LA NOTA. Feltrinelli fa marcia indietro con la coda tra le gambe. Non si capisce se è più ignorante quello che ha scritto la guida o i nostri politici improbabili indignati

24 Agosto 2018 - 18:56

CASERTA (Gianluigi Guarino) – A Gian Giacomo Feltrinelli, partigiano e comunista, morto dilaniato dalla bomba che stava piazzando per far saltare un traliccio delle ferrovie, questa indecorosa marcia indietro della casa editrice da lui fondata non sarebbe affatto piaciuta.

Non perchè una persona o un’azienda non possano ravvisare, in un atto rivalutato alla luce di nuove conoscenze ed esperienze, un errore compiuto, ma perchè è fin troppo chiaro, in questo caso, che quelli della Feltrinelli hanno agito nel perimetro di una pura logica di interesse commerciale.

Per carità, questi non sono gli anni ’70 e Feltrinelli non certo per questa vicenda è divenuta una casa editrice diversa da quella che fu all’inizio. Si è trattato di un processo naturale, sviluppatosi in funzione dei tempi nuovo e del mutare delle stagioni politiche, attivate e poi fatte tramontare dai fulgori, di seguito estinti, delle grandi ideologie.

Ma esiste un limite che viene costituito proprio dalla invalicabilità di un senso di sè, della propria identità, della propria storia, che non può certo essere calpestata in dieci righe di comunicato stampa (buono solo per far rivoltar nella tomba Gian Giacomo) esclusivamente perchè, udite udite, i signori Carlo Marino, Luigi Bosco, Zinzi e compagnia hanno minacciato querele per la decrizione che la guida turistica della casa editrice ha fatto della città di Caserta, definita “anonima”.

In queste levate di scudi dense di un trito conformismo, che ha fatto somigliare i loro scritti ad una pappa omogeneizzata, si è parlato addirittura di razzismo.

Naturalmente nessuno di loro, confermando l’attitudine dei nostri politici a conservare gelosamente ed orgogliosamente la propria grassa ignoranza, era andato a leggersi, direttamente dalla guida e non dalle agenzie di stampa, la descrizione fatta della città.

L’avessero fatto, si sarebbero accorti che una riga sotto si parlava di Benevento, che non ci sembra attestata sullo stesso parallelo di Berna, in termini elogiativi con tanto di invito alla visita.

Feltrinelli avrebbe dovuto tenere botta, emendando alcune affermazioni stupidotte e superficiali contenute nella guida (come quelle relative all’arredamento della Reggia e il giudizio estetico sui giardini, o la gomorrata a scoppio ritardato sul “triangolo della morte” aversano) e promuovendo magari un convegno aperto, plurale e pluralista, sulle bellezze e sulle bruttezze di questa città e di questa provincia, accompagnando il tutto con un’escursione in cui gli estensori della guida, a quanto pare inglesi, sarebbero stati portati a visitare il territorio dal sindaco, da Zinzi, da Felicori, ma anche da Guarino e da Pasquale Manzo.

Perchè un collegio arbitrale deve essere equilibrato. Siccome noi non abbiamo il problema di preservare il marchio capitalista che invece la Feltrinelli, con questa ignominiosa marcia indietro, dimostra di avere come sua unica stella polare, ribadiamo il concetto, candidandoci noi a ricevere la querela che Feltrinelli ha scansato scappando dalla testimonianza delle proprie idee con la coda tra le gambe: Caserta è un cesso.

Demagogici? Apodittici? Diffamatori? Se avete il coraggio, ma non lo avete, perchè la cultura e l’esercizio della conoscenza non sono nel Dna dei nostri politici, leggetevi, CLICCANDO QUI, le centoventi righe di ragioni per cui Caserta è irreversibilmente un cesso materiale e morale, al di là di quello che scrive una guida fatta male da una casa editrice ormai in declino.

 

 

 

QUI SOTTO IL COMUNICATO STAMPA DI FELTRINELLI:

“Feltrinelli e’ il concessionario italiano di Rough Guide, uno dei marchi piu’ autorevoli dell’editoria di viaggio, nato in Inghilterra nel 1982 e oggi distribuito in tutto il mondo con oltre 120 destinazioni. Le guide Rough sono note per il loro stile diretto e personale e per rappresentare i luoghi dal punto di vista di viaggiatori che condividono percorsi di visita con altri viaggiatori, sulla base di esperienze e opinioni soggettive. E’ del tutto evidente che i giudizi legittimi degli autori delle singole guide, frutto delle loro esperienze, non rappresentano il punto di vista dell’editore ne’ del Gruppo Feltrinelli. Non lo rappresentano, nel caso specifico, i giudizi su Caserta e sull’area casertana presenti nella guida”.

“Abbiamo raccolto con grande attenzione le indicazioni che ci sono state sottoposte circa il territorio casertano e ci riserviamo di entrare in contatto con la sede centrale di Rough Guide a Londra e con gli autori perche’ vengano valutate le adeguate modifiche in vista di eventuali nuove edizioni della guida, non solo nella versione italiana ma anche in tutte le future edizioni internazionali. L’impegno del Gruppo Feltrinelli per il Sud del nostro Paese e per lo sviluppo della cultura nell’intero territorio nazionale e’ sotto gli occhi di tutti: con le nostre produzioni editoriali e con gli investimenti importanti che anche di recente hanno determinato nuove aperture di librerie divenute in breve tempo il centro propulsivo del relativo territorio”.