È morto il collaboratore di giustizia Pasquale Giovanni Vargas
18 Settembre 2025 - 15:38

Il decesso del collaboratore di giustizia Pasquale Giovanni Vargas è stato confermato ufficialmente dal Servizio Centrale di Protezione, ponendo fine ai dubbi sollevati dalla Corte d’Assise di Napoli nell’ambito del processo per l’omicidio di Gennaro Barba, affiliato al clan Contini.
La Corte, presieduta dalla giudice Marcella Suma con a latere Maria Compagnone, aveva richiesto un accertamento sulle condizioni di salute del pentito, condannato in primo grado a nove anni per il delitto. Vargas, infatti, avrebbe dovuto essere sottoposto a esame, ma l’ennesima assenza aveva causato un ulteriore rinvio del procedimento.
Ora, con la conferma del suo decesso — avvenuto dopo un lungo periodo di malattia — la Corte potrà acquisire formalmente le sue dichiarazioni già messe a verbale. Il processo riprenderà nella seconda metà di ottobre, con l’esame dell’imputato Carlo Tommasiello, la requisitoria del pubblico ministero antimafia e le arringhe delle difese.
Tommasiello è accusato di aver preso parte all’omicidio di Barba, strangolato con una corda e poi gettato in un pozzo nelle campagne di Villa Literno il 27 ottobre 1993, nel pieno della faida tra i clan Lago e Contini per il controllo del territorio nella zona di Pianura (Napoli). Secondo gli inquirenti, Barba sarebbe stato ucciso su mandato di Pietro Lago e Domenico Bidognetti. Per assicurarsi della sua morte, il corpo fu anche colpito con una zappa.
L’inchiesta, riaperta nel 2023 grazie alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia Vargas e Domenico Bidognetti, ha portato all’emissione di misure cautelari nei confronti di Tommasiello, Vargas, Vincenzo Cantiello e lo stesso Bidognetti. I provvedimenti, richiesti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e disposti dal Gip del Tribunale di Napoli, riguardano tre omicidi: oltre a quello di Barba, anche quelli di Antonio Russo e Sergio Bruno, avvenuti anch’essi nell’ottobre del 1993.
Secondo l’accusa, Russo e Bruno sarebbero stati assassinati da esponenti del clan dei Casalesi, con la partecipazione di Vargas e Cantiello, inviati in supporto al gruppo criminale capeggiato da Pietro Lago. A eseguire materialmente gli omicidi, insieme a loro, ci sarebbero stati anche Vincenzo Di Vicino e Vincenzo Giordano, entrambi oggi deceduti.