Imbroglio NUMERO 1: 900mila euro solo di progettazione per il finanziamento al comune di LUSCIANO per la rete fognaria. TUTTE LE CARTE FALSE secondo l’Anac

19 Dicembre 2019 - 19:32

LUSCIANO – Guardate, è difficile raccontare con semplicità e in maniera comprensibile, anche a chi non mastica della materia del diritto amministrativo nella parte in cui questo regola la materia dei lavori pubblici, il garbuglio di inguacchi addizionati l’uno all’altro da un sistema di potere che vede sindaci, amministratori comunali, consiglieri, dirigenti di settore, impiegati, tutti insieme a perseguire un obiettivo comune: rubare e arricchirsi attraverso un sistema di corruzione. Più studiamo documenti e più siamo convinti che quasi il 100% delle procedure di affidamento, di incarichi amministrativi per la fornitura di beni e di servizi, siano truccate.

Da anni diciamo, e oggi ribadiamo, che a Caserta e provincia è un’autentica barzelletta la vigenza, la presenza nel codice penale del reato di turbativa d’asta.

L’attività repressiva è molto limitata e siccome corruzione chiama corruzione, siccome è sotto gli occhi di tutti che, scusateci il gioco di parole, comunque voluto, che tutti rubano, si crea un meccanismo di rassegnazione che si traduce poi in emulazione: ma se tutti rubano – pensano quelli che non rubano – e nessuno viene acchiappato, perché io dovrei recitare la parte del fesso della situazione osservando gli altri arricchirsi, creandosi posizioni economiche invidiabili per loro stessi e per le loro famiglie?

Insomma, un disastro morale e sociale. La premessa la utilizziamo per introdurre le prime forti argomentazioni, contenute nella recente ordinanza, firmata dal gip del tribunale di Aversa Napoli nord Antonella Terzi, su istanza della procura attinente, che ha portato all’arresto del sindaco di Villa Literno, Nicola Tamburrino, del suo ingegnere capo D’Ausilio, dei due imprenditori, Nicchiniello padre e figlio e all’iscrizione nel registro degli indagati di una pletora di personaggi, a partire dal sindaco di Lusciano Nicola Esposito, proseguendo con l’ex assessore all’Urbanistica del Comune di Aversa Ninì Migliaccio, e compagnia bella, anzi, come osiamo dire noi, compagnia brutta.

Un’ordinanza che è una sorta di eccezione, un’oasi nel deserto dell’attività di repressione che in un’area a grandissima infiltrazione corruttiva, in cui c’è da abbattere una mentalità, prima di affrontare i fatti specifici, dove occorrerebbe ben altra attività, ben altra organizzazione, ben altri mezzi da mettere a disposizione delle indagini e degli uomini e delle donne della polizia giudiziaria.

In calce a questo breve articolo di presentazione, pubblichiamo uno stralcio dell’allucinante e allucinato dalla sorpresa rispetto a tanto disinvoltura, parere dell’Anac sull’inguacchio degli inguacchi, sul ripescaggio farlocco di un vecchio progetto, datato anno 2001 del Comune di Lusciano finalizzato ad ottenere un finanziamento dalla Regione per la rete fognaria e per le condotte idriche.

Un ripescaggio avvenuto nel 2013, quando il Comune di Lusciano da un lato prende copia e incolla i contenuti documentali di 12 anni prima, roba veramente ridicola con dati  risalenti addirittura agli anni ’60, dall’altro lato costruisce una procedura tale da far risultare che l’adeguamento sarebbe stato solo minimo ed avrebbe riguardato fondamentalmente la rivalutazione dei prezzi.

Una cosa tecnicamente non possibile, fa notare l’Anac. Tutte le condizioni avrebbero reso necessaria una riformulazione del progetto, un adeguamento a parametri che in 12 anni sono giocoforza cambiati. E invece quest’altra cucina degli orrori, rappresentata dalla stanza del sindaco e da quella della dirigente Anastasia Russo, ha creato un continum affidandosi solo apparentemente allo stesso soggetto di 12 anni prima.

Nel 2001, infatti, la progettazione l’aveva effettuata un raggruppamento temporaneo di professionisti formato da tre imprese, la GOP srl di Antonio Onofrio, e altri due soggetti giuridici, uno dei quali utilizzato per le perizie geologiche. Nel 2013, manco a dirlo, invece, tutto succede il giorno 24 dicembre, data in cui nell’agro aversano, vedi la grande abbuffata dei 250mila metri quadri targati Canciello e targati commissario prefettizio Palmiero in quel di Carinaro si fanno gli imbrogli perché l’attenzione e gli occhi indiscreti nel giorno della vigilia di Natale non rappresentano un grande problema. E succede che non è la RTP del 2001 ad aggiornare, almeno formalmente i prezzi, confermando quel progetto, inattuabile secondo l’Anac, ma è semplicemente l’azienda di Antonio Onofrio.

Dunque, un soggetto giuridicamente differente da quello del 2001. Questo solo per citare una delle tante inquietanti ombre individuate dall’Anac, la cui relazione, ripetiamo, si può consultare in uno stralcio integrale qui in basso. Il Comune di Lusciano avrebbe dovuto fare un’altra gara. Invece in neanche 15 giorni, tra il 24 dicembre 2013 e il 9 gennaio 2014, ha messo a posto tutte le carte, con un farraginoso copia e incolla aggiornando una cosa soprattutto: i compensi per la progettazione: ai 600mila euro già spesi nel 2001 e 2002 come acconto del tempo, si aggiungono 151mila euro che si scopre essere il saldo dei progetti di 12 anni fa solo perché lo dichiara Antonio Onofrio e non perché questo risulti, come sarebbe stato ovvio, dai documenti del Comune di Lusciano. Da 750mila euro si arriva poi a 900mila, perché la stessa azienda di Antonio Onofrio presenta una ulteriore parcella di 154mila euro per il lavoro di adeguamento della nuova documentazione. Un compenso abnorme, secondo l’Anac, per chi deve operare solo ad un adeguamento dei prezzi.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA