CAMORRA. Ormai è (quasi ufficiale): il pentito Luigi Cassandra è un bugiardo. Condannato a 3 anni e 6 mesi con confisca del complesso Night and Day

5 Maggio 2022 - 21:17

Ha sempre dichiarato che non aveva svolto la funzione di prestanome di Michele Zagaria. Ma come era già successo in primo grado e davanti ai giudici della Prevenzione, oggi anche la Corte di Appello ha affermato il contrario, condannandolo per riciclaggio insieme al boss di Casapesenna

 

 

TRENTOLA DUCENTA – Luigi Cassandra, ex imprenditore e politico di Trentola Ducenta ha sempre contato sulla sua ammissione al programma di protezione e dunque sulla certificazione del suo status di collaboratore di giustizia.

Di solito, i pentiti di camorra devono dare, in termini di ammissioni delle proprie responsabilità e dei reati, pretendendo di ricevere solo le garanzie che la citata ammissione al programma di protezione attribuisce ai collaboratori di giustizia e ai loro familiari.

Ma Luigi Cassandra, oltre ad essere stato un imprenditore, ha anche svolto attività politica in consiglio e nella giunta comunale di Trentola, oltre ad essersi candidato alle provinciali del 2010, quando però dovette ritirarsi di fatto, a campagna elettorale iniziata, proprio perché coinvolto per la prima volta, nella veste di indagato, in un’inchiesta riguardante gli interessi economici di Michele Zagaria nella piazza di Trentola.

In effetti Cassandra è rimasto più politico che imprenditore, nel senso che la certificazione di qualità garantitagli dalla magistratura inquirente avrebbe dovuto, secondo i suoi desideri, servirgli affinché i tribunali considerassero vera, autentica, la sua affermazione relativa alla vera proprietà del grande complesso ricreativo “Night and Day”.

Cassandra ha sempre sostenuto che quel complesso fosse suo non solo nominalmente, ma anche realmente, dunque non era un prestanome di Zagaria almeno per quanto riguarda questa determinata proprietà immobiliare.

Non si trattava di una affermazione fine a se stessa, perché Cassandra, utilizzando il suo status formale di pentito e dunque una credibilità conquistata sul campo, ha cercato e sta cercando ancora in tutti i modi di evitare la confisca del complesso “Night and Day”, una roba che vale decine di milioni di euro.

A differenza della Procura di Napoli, della Dda, i colleghi giudicanti continuano a non credergli.

Non gli ha creduto, come abbiamo scritto un po’ di tempo fa, il Tribunale di S.Maria C.V. Sezione Misure di prevenzione che, pur con parole congrue e continenti, gli ha dato del bugiardo.

E oggi pomeriggio non ci hanno creduto neppure i giudici della Corte di Appello di Napoli, che hanno confermato, per lui e Michele Zagaria, la condanna a tre anni e sei mesi comminata in primo grado per il reato di riciclaggio e cose di minore importanza.

Naturalmente, va da sé che avendo sancito ancora una volta un collegio giudicante, nel caso di oggi quello autorevolissimo della Corte di Appello, che lui è stato un prestanome e che ha contribuito, in quanto tale, a riciclare il danaro sporco del boss Michele Zagaria, vero proprietario di Night and Day, è stata pienamente confermata anche la confisca del complesso trentolese.

Ancora non definitiva, visto che con ogni probabilità Cassandra presenterà ricorso anche in Cassazione, che però, se dovesse a sua volta confermare il verdetto della Corte di Appello, sancirebbe anche il definitivo transito delle strutture di Night and Day dentro ai beni dello Stato.

A quel punto, diventerebbe definitivo anche il contenuto processuale che sancirebbe, come evidenza non più oppugnabile, che Luigi Cassandra ha mentito nell’esercizio del suo status di collaboratore di giustizia. Il che non deporrebbe certo bene per gli altri procedimenti, nei quali le sue affermazioni rappresentano lo strumento forte per far sì che la formulazione delle accuse si traduca nella condanna dei presunti rei.