ASL CASERTA, altro appalto truccato: un’intercettazione inchioda Pasquale Capriglione. Ecco come si aggiudicò i 3 milioni e mezzo per i servizi nella Rsa del Capoluogo
21 Febbraio 2022 - 17:58
Un breve excursus tra tutte le società dominate di fatto dall’imprenditore di Carinola. I prestanomi tra cuio c’è anche, secondo la Dda, un’avvocatessa. Il colloquio con un altro avvocato, presente alle fasi dell’aggiudicazione della gara e la conversazione rivelatrice con la sua collaboratrice Paola Marrese
CARINOLA – (g.g.) Il secondo articolo, da noi dedicato oggi all’indagine, a nostro avviso importantissima, realizzata con grande accuratezza dagli effettivi della Squadra Mobile della Questura di Caserta, coordinati dai magistrati della Dda di Napoli, riguarda il secondo fondamento della stessa. Perchè qui i personaggi cruciali sono due: da un lato Luigi Lagravanese di San Cipriano di Aversa, che più pentiti tra cui Nicola Schiavone, definiscono un operatore economico pienamente a disposizione delle esigenze della camorra locale; dall’altro Pasquale Capriglione di Carinola, ma trapinatato nella vicinissima Falciano del Massico che con Luigi Lagravanese si è anche consorziato ufficialmente in passato all’interno del consorzio Agape, colpito da interdittiva antimafia nel 2000 e in fase di formale liquidazione manco a dirlo, ad opera di Maurizio
Sulla carta quest’ultimo e Lagravanese non sono stati più insieme dentro alla stessa società o allo stesso consorzio. In realtà, il rapporto ha avuto piena e forse ancor più corposa continuità in tutte le trame che hanno portato entrambi a fare letteralmente man bassa di affidamenti di servizi sociali alla persona da parte della maggior parte dei comuni della provincia di Caserta e di molti anche della provincia di Napoli.
In verità Capriglione, a cui non ha mai fatto difetto il dinamismo e anche una intelligenza luciferina, si è spinto anche al di là dei confini della Campania, come dimostrano certe fotografie, la più importnte, da noi pubblicata a dicembre, quella che lo ritrae insieme all’attuale governatore della Puglia, nonchè ex magistrato o magistrato in aspettativa Michele Emiliano.
Partiamo da alcune descrizioni fondamentali. La Dda ritiiene ascrivibile al pieno controllo di Capriglione il consorzio di cooperative sociali Nestore che rappresenta il cuore oeprativo delle sue attività. Di Nestore, Capriglione è stato il legale rappresentante, non sappiamo se con la carica di presidente del cda o di amministratore unico, dal 14 giugno 2006 al 31 maggio 2007.
Successivamente, ha fatto un passo indietro. Ma solo sulla carta, visto che la carica di legale rappresentante è stata ssunta dalla sorella Maria Capriglione che l’ha tenuta dal 31 maggio 2007 al 31 agosto 2017. Dunque per più di 10 anni durante i quali anche Nestore ha dovuto attraversare una fase delicata, poi superata grazie ad un verdetto favorevole del Tar, a seguito di una interdittiva antimafia che aveva colpito Nestore in conseguenza della su partecipazione al consorzio Agape di cui abbiamo scritto prima.
Pasquale Capriglione non è scomparso da nestore ma ne è diventato consulente. I magistrati della Dda ritengono dei meri prestanomi di Capriglione, che sia la sorella Maria che l’avvocato Simona Angela Luberto di Sparanise, legale rappresentante di un nugolo di ulteriori società che coltivavano l’ambizione di Capriglione di diversificare i suoi interessi, stiamo parlando di Koinè, Sole che ride, di Nestore servizi srl impresa sociale, queste tre sempre nel settore dei servizi alla persona, ma poi anche Nestore editoria, Nestore food, Nestore servizi ecologici.
Le contestazioni e le ipotesi di reato a carico di Capriglione sono tantissime. Sicuramente la più importante riguarda un affidamento di cui CasertaCe si occupa da almeno 8 anni e mezzo: nelle Rsa, i servizi socio sanitari con telemonitoraggio sanitario dei pazienti ed attività alberghiere in modalità global service presso la Residenza Assistita e del centro diurno per disabili di Caserta.
Si tratta di quella struttura che a suo tempo abbiamo anche fotografato, costruita proprio alle spalle dell’ospedale civile Sant’Anna e San Sebastiano.
Quando ce ne occupavamo nel 2013, ponevamo seri interrogativi su chi erogava, grazie ad una gara aggiudicata dall’Asl di Caserta, quei servizi: le cooperative Primavera con sede legale a San Cipriano d’Aversa, sede operativa a Capua in via Mezza Appia, legale rappresentante Stefano Zippo, e Il Volo, sede a Caserta via De Falco, legale rappresentante Orlando Diana, al pari di Stefano Zippo, affondava le sue radici nei comuni ad altissima densità camorristica, dal già citato San Cipriano, a Casal di Principe, passando per Casapesenna.
Queste persone, Orlando Diana sicuramente sono state citate a loro volta dai caollaboratori di giustizia del clan dei casalesi, quali elementi a loro disposizione.
Quando è scaduto il contratto con Primavera e il Volo, l’asl, correva l’anno 2018 e la direzione generale era nelle mani dell’ottimo, anzi del super-ottimo Mario De Biasio, ha bandito una nuova gara che, alla luce delle intercettazioni finite nelle mani dei magistrati della Dda e degli uomini della polizia giudiziaria della Mobile di Caserta, è stata con ogni probabilità truccata.
Una delle conversazioni ascoltate dagli investigatori è stata quella tra Capriglione e l’avvocato di Caserta Stefano La Marca il quale ha presenziato alle procedure di aggiudicazione della gara in nome e per conto dell’imprenditore di Carinola.
Gisuto per dire, stiamo parlando di un affidamento da 3 milioni 419 mila 218 euro per tre anni di lavoro. L’aggiudicazione è avvenuta quando già al vertice dell’Asl di Caserta si era insediato l’attuale direttore generale Ferdinando Russo. L’avvocato Stefano La Marca informa Pasquale Capriglione che il consorzio Nestore si è aggiudicato la gara sopravanzando il secondo classificato di un’incollatura, precisamente di 0.8 punti. Una cifra che diventa lo 0.5 in una seconda telefonata intercettta stavolta tra Capriglione e la sua collaboratrice Paola Marrese.
Mentre nella telefonata con l’avvocato, il Capriglione si era mostrato sorpreso, quasi stupito di quell’esito, parlando con la Marrese fa anche capire il perchè lo sia rimasto. Capriglione e la sua interlocutrice non parlano di uno 0.8 così come era stato detto nella telefonata con Stefano La Marca, bensì di uno 0.5. Precisamente dei 10.05 punti assegnati a Nestore e dei 10 punti assegnati al Consorzio Filipendo di Gennaro Bortone, anche lui indagato e anche lui in strettissimo contatto di affari con Capriglione.
L’imprenditore di Carinola, trapiantato a Falciano del Massico e grande amico del consgiliere regionale Giovanni Zannini, afferma che se quello 0.5 avesse ballato, andando dalla parte di Filipendo, sarebbe stata questo consorzio e non Nestore a vincere.
Un’affermazione apparentemente ovvia, fiannche oziosa, pleonastica, che però fornisce l’idea di una gara già definita e truccata in partenza che si sarebbe dovuta risolvere con l’affermazione del consorzio Filipendo di Gennaro Bortone. In pratica Nestore partecipa alla procedura come struttura di riserva, come eventuale piano B qualora la commissione aggiudicatrice avesse incontrato difficoltà ad aggiudicare i tre milioni e mezzo di euro a Gennaro Bortone che comunque avrebbe gestito il tutto anche insieme a Capriglione.
Le parole che questi usano hanno convinto gli inquirenti a cercare nelle perquisizioni elementi utili a sostenere questa convinzione da loro maturata. Ovviamente molto più distaccati nella graduatoria, pubblicata, insieme al verbale al documento di aggiudicazione, il 17 marzo 2020 dunque nei primi giorni del lockdown integrale, gli altri partecipanti: Emme Due srl, con sede a Sessa Aurunca, con legale rappresentante la signora polacca Iwona Barbara Garzynska, e il noto consorzio Icaro di Santa Maria Capua Vetere che fa riferimento all’imprenditore Gabriele Capitelli.