PICCOLI BOSS CRESCONO. La banda di Ugo di Puorto, figlio di Sigismondo, fu aggredita in una mega rissa dal “gruppo dei genovesi”. Ecco perché

16 Agosto 2019 - 21:02

Casal di Principe – Da quando è venuto fuori il suo nome nella vicenda delle morti della discoteca di Corinaldo, la vita emiliana di Ugo di Puorto, figlio del boss dell’esponente del clan dei casalesi, Sigismondo di Puorto, è stata letteralmente vivisezionata.

Molte delle storie sono finite nell’ordinanza applicativa della misura cautelare ai suoi danni.

Ce n’è una in particolare che in qualche modo evocherebbe la cultura del clan, di cui una banda può essere embrione.

Ugo di Puorto era uno dei bulli “più bulli” del manipolo dei modenesi. Camminavano in gruppo, come capitava ai figli e ai congiunti dei boss del clan dei casalesi degli anni 90. Hanno fronteggiato altre bande di piccoli delinquenti, ugualmente codificate.

Nell’ordinanza si parla di uno scontro frutto di un’aggressione effettuata dalla “banda dei genovesi”.

Ma in quelle strade, in quei locali, arrivavano ragazzi di vita un po’ da tutto il nord. Ad esempio c’erano i torinesi, che, come già abbiamo scritto nei gironi scordi, trattando questo argomento, erano stati coinvolti nei famosi incidenti, avvenuti a Torino, in piazza San Carlo, in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid.

Il contatto con i genovesi sarebbe stato causato dalla rivendicazione di una collana d’oro da parte di questi ultimi.