CAPUA ALLE ELEZIONI. Don Gianni, Luca Branco, Frattasi e il patto della “tonaca”. Il nodo Di Cecio e poi Barresi e Lonardo

28 Settembre 2021 - 18:36

Quello che è serio e che non è serio scrivere quando alle elezioni mancano otto mesi. A pochi giorni dalla caduta del primo cittadino, cerchiamo di fissare qualche punto fermo e concreto. I meccanismi della famiglia Catone potrebbero frustare la speranza della Del Basso. Il centro di potere delle cooperative sociali 

 

CAPUA(g.g.) Pensare di poter sviluppare previsioni su elezioni comunali, che si terranno, se tutto va bene, Covid permettendo tra 8 mesi, significa prendere in giro i lettori.  Poi, per carità, ci sta tutto: da che esistono i giornali le indiscrezioni, i retroscena popolano, giustificandoli, articoli che si basano praticamente sul nulla.

Domanda: Cosa di può dire già a fine settembre, in funzione e in proiezione delle prossime elezioni comunali di Capua che si terranno anticipatamente per effetto della caduta del sindaco Luca Branco, mandato a casa da 9 consiglieri comunali i quali si sono contemporaneamente dimessi giovedì scorso nello studio del notaio Onofrio Di Caprio,( CLIKKA QUI E LEGGI IL NOSTRO ARTICOLO DI GIOVEDI’ SERA

)  che li ha ricevuti a Orta di Atella dove i nove si sono recati sobbarcandosi anche un bel po’ di chilometri, avendo chiaramente l’obiettivo di non dare nell’occhio e di evitare “rapimenti” e ripensamenti dell’ultimo secondo, frutto di abbordaggi persuasivi fatti per strada?

Iniziamo da quello che non si può dire, che eventualmente si può anche scrivere con la consapevolezza però di prendere un po’ per i fondelli i lettori: fare previsioni già oggi su chi saranno i candidati a sindaco e su come si configureranno le alleanze è, infatti, letteralmente impossibile.

E ora, quello che a nostro avviso si può già scrivere: le conseguenze della caduta traumatica di Luca Branco, che comporterà comunque una rideterminazione dei confini di una sua eventuale coalizione elettorale accoppiate alla variabile  giudiziaria rendono difficile, se non addirittura impossibile la costruzione di un percorso  rispetto ad un quadro,  che è  complicato da leggere anche per gli esponenti della politica capuana, azzoppati per il momento dalla magistratura inquirente. Mentre però, la variabile giudiziaria non dipende da una espressione di libero arbitrio di Carmine  Antropoli, di Marco  Ricci  e Guido Taglialatela, una eventuale riproposizione, in chiave di rivincita rispetto agli ultimi eventi, della coppia, Luca e Don Gianni Branco rappresenta, al contrario, una modalità, un’ altra variabile stavolta solo politica che i fratelli Branco  sono in condizione di orientare con il proprio libero arbitrio.

Magari sbagliamo ma non ci sembra di aver letto dichiarazioni in cui Luca Branco asserisce,  due punti e apri virgolette, che  lui si candiderà oppure non si candiderà alle prossime elezioni comunali.  Abbiamo letto,  invece  e solamente,  che Branco fa  sapere, dunque, indirettamente  che lui non è più disposto a candidarsi, che è tutt’altra cosa rispetto ad una dichiarazione diretta. Ciò si configura come un classico e  rituale espediente tattico finalizzato a prendere tempo in modo da capire cosa succederà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, prima di assumere una decisione che, badate bene, sarà presa da una persona, anzi da due persone Don Gianni e Luca Branco, che non sono cascati dal pero nella primavera del 2019, annunciandosi e presentandosi come esponenti di un pezzo della cosiddetta società civile mai impegnata in politica. Al contrariosi tratta di due politici di militanza.

Il format, dunque,  è ben differente da quello della cosiddetta società civile.  Luca Branco, infatti,  si è candidato a sindaco anche in passato, e le sue esperienze politiche, una anche da assessore,  sono state molteplici. Ecco perchè Luca Branco  non si sbilancia con una dichiarazione diretta, ma fa uscire fuori la prospettiva di una sua non candidatura. Il settore, anzi il mondo da lui rappresentato non è solo politico. Si tratta, infatti, di un centro di interessi, che può piacere o non piacere, che può essere valutato come fatto positivo per la città oppure come fatto negativo, ma è comunque una struttura materiale attorno  a cui girano una montagna di quattrini, che sacrosanti o sbagliati che siano  alimentano le attività sociali messe in opera dal sempre intraprendente Don Gianni Branco. Ora, pensare che questo mondo possa correre il rischio di rimanere senza alcuna rappresentanza, significa svolgere una lettura ingenua della politica capuana. Don Gianni Branco, per tenere in piedi e per far crescere le sue attività sociali le quali cooperativisticamente, rappresentano comunque una delle aziende più importanti della città non si è mai potuto, infatti, permettere di stare completamente fuori dai processi della politica locale.

Seconda domanda: potrà essere Pasquale Frattasi in una sorta di staffetta, a rappresentare il mondo ecclesiastico di una diocesi tra le più ricche e tre le più imprenditoriali d’Italia? Non lo sappiamo. L’accordo delle ultime elezioni comunali del 2019 ha sancito quella che, un p0′ scherzosamente, è conosciuto, da chi ha memoria un passato più o meno remoto di Capua, come  il patto delle tonache, stipulato  tra preti e suore. I primi, cioè i preti  rappresentati dai fratelli Branco, le seconde, cioè le suore, da Pasquale Frattasi.

Questi sono i punti dirimenti di cui si può dunque scrivere già oggi. Se certe incognite principali non troveranno soluzione è inutile mettere giù i nomi, partendo da quello della Del Basso, la quale, se vuol rimanere nell’orbita della famiglia Catone, che la ha appoggiata alle ultime elezioni regionali nella lista della Lega dovrà accettare di stare in panchina qualora Luca Branco, direttamente o  nell’interposta persona di Pasquale Frattasi sarà comunque della partita. Non è un mistero per nessuno, infatti, la grande stima personale tradottasi poi in consenso politico, che Vittoria e Mina Catone, quest’ultima ex moglie di Paolo Romano, hanno espresso e nutrono  nei confronti di Luca Branco al punto che nella seduta di insediamento del sindaco e del Consiglio Comunale,  proprio Vittoria Catone era in prima fila insieme al marito, tra i supporters plaudenti.

Alla luce di tutto ciò diventa, ugualmente poi, poco rilevante sforzarsi oggi di comprendere se all’interno del pd capuano ci siano componenti che spingono per superare il patto della tonaca, attraverso l’esposizione di un altro candidato del centro sinistra. Si fa sempre il nome di questo Luigi Di Monaco, rimasto, per altro, fedele a Luca Branco e seduto pacificamente sulla sua comoda poltrona di assessore parimenti alla cognata, la ugualmente santangiolese Patrizia Aversano  Stabile, la cui firma da consigliera comunale non è stata certo compresa tra quelle che hanno decretato la fine della consiliatura.

In poche parole, Di Monaco non sembra in grado  di proporre la propria reale candidatura a guidare il centro sinistra ammenochè Luca e Don Gianni Branco non glielo consentano.

Infine, un nome che circola sempre e che viene considerato piuttosto unanimemente vincente è quello dell’imprenditore Luigi di Cecio, proprietario della “Tenuta  San  Domenico”. Già in passato Di Cecio ha respinto le offerte che pure gli sono arrivate di candidatura.

Da presidente della Pro Loco ha duramente polemizzato con Luca Branco. Magari nei prossimi giorni glielo domanderemo se ha cambiato idea ma per il momento questo è.  Alla  sempre cosiddetta società civile appartiene anche Laura Lonardo, medico odontoiatra, molto attiva con la sua associazione “Appollon Onlus” che tutto sommato è un buon nome, a patto che non sia velleitario, in quanto promuove una fondamentale figura mitologica promotrice della cultura quale bonificatrice e benefattrice del mondo.

Società civile attiva è anche quella dell’Avvocato Roberto Barresi il quale non ha riportato un buon risultato nel 2019 ma che ha profuso in questi due anni un grosso impegno invadendo letteralmente le caselle di posta elettronica dei giornali e le pagine dei social con suoi interventi anti Branco. Il che gli ha consentito sicuramente di rafforzare la propria immagine e probabilmente anche la sua potenzialità elettorale.

Domenica scorsa in una manifestazione dimostrativa realizzata all’indomani della caduta del sindaco, si è armato di ramazza e ha pulito l’area di piazza  “Papa Vittorio III”. A ramazzare la piazza c’era anche una delle firmatarie e dei firmatari delle dimissioni. Stiamo parlando di Melina Ragozzino che, lo sanno anche le pietre è fondamentalmente espressione dell’ex assessore Marco Ricci. Questo potrebbe far presagire una convergenza di una coalizione più larga sul nome di Roberto Barresi?