AL CANTIERE TORALDO ex Big Maxicinema c’è aria di clan Belforte. La ditta è di Camillo “Mazzacane”. E l’Amministrazione comunale….
21 Dicembre 2024 - 19:38
Parola di Dda. La Egizya non ha mai chiesto l’iscrizione alla lista delle ditte che non rischiamo l’interdittiva antimafia
MARCIANISE (g.g.) – Male, malissimo. Leggendo il cartello del cantiere della Toraldo, l’azienda napoletana che costruirà sulle ceneri del Big Maxicinema i suoi stabilimenti di produzione, c’è veramente da strabuzzare gli occhi.
Oltre ad una sequenza impressionante di incarichi alll’ingegnere Fabio Raucci, progettista, direttore dei lavori, coordinatore della sicurezza e chi più ne ha più ne metta, un tempo vicinissimo alla colonia dei professionisti dell’ex sindaco Filippo Fecondo, il dato più clamoroso è rappresentato dalla scelta operata da parte dell’azienda napoletana a favore della società Egizya srl, coinvolta pesantemente in indagini della Dda, curate dal pubblico ministero Luigi Landolfi che, qualche anno orsono, ha sequestrato beni di questa impresa considerandola direttamente connessa al clan Belforte, specificatamente a Camillo Belforte, figlio del superboss Mimì Belforte Mazzacane, capo assoluto dell’omonimo clan.
La vicenda non è neppure vecchissima e prende le mosse da un intercettazione realizzata dagli inquirenti durante un colloquio nel carcere di Sassari tra Mimì Belforte, sua moglie Maria Buttone, il genero di entrambi e un diciassettenne il quale si offre di andare a parlare con Carlo sparaco costruttore di Marcianise trapiantato a San Nicola la Strada ex presidente della Casertana calcio, a cui i Belforte imputavano due cose: prima di tutto di non aver più pagato i soldi che loro ritenevano dovuti, in qualità di socio di Sparaco, e secondo di averli denunciati proprio allo scopo di non pagare. Si parla di un’aggressione, di picchiare Sparaco per dargli una lezione
Arriva, però una mediazione e attraverso un’operazione immobiliare piuttosto complessa Sparaco prima acquisisce un palazzo di Caserta, “Casa civica 1886” del valore di 600 mila euro e lo vende (si fa per dire) proprio alla Egizya srl, la stessa società incaricata da Torraldo di operare tutti i lavori per le nuove fondazioni.
Non ci giriamo intorno, siccome Toraldo ha avuto una concessione dal Comune di Marcianise e utilizza in gran parte professionisti e aziende marcianisane, è molto difficile ipotizzare che il nome di Egizya, così come quello dell’ingegnere Fabio Raucci, non siano frutto di un imbeccata di qualche settore dell’amministrazione comunale. Insomma, il discorso diventa serio. Fino ad ora abbiamo contestato diverse cose al sindaco Antonio Trombetta.
Ma a questo punto il livello del confronto rischia di diventare, addirittura, drammatico. Il primo cittadino non può esimersi dall’esprimere un proprio punto di vista su questi lavori, compiuti da una grossa azienda napoletana che ha assoldato professionisti di Marcianise e ditte di Marcianise, dopo aver avuto a che fare con gli uffici del Comune che hanno rilasciato la concessione.
Inutile dire che Egizya srl non ha mai chiesto l’ingresso nella cosiddetta White List e mai e poi mai l’avrebbe avuta con i precedenti di Biagio Francescone, suo amministratore e con la ricostruzione netta, chiara da parte della Dda, che riconduce questa società direttamente alla famiglia Belforte attraverso Camillo Belforte di Mimì.
Questa è solo la prima puntata. Ripetiamo: il fatto è molto serio. Non ricordiamo, al riguardo, ai tempi di Velardi e neanche nelle amministrazioni precedenti una situazione così grave e il coinvolgimento di un’impresa così discutibile in lavori importantissimi, per i quali il Comune ha svolto un ruolo decisivo, rilasciando tutte le autorizzazioni.
Egizya, lo ribadiamo perché si tratta di un dato fondamentale secondo noi, non ha neppure tentato di entrare nella White List della prefettura di Caserta, puntando ovviamente solo ad alcuni lavori privati.
Ma quello della Toraldo è un lavoro privato fino a un certo punto. Perché è stato reso possibile dalla solerzia e dalla disponibilità degli uffici del Comune di Marcianise.
Ma questa, statene pur certi, non ve la faremo passare.