CASERTA. L’ex vicesindaco Enzo Ferraro condannato a 7 anni. Camorra e servizi sociali, ecco le pene per Pino Gambardella, Grillo e…

16 Gennaio 2019 - 20:04

CASERTA/MARCIANISE – (T.P.) –  Circa un paio di ore fa, il collegio A, prima sezione penale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto dal giudice Giovanni Caparco, a latere Auriemma e Graziano, ha pronunciato l’attesa sentenza del processo sul giro di mazzette e di favori, legati alla concessione di appalti nel perimetro dei servizi sociali del comune di Caserta.

Si tratta dell’inchiesta, realizzata a suo tempo dal pubblico ministero della dda di Napoli, Luigi Landolfi, a carico dell’ex vicesindaco ed ex assessore ai servizi sociali del comune capoluogo Enzo Ferraro, del dirigente Pino Gambardella, dell’imprenditore marcianisano Angelo Grillo e di alcuni suoi dipendenti.

Sette anni di reclusione sono stati comminati a Enzo Ferraro. Il pm Landolfi, in sede di requisitoria, ne aveva chiesti 12. Sei anni e sei mesi di reclusione per Pino Gambardella (il pm ne aveva chiesti 9), 8 anni per Angelo Grillo (invece dei 6 invocati dal pm), che per un periodo è stato collaboratore di giustizia, salvo poi perdere questo status per la sua proverbiale inaffidabilità; 4 anni per Assunta Mingione, sua dipendente. Assolti, invece, Immacolata Criscuolo, Paola Mincione e Pasquale Valente.

Il collegio ha anche stabilito una dura pena accessoria: interdizione perpetua dai pubblici uffici per i citati Enzo Ferraro e Angelo Grillo, 5 anni di interdizione per Assunta Mincione e Pino Gambardella.

E’ stata disposta inoltre la confisca dei beni, consistenti nelle quote della cooperativa di Angelo Grillo, affidataria del servizio di trasporto dei disabili, appaltato dal comune di Caserta.

Nel collegio difensivo, gli avvocati Francesco Nacca (per Valente), Angelo Raucci, Rosario Avenia, Carlo De Stavola, Rocco Trombetti, Vittorio Giaquinto, Luca Tornatora, Romolo Vignola e Paolo Pascarelli Dell’Aquila. Si sono costituiti parte civile il Comune di Caserta, con l’avvocato Alberto Martucci, e l’associazione “Caponnetto”.