
Una robetta del due per cento, al netto di Giorgia Meloni, condotto da gente senza dignità politica e senza morale. Gente a cui la Meloni, un bel giorno, ha regalato i biglietti vincenti di una lotteria. La lotteria dell’indecenza.