CASERTA. Avrebbe detto Mike: Allegria!!! Il papà del consigliere comunale Dino Fusco accetta la medaglia di cartone di Marino e ne diventa consulente. Il figlio si dimetterà? Seh…

8 Marzo 2022 - 18:03

 

Niente di nuovo sotto al cielo ma solo esperienze, situazioni sempre più estreme, sempre più hot, sempre più hard. IN CALCE AL NOSTRO ARTICOLO IL POST E LA FOTO CON L’ASSESSORE COMUNALE ENZO BATTARRA

 

CASERTA (g.g.) Come si suole  dire “per devozione”. Quello che altrove farebbe scalpore a Caserta è assolutamente normale. Io prendo i voti da una parte e li porto da un’altra parte. E attenzione, non è che io li abbia presi due o tre anni fa e li abbia messi a decantare nell’incedere del tempo e delle situazioni che in politica e soprattutto in politica cambiano. No, li ho presi cinque mesi fa e oggi, politicamente, li vendo, anzi, li svendo  in cambio di un corrispettivo.

Non si indigni Dino Fusco leggendo di questa nostra breve disamina. Lui, come tanti altri che pensano in un certo modo sul valore della politica, si possono ritenere ben fortunati di essere nati a Caserta e di avervi stabilito il proprio luogo di residenza. Immaginate un po’ se in un comune capoluogo della Lombardia, del Veneto, o se andando in una regione rossa, se no poi dicono che siamo tendenziosi, un consigliere comunale eletto a rappresentare una porzione del popolo sovrano si fosse “ribaltato” in maggioranza dopo 3-4 mesi. Le critiche sarebbero piovute a grappoli e non sarebbero arrivate da un solo giornale, dallo stesso giornale , che rompe le scatole da anni perché ritiene ancora , come recitava lo slogan “Italia bene comune”?, quella roba del Pd, che gli interessi della comunità siamo prevalenti rispetto a quello del singoli e che uno dei valori di un politica corretta consista nel non utilizzare, per entrare in una maggioranza, dei voti degli elettori che forse pur sapendo di perdere hanno deciso di votare un partito o un movimento considerandolo strumento di cambiamento.

Per cui Dino Fusco è fortunato, perché a Caserta tutto è’ lecito. E figuriamoci, considerando il discorso di prima, se in un comune della Francia, della Svizzera, il papà pensionato del consigliere comunale delegato ad essere se non antagonista, comunque protagonista di un’opposizione chiara e trasparente, fosse stato nominato consulente onorario per l’Istruzione pubblica. In pratica, una delle tante medaglie di cartone che, ridendo sotto ai suoi baffi ideali, Carlo Marino attribuisce alla vanagloria casertana, tipica di tutte le città ultra provinciali. Come minino avrebbero, se questo fosse accaduto in un posto normale, civile, il consigliere comunale si sarebbe dimesso. Non in polemica contro suo padre, ma semplicemente perché la decisione di questi di entrare a far parte di uno staff del sindaco, avrebbe reso del tutto impraticabile la funzione del figlio che, nel cantone dei Grigioni, nell’Alsazia-Lorena, in Lombardia, in Veneto, in  provincia di Bologna avrebbe accompagnato questo sviluppo che lo porta automaticamente su una posizione di consenso e di responsabilità di governo nei confronti di una maggioranza di cui dovrebbe essere avversario con atto delle sue dimissioni.

Campa cavallo, qui non si dimette nessuno, perché non esiste un’opinione pubblica, un’etica della cittadinanza che issa, davanti a soggetti come Dino Fusco, ma non lo stesso discorso vale per altri, lo specchio dentro al quale si va a riflettere l’immagina della vergogna, della riprovazione, della condanna per questo modo di esercitare la propria funzione politica.

Non abbiamo mai parlato, non abbiamo mai conosciuto Dino Fusco, così come non abbiamo mai conosciuto l’80% dei politici di questa provincia. Ci rendiamo conto che sia perfettamente inutile ma lo facciamo con coscienza. Proprio perché non conosciamo il politico chiamato in causa non ci può essere nulla di personale. Fino a quando questa città e questa provincia  saranno connotate di questi valori (si fa per dire) che portano Dino Fusco e suo padre a fare quello che hanno  fatto, un destino di arretratezza continuerà a dominare la scena, per la gioia di politici come Carlo Marino, di dirigenti come Franco Biondi, di presidi in pensione come Fusco, di consiglieri comunali come Dino Fusco e come l’Harry Potter “che ha parlato moltissimo” in campagna elettorale Raffaele Giovine.