CAMORRA & PROVINCIA. 10 mila euro per un mese di lavoro e appalto fantasma per tre anni. L’impresa colpita da interdittiva antimafia scelta da un dirigente

19 Marzo 2024 - 10:32

L’interdittiva antimafia emessa – con calma – dalla prefettura di Caserta nei confronti della Ludo Appalti, legata a Dante Apicella, secondo quanto emerso dall’indagine della DDA di Napoli, fa emergere una strana, poco chiara gestione del cantiere affidato, tramite nomina diretta, alla società. Tre anni di lavoro bloccato per la mancanza di alcune barriere

CASERTA/CASAL DI PRINCIPE – Che l’amministrazione provinciale di Caserta abbia scelto in questi anni di società coinvolte direttamente, o tramite i propri rappresentanti, in pesanti indagini di camorra non è affare nuovo.

Lo stiamo scrivendo dal 2022 e nessuno si è mai posto il problema dell’opportunità di queste operazioni.

Anche perché, se la Prefettura di Caserta ci mette tre anni per emettere un’interdittiva antimafia, quelle imprese che, in qualche modo, secondo la magistratura inquirente e le forze dell’ordine, sono coinvolte nel business del clan dei Casalesi, continuare legittimamente a ricevere addirittura affidamenti diretti, come nel caso di cui stiamo per parlare, senza che si attivi quella interdizione a rapportarsi con le amministrazioni pubbliche, strumento inevitabile per evitare che soldi dei cittadini vadano a ingrassare le casse di imprese che potrebbero essere al servizio della camorra.

L’interdittiva antimafia è infatti un’azione preventiva, non un’emissione di condanna. Non uccide l’azienda che viene sottoposta a questo strumento, bensì stoppa

la possibilità di avere rapporti con la pubblica amministrazione perché c’è il rischio che questa impresa possa avere delle infiltrazioni mafiose.

E non perché lo dice CasertaCe, bensì perché vengono stilati dei verbali, vengono analizzati dei documenti che forze di polizia, carabinieri o finanzieri inviano dalle prefetture.

Fatta la premessa, veniamo ai fatti. Parliamo dei lavori di manutenzione sul ponte della strada provinciale 145.

Ricordiamo che all’interno dello stesso Ufficio Ponti lavorava quell’ingegnere è l’amministrazione Provinciale che, secondo quanto emerso dalle indagine alla Procura di Benevento, avrebbe ricevuto una mazzetta di circa 40 mila euro da Raffaele Pezzella, accusato di corruzione e in altre inchieste di essere un imprenditore legato al clan dei Casalesi, mediatore per alcuni professionisti di Benevento e puntava a vincere una gara sulla progettazione dei lavori della tratta Caserta-Monti del Matese.

Il nome di questo funzionario della provincia di Caserta è rimasto sempre ignoto perché, né Pezzella – e non ci aspettavamo nulla di diverso – né i professionisti beneventani hanno mai fatto il nome del dirigente corrotto.

Tornando al ponte della S.P. 145, nel marzo 2021 l’amministrazione provinciale di Caserta, attraverso un dirigente che non viene citato all’interno del documento che troverete in calce all’articolo, chiama a sé, scegliendo dall’elenco delle ditte di fiducia, il geometra Francesco Sazillo, che opera per la società Ludo Appalti con sede a Caserta, a Corso Trieste, proprio a pochi metri dalla sede della Provincia, ma anche a Casal di Principe.

A presentare l’offerta va Salzillo, come detto, ma il legale rappresentante dell’impresa è il 42enne Luca Fontana, residente a Casal di Principe.

Fontana e Salzillo sono imputati nel processo nato dall’inchiesta sugli appalti truccati della Rete ferroviaria italiana a favore di Nicola Schiavone Monaciello, ritenuto imprenditore vicino a Francesco Schiavone Sandokan, per il quale è Monaciello stato anche padrino di battesimo del figlio Nicola (LEGGI QUI).

L’inchiesta che vede coinvolti Fontana e Salzillo riguarda la figura di Dante Apicella, vero e proprio capo della gestione delle imprese che, attraverso il cambio assegni o tramite una gestione fittizia, comunque etero guidata dallo stesso Apicella, aiutavano il business economico del clan dei Casalesi.

Secondo i magistrati la Ludo Appalti sarebbe in realtà nelle disponibilità di Dante Apicella, Vincenzo, Francesco Salzillo, delegato a rapportarsi proprio con la Provincia, e Pietro Apicella.

La provincia di Caserta ha pubblicato un interessante documento dal quale emerge lo stato di consistenza dei lavori della Ludo Appalti sul ponte della provinciale 145.

Da quello che emerge dalla determinata da Gerardo Palmieri, la società è presentata la fontana avrebbe lavorato solo un mese, dal 6 maggio, a 15 giugno del 2021 poi, per ben tre anni, i lavori sarebbero stati sospesi per “carenza di materiali“, specificatamente le “barriere di sicurezza bordo ponte

Uno stop inspiegabile anche perché la difficoltà nel reperire cemento, acciaio e simili, creatasi nel post emergenza covid, è diventata critica solo dal febbraio 2022, ovvero dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

Come è possibile che una società non sia mai riuscita ad attivare canali di distribuzione dei materiali per tre anni? I cantieri stanno lavorando in tutta Italia, nonostante le difficoltà. Cosa è successo alla Ludo Appalti dal giugno 2021 fino al 5 marzo scorso, quando il contratto è stato revocato, a seguito dell’intellettiva Antimafia emessa dalla Prefettura di Caserta?

Chissà se riusciremo ad avere ulteriori informazioni su questi lavori.

Ciò che sappiamo, invece, è che questo appalto dal valore di 48.000 euro, ribassato a seguito dell’offerta portata da Salzillo a 27 mila euro, sarà pagato in parte dalla provincia di Caserta.

Infatti, dallo Stato di consistenza dei lavori, emerge come per questo mese di lavori l’impresa Ludo Appalti riceverà quasi 11 mila euro, ovvero 10 mila e 837 euro, poco meno della metà dell’importo finale, che equivalgono al lavoro svolto in quel mese prima dello stop alle attività.

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