ASL CASERTA DA NON CREDERCI. Grazie a sedici mesi di proroga dell’appalto, la CM SERVICE ha incassato per pulizie ed altro più di 11 milioni di euro. CLAMOROSO: spunta il nome di Giovanni Cavallero
24 Aprile 2021 - 13:34
Siamo stati attirati di nuovo dentro ad un contesto ampiamente praticato in passato, dopo aver appreso del bando assegnato da Consip lo scorso settembre
CASERTA (g.g.) – All’Asl di Caserta, come si suol dire, “non ne fanno faccia“. Emergono finalmente dopo anni le tonnellate di merda, corruzione, di gestioni improprie, di truffe, di falsità, materiali ed ideologiche, ma loro, i dirigenti e i funzionari, continuano beatamente a tenere in piedi delle situazioni a dir poco opache.
Al riguardo, un altro fronte che intendiamo riaprire, a distanza di quattro anni da quando ce ne siamo occupati l’ultima volta, si chiama CM SERVICE. Beninteso, si tratta di un’azienda che – fino a prova contraria – sviluppa legalmente e a pieno titolo la propria attività. Beninteso, riceve milioni e milioni di euro dall’Asl in forza di un titolo che, volente o dolente, rappresenta un diritto, anche in questo caso fino a prova contraria.
Ed è proprio sulla “prova contraria” relativa al diritto di cui abbiamo appena scritto che vogliamo cominciare a ragionare e lavorare partendo dall’anno 2016, allorquando l’ASL pubblica un bando per la gestione dell’attività di pulizia e sanificazione ordinaria (non stiamo ancora parlando di covid) dei suoi ospedali, dei suoi ambulatori, dei suoi uffici. Questo bando arriva a meno di tre anni di distanza dal fatidico 6
Dunque, l’ASL nel 2016 si muoveva su un’autentica brace piena di tizzoni ardenti. La gara fu aggiudicata alla citata CM Service, società con sede ad Ivrea, dunque, in Piemonte. Per la precisione, l’appalto fu aggiudicato ad un’associazione temporanea di imprese nella quale CM Service era capofila, affiancata da un altro soggetto giuridico-economico, cioè la GSI, che sta per Gestione Servizi Integrati. Che al tempo aveva forse sede in Campania, salvo poi trasferirsi anch’essa, avendo probabilmente stretto, dopo qualche contrasto e qualche scazzottata in zona Capodichino, una forte amicizia con CM, in quel di Ivrea.
Quell’appalto aveva una durata di tre anni. Fatto positivo, secondo noi, dato che trattandosi della delicatissima materia delle pulizie all’ASL, in passato finite nelle mani del clan Belforte, attraverso il summenzionato Grillo, sembrava allora (e lo sembra ancora oggi) evitare la creazione di veri e propri feudi che impediscano quella rotazione che, probabilmente, rappresenta ancora un palliativo metodologico per allontanare le mafie dalla gestione dei servizi nella pubblica amministrazione. Ma, come si suol dire, meglio di niente.
E invece non è andata così, ma la storia si è evoluta alla casertana maniera. In modo tale che uno non possa non sospettare la creazione di connivenze improprie tra l’impresa e le burocrazia sanitaria. Il sospetto non è un pregiudizio, ma scaturisce a valle di un ragionamento connotato sempre dagli stessi vizi.
Cos’è la proroga di un contratto nel mondo conosciuto, in Europa, in buona parte del resto d’Italia? E che cos’è, invece, la proroga in Campania e in particolare in provincia di Caserta? La parola è la stessa, ma il suo significato, anzi, meglio ancora, il suo uso ne divarica totalmente l’identità. Le proroghe casertane appaiono sempre come un fine e non, come prevede espressamente la legge, quale strumento straordinario da applicare il meno possibile e soli in casi eccezionali. Le proroghe casertane sono il più delle volte una modalità eversiva attraverso cui si verifica una violazione strutturale delle leggi e delle norme vigenti in tema di appalti.
Dunque, se tu fai un appalto di tre o cinque anni, già pianifichi nella tua testa, anzi, nelle teste dei livelli politici, di quelli burocratici e delle imprese, che quello non sarà un appalto di tre o cinque anni, ma di sette, otto o addirittura dieci anni. Questo accade spessissimo. CasertaCe ha fatto diventare a riguardo un caso di scuola quello riguardante i tre anni di proroga garantiti dal comune di Caserta a quelli di Ecocar, relativamente all’appalto quinquennale per la raccolta dei rifiuti nella città capoluogo.
La storia di CM SERVICE e della sua consorella GSI sembra appartenere allo stesso filone. Il contratto con l’ASL Caserta è scaduto, infatti, nel dicembre 2019. Da allora ad oggi, sono trascorsi sedici mesi e CM SERVICE continua ad essere beatamente in opera, incassando non solo gli stessi importi contrattualmente definiti, ma anche tutti quelli aggiuntivi, relativi alle sanificazioni straordinarie legate al dilagare del covid. Più che un virus, un affare per le due imprese.
Qualche cifra veloce: mentre la porzione per la sanificazione – extra pandemia – e la pulizia segna un importo di 400 mila euro al mese, quella straordinaria covid permette al titolare in proroga di incassare altri 300 mila euro mensili. La somma fa chiaramente 700 mila euro al mese. In pratica, quasi il doppio rispetto alla gara del 2016. Queste cifre sono precise, ma sulle dinamiche amministrative che ad esse attengono vi daremo ancora più dettagli nei giorni prossimi.
Dunque, per tutto il 2020 e per i quattro mesi del 2021, l’Ati CM SERVICE-GSI ha incassato 11 milioni e duecento mila euro e questo è avvenuto grazie ad un regime di proroga garantito dall’ASL. Dunque 14 milioni e 400 mila euro frutto del contratto dall’appalto vinto nel 2016 e 11 milioni e 200 mila euro per soli 16 mesi, chiaramente dopati dalla “tanta grazia” prodotta dal covid per l’anno 2020 e per i primi mesi del 2021. I signori di CMSERVICE/GSI grazie alla proroga hanno incassato in sedici mesi il 78% di quello che hanno incassato nei tre anni d’appalto.
La scuola napoletan-casertana e il suo codice degli appalti ombra si è sicuramente evoluta negli ultimi anni, anche sulla scorta degli esiti di alcune inchieste giudiziarie. Per cui, la parola proroga si coniuga immancabilmente con il termine more. Avendo infatti capito i comuni, gli altri enti e chi più ne ha, più ne metta, che le proroghe sic et simpliciter erano diventate troppo pericolose e non bastava più, come ad esempio per anni è capitato nel settore dei rifiuti a Caserta, mascherarle dietro una fila di ordinanze dei sindaci o dei direttori generali, frutto della presa d’atto di uno stato di emergenza da affrontare (v. caso della tangentopoli sui rifiuti a Maddaloni), è nato il sistema delle more. Non si tratta del celebre frutto di bosco, di siepe, bensì di un qualcosa ugualmente fruttuoso. Sarebbe al riguardo interessante (se avessimo una struttura giornalistica noi sapremmo bene cosa farci, a differenza di tanti presunti giornaloni) andare a verificare in ognuno dei 104 comuni casertani, in ognuno degli enti di sottogoverno, nell’Asl, nell’azienda ospedaliera, quante siano le garette, cioè quelle robe che dicono di voler appaltare servizi per sei mesi, massimo un anno, in modo da potersi occupare con più calma del bando della gara principale e pluriennale. ma che, bandite già da quattro, cinque mesi (spesso da più mesi ancora), sono finite in un binario morto.
Una l’abbiamo sicuramente trovata ed è proprio quella che, presumibilmente a cavallo della scadenza dell’appalto precedente, Ferdinando Russo, casoriano direttore generale dell’ASL, insieme ad Amedeo Blasotti, direttore amministrativo dell’ASL, anche lui casoriano, e, caso più unico che raro, confermato nella sua posizione dopo il passaggio di consegne tra Mario De Biasio e Russo, bandiscono per attribuire il servizio di pulizia e sanificazione dell’ASL per sei mesi. Naturalmente, sono trascorsi sedici mesi (o anche di più) e questa gara non è stata mai aggiudicata.
E allora che cazzo l’hanno fatta a fare? E mo’ elo spieghiamo. La nostra non è una deduzione, ma un effetto concreto immesso a lettere di fuoco impresso in quella cifra di 11 milioni e 200 mila euro, incassato dalle due imprese per effetto della proroga. La gara è servita come punto di appoggio degli atti amministrativi di proroga che hanno consentito a CM SERVICE/GSI non solo di continuare ad incassare 400 mila euro al mese di sanificazione e pulizia ordinaria, ma di aggiungerne altri 300 mila, stravolgendo completamente l’impianto che dà sostanza alla proroga, per le sanificazioni covid.
Altre cose le racconteremo nei prossimi giorni, perché questa è una storia veramente brutta. Ad esempio, non potrà non rappresentare un elemento significativo che la Consip, quindi, il governo nazionale, abbia creato un bando di gara in azione dal 2014 relativo alla pulizia e la sanificazione di buona parte delle strutture sanitarie italiane. Vi diciamo solo che da settembre scorso al Consorzio Servizi Integrati, aggiudicatario del lotto 8, comprende anche l’ASL Caserta, è stata assegnata la commessa in via definitiva.
Per cui, ci sono due aziende in ballo, ma ad operare è sempre la CM SERVICE/GSI.
Sarà importante parlarvi anche degli atti amministrativi attraverso cui la proroga è stata formalizzata e poi messa nero su bianco. E poi sapete cosa ci hanno detto? Ci hanno detto che il signor Giovanni Cavallero sarebbe il capozona, pardon, il capoarea della CM SERVICE, cioè il dominus di tutta la struttura che garantisce il funzionamento di pulizia e sanificazione covid e ordinaria per la rispettabile somma di 700 mila euro al mese e con 11 milioni e passa già conferiti in proroga.
Aldo del famoso trio comico, formato con Giovanni e Giacomo, potrebbe dire “Non ci posso credere!“. Ma come, stiamo parlando dello stesso Giovanni Cavallero, il 66enne uomo di riferimento di Angelo Grillo? Stiamo parlando dello stesso Giovanni Cavallero che fu arrestato e messo ai domiciliari il 6 ottobre 2015, insieme a Grillo, che in carcere già c’era, e altri membri del gruppo criminale? Per caso, stiamo parlando dello stesso Giovanni Cavallero per il quale il pubblico ministero del tribunale sammaritano ha recentemente chiesto nove anni di reclusione sul secondo filone della corruzione ASL per gli appalti delle pulizie, con il vertice operativo rappresentato dal famoso Raffaele Crisci da Santa Maria A Vico, per il quale sono stati chiesti ben 12 anni di carcere e che ricopriva il ruolo di dirigente del Provveditorato ASL allorquando CasertaCe nel 2012 pubblicò l’articolo che, dando notizia della liquidazione in un sol colpo di una fattura da 700 mila euro a Grillo, diede il là all’indagine culminata con gli arresti del 6 novembre 2013 compreso anche quello a sensazione di Angelo Polverino?
Speriamo che non sia così, perché se è così…
Vabbè, tanto niente succede. Qui siamo no limits e a Caserta la notizia di reato è sistematicamente un optional.