AVERSA. Ieri il convegno telematico della Scuola Politica di Meritocrazia Italia. Il presidente Quarto:”Libere professioni sono il motore del Paese”

15 Aprile 2020 - 17:53

Aversa (gv)- Si è tenuto ieri, 14 aprile 2020, il primo Webinar di CREA, la Scuola Politica di Meritocrazia Italia, che ha organizzato il convegno “telematico” sul tema “Casse di Previdenza e Professioni Intellettuali: un’alleanza necessaria”.
Il Presidente della Scuola, l’avv. Alfonso Quarto, ha invitato quali relatori i Presidenti nazionali delle Casse di previdenza degli avvocati, Nunzio Luciano, dei commericalisti, Walter Anedda e dei geometri, Diego Buono. tantissimi gli utenti che hanno seguito in diretta l’evento per la grande attenzione rispetto alla crisi dei lavoratori autonomi e l’inadeguatezza dei rimedi fino ad ora apprestati.
Molto dure le parole dell’avv. Quarto che ha moderato l’incontro cercando di sensibilizzare le Casse sui problemi concreti dei liberi professionisti: “Le libere professioni hanno un ruolo preziosissimo di giuda, di motore del sistema paese e del processo di cambiamento e di innovazione sulle più importanti tematiche che determinano lo sviluppo economico (ambiente, tecnologia, economia, sanità, comunicazione, giustizia).
Esse rappresentano la più importante interfaccia tra istituzioni, cittadini ed imprese, una rete straordinaria con organizzazioni territoriali e numeri importanti. Giusto per dare un’idea:
DATI
– Le professioni regolamentate contano circa 2 milioni e mezzo di professionisti (40 ogni mille abitanti dall’ultimo rapporto CENSIS sviluppato dalle casse di previdenza) generando una ricchezza in termini economici pari al 10% del nostro PIL.
– A livello occupazionale stiamo parlando di circa 4 milioni di persone tra collaboratori e dipendenti.
Tuttavia, pur avendo i liberi professionisti scommesso tutto su se stessi, investendo sulle proprie risorse e capacità, non si comprende perché ancora siano i più abbandonati dalla Politica, subendo solamente i pesi della crisi con la pressione fiscale, previdenziale e dei costi di gestione dei propri studi”.
Molte le domande fatte ai vertici delle Casse proprio per rappresentare la circostanza che il provvedimento del fondo di 600 euro “una tantum” non può certo essere la soluzione al problema. Ancora l’Avv. Quarto ha ribadito che c’è bisogno di una maggiore visione con interventi strutturali volti a fornire da un lato liquidità per rilanciare il reddito e dall’altro abbassare la pressione fiscale e previdenziale.