ELEZIONI PROVINCIALI. Non è solo questione di impresentabili, la coalizione di centrodestra non può genuflettersi davanti a Zannini
20 Maggio 2025 - 13:21

Ieri pomeriggio, Forza Italia ha chiesto un’altra settimana proprio in funzione dell’adesione dei moderati. Ma Zinzi ha posto un problema politico: non si entra in una coalizione ponendo la pregiudiziale di una candidatura. I nomi di Zannini sono quelli di Colombiano ed Emilio Nuzzo
CASERTA (G.G.) – È troppo facile ragionare e, conseguentemente, valutare come impresentabili alcune candidature, più o meno emerse ieri pomeriggio durante la riunione svoltasi a Napoli, tra i coordinatori regionali dei quattro partiti del centrodestra – Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Moderati.
È facile, perché una designazione come quella espressa da Fratelli d’Italia – il sindaco di Teverola, Gennaro Caserta – espone un personaggio eletto palesemente e platealmente con i consensi che, non noi di Casertace, ma la DDA di Napoli ha certificato come voti della camorra.
Stiamo parlando delle quasi 500 preferenze raccolte da Ellen Di Martino, nipote diretta del boss Nicola Di Martino, con il suo sostituto Salvatore De Santis, appostato per ore davanti ai seggi.
Stesso discorso vale per la candidatura – al momento solo ipotizzata da Forza Italia – di Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino, figura offuscata da parentele problematiche (CLICCA E LEGGI i nostri due articoli), da parole imbarazzanti pronunciate e intercettate, poi inserite in un’ordinanza fondamentale come quella relativa al boss del clan dei Casalesi, Dante Apicella (CLICCA E LEGGI), e da indagini rilevanti, come quella che ha evidenziato i contatti strettissimi tra esponenti della sua giunta durante la prima consiliatura – parliamo della vicesindaca Anna Graziano, non di un usciere (CLICCA E LEGGI).
Sarebbe ancor più facile rovistare negli archivi e ricordare che la soluzione di riserva, sempre ipotizzata da Forza Italia – la candidatura del sindaco di San Felice a Cancello, Emilio Nuzzo – riguarda una persona condannata, anni fa, a un anno e mezzo di reclusione per porto abusivo di pistola. Reato serio, certo diverso dalla diffamazione a mezzo stampa commessa, per esempio, dal sottoscritto per denunciare le malefatte di politici ladroni e paramafiosi.
Ma abbiamo deciso di affrontare un’altra questione, emersa durante la riunione di ieri pomeriggio a Napoli, alla quale hanno partecipato Gianpiero Zinzi, coordinatore regionale della Lega (che ha proposto come nome della Lega quello del sindaco di Caiazzo, Stefano Giaquinto), Francesco Silvestro, in sostituzione dell’assente Fulvio Martusciello, e Gimmi Cangiano, che ha preso il posto del coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, il quale, a sua volta, ricopre quella carica come controfigura di Edmondo Cirielli, colui che comanda realmente nel partito della Meloni in Campania.
La riunione si è conclusa, sostanzialmente, con un nulla di fatto. Ciò perché Forza Italia ha chiesto una settimana di tempo, in quanto il movimento I Moderati di Giovanni Zannini, secondo quanto dichiarato da Silvestro, sta aderendo al partito. Una notizia già di per sé interessante, perché sancisce l’addio di Zannini a Vincenzo De Luca, che gli ha permesso di fare, per dieci anni, il bello e il cattivo tempo in provincia di Caserta, assecondando una politica a dir poco discutibile.
Il discorso più significativo, però, lo ha fatto Zinzi, che ultimamente stiamo attaccando con decisione sulla piazza di Marcianise. Ma questa volta, dobbiamo riconoscere che ha ragione. Zinzi ha detto a Silvestro che l’adesione dei Moderati è un affare interno a Forza Italia, sul quale lui non può e non intende interferire.
Detto ciò, il centrodestra casertano non è ridotto al punto da dover assecondare il disegno di un gruppo politico che, ancora oggi, in Regione, appoggia De Luca e pretende di imporre il candidato alla presidenza della Provincia.
Zinzi ha dichiarato di non avere riserve rispetto alla legittimità di Forza Italia di indicare il candidato presidente, purché questi appartenga al partito da tempo e purché non abbia connessioni con i Moderati, i quali – da ultimi arrivati – non possono imporre condizioni all’intera coalizione.
Quindi, sia detto con chiarezza: né Colombiano, né Emilio Nuzzo. Non per ragioni personali, ma per una questione, a nostro avviso ineccepibile, di metodo politico.