CAMORRA, SLOT E SCOMMESSE. “Vi dico quanto ci pagavano i locali per ogni slot del videopoker”

31 Luglio 2019 - 16:00

CASAL DI PRINCIPE (red.cro.) – Sono state rese note le parole del collaboratore di giustizia Umberto Venosa attraverso le quali ha spiegato la posizione Romolo Corvino, detto Romoletto, uno dei personaggi presenti nell’inchiesta della Dda sull’omicidio di Antonio Diana, ucciso dai sicari del clan davanti al figlio di 3 anni nel 1991.

In questo caso, il discorso è stato spostato sulla gestione delle slot machine e delle scommesse sotto il controllo del clan dei Casalesi. “Romoletto – dice Corvino – è stato il mio successore nella gestione“. In particolare della cassa e gli introiti derivanti dalle slot e dalle scommesse.

Venosa continua così: “Romolo Corvino imponeva nei vari bar e nelle sale scommesse le slot machine nonché le postazioni per le scommesse online del “Racing Dog”. Per ogni slot che veniva installata i gestori versavano nelle casse del clan la somma di 70 euro mensili, mentre per il Racing Dog la somma versata era pari al 10% delle scommesse. Dalla gestione delle slot machine e delle scommesse online il clan incassava 100mila euro mensili“.