CASAL DI PRINCIPE. Le famiglie delle vittime della camorra scrivono al premier Conte: “Riconosceteci lo status”

4 Ottobre 2018 - 21:09

CASAL DI PRINCIPE (lda) – L’associazione Vittime innocenti della criminalità organizzata, ha inviato una importante e forte lettera, che pubblichiamo in esclusiva, indirizzata  al Premier  Conte, e ai Ministri Salvini e Di Maio, per chiedere maggiore attenzione verso chi ha subito una terribile perdita per mano di criminali spietati e disumani. Da anni i nostri territori sono stati insanguinati da omicidi e attentati, tante le vittime innocenti che sono state private della possibilità di vivere la vita, e tanto il dolore provocato ai loro famigliari. I familiari delle vittime, chiedono alle istituzioni, maggiore attenzione e azioni concrete nei loro confronti, come il giusto riconoscimento del loro status di vittime. Una vicenda che va avanti da anni, in cui tutti si sono detti pronti a provvedere a ciò, ma solo parole e nessun fatto concreto. Per molti Governi e Governati le decine di familiari sono solo numeri e nomi su carta messa lì ad impolverarsi, senza che nessuno si prenda la briga di fare giustizia per chi non ha colpa, ma solo la sfortuna di trovarsi in luoghi attanagliati dalla criminalità, che uccideva come se non ci fosse legge, decidendo delle sorti di uomini, donne, bambini, e di interi paesi e città, uno Stato parallelo allo Stato. Per questo i diversi firmatari della lettera chiedono un incontro con i Ministri per poter avere la possibilità di dire cosa stanno patendo da anni, vivendo come invisibili, nonostante le perdite subite. A rappresentare l’associazione e i familiari l’avvocato Giovanni

Zara di Casapesenna, tra i firmatari vi è il sindaco di Casal di Principe Renato Franco Natale, il testimone dell’omicidio di Don Diana Augusto Di MeoGianni SolinoValerio Taglione, Salvatore Di Bona e tanti altri. Il testo è molto importante e delinea una realtà sconcertante, la lettera esordisce così, “Chi è innocente non deve temere nulla” – affermano i sottoscrittori – “E’ una frase che abbiamo sentito tante volte, ma la verità è un’altra” – proseguono scrivendo – “Siamo mogli, figli, figlie, fratelli, sorelle, padri e madri di vittime innocenti della criminalità organizzata. I nostri familiari sono stati uccisi dalla camorra senza avere alcuna colpa e solo per uno scambio di persona o perché si sono opposti ad essa e ora sono finiti nel tritacarne della burocrazia”. Al momento non vi è stata ancora risposta in merito, seguiremo la vicenda tenendovi informati.