CASERTA. Cobianchi controcorrente su Maradona: “Emblema dell’egoismo. Ha guadagnato una fortuna per aver tirato due calci a un pallone”. E sulla Campania rimasta in zona rossa…

1 Dicembre 2020 - 10:00

CASERTA – Di Luigi Cobianchi:

I due lettori che si sorbiscono i miei ‘scrittozi’ con quella santa pazienza che assicura il Paradiso sono abituati a lunghi sproloqui da parte mia. Stavolta li stupirò.

Una sola parola sento, invero, di dire, oggi, alla luce dei più recenti accadimenti che hanno riguardato il nostro territorio: grazie!

Grazie a coloro che ricoprono incarichi di responsabilità, a livello regionale, che quando non c’era alcuna emergenza si pavoneggiavano sui ‘social’ – cucendosi addosso una sorta di caricatura mediatica di sé, che ha determinato, in tempi di assoluta insipienza, un plebiscito elettorale (ahinoi) – mentre ora che la situazione è critica si sono (im)pudicamente eclissati.

Grazie a questi ‘signori’ che, con il danaro di chi paga le tasse, a costo di sacrifici durissimi (razza sempre più in via d’estinzione), dovendo compensare anche il maltorto dei ‘furbetti dell’evasione’, hanno distribuito clientelarmente fondi a pioggia, roba che, se un singolo candidato avesse solo pensato di mettere in pratica, con danaro proprio, si sarebbe visto piovere addosso (sacrosantamente!) uno o più avvisi di garanzia per voto di scambio; fondi che avrebbero potuto – e dovuto – essere usati per adeguare i nostri nosocomi all’epocale condizione emergenziale e per dotare il personale ospedaliero di presidi adeguati (scafandri a tenuta, muniti di bombole di ossigeno per la respirazione, altro che mascherine, visiere e camici usa e getta!), in vista di una seconda ondata della COVID, ampiamente prevedibile, stante il ‘tana libera tutti’ estivo, imposto dai ‘cumenda’ del nord, che, con malsano lobbismo, continuano a fare del nostro Paese ciò che vogliono.

Grazie, sempre a costoro, che, con il loro operato, abbaiando come licantropi, senza mai mordere ove occorreva farlo, paventando la chiusura dei confini regionali – non si sa sulla base di quale Legge – ma tacendo assordantemente in Conferenza Stato-Regioni e negli altri Organi dove avrebbero potuto – e dovuto – pretendere l’isolamento,  a tempo indeterminato, delle quattro regioni a rischio (con tanto di esercito, barriere in calcestruzzo «New Jersey» e filo spinato) hanno ottenuto che la terra nostra – scampata al primo attacco del virus, stanti le condizioni climatiche, ambientali e genetiche privilegiate che il Signore ci ha donato – si ritrovi, oggi, ad essere stata confermata ‘zona rossa’, mentre, incredibilmente, grottescamente i focolai più aspri e recidivi del male passano a ‘zona arancione’, sulla base di discutibilissimi dati autoreferenziali sui contagi e sulle disponibilità ospedaliere di posti letto.

Grazie ancora a questi stessi personaggi da tragicommedia i quali, mentre minacciavano l’uso di armi belliche contro qualche inerme studente che, in tempi di assoluta ‘serenità epidemiologica’, pensava di essere in diritto di poter festeggiare un evento diventato vera e propria nota di demerito per la classe politica – il conseguimento di una Laurea – giovedì scorso hanno INVERECONDAMENTE taciuto rispetto a un’intollerabile violazione di milleuno norme – generali e contingenti – consentendo che avesse luogo il più grande assembramento vistosi in Italia, di più, in Europa, da quando viviamo il problema della COVID. In altri tempi, in circostanze analoghe, nell’arco di ventiquattr’ore ne sarebbero saltate di teste, tra le rappresentanze locali delle istituzioni nazionali e i vertici degli Organi di Pubblica Sicurezza!

Il tutto, poi, per cosa?! Per osannare un benefattore dell’umanità, un filantropo, uno scienziato? No, un emblema dell’egoismo, che ha guadagnato indecentemente (soprattutto di fronte al disagio sociale dilagante) per tirare due calci a un pallone, lasciandosi alle spalle tristi storie di strani legami con la criminalità organizzata, di figli nati fuori da una regolare famiglia – alcuni dei quali non poco hanno dovuto patire per ottenere il sacrosanto riconoscimento giuridico – di festini, di abuso di stupefacenti, di debiti con il fisco di portata tale da impedirgli, per anni, l’ingresso nella nostra Repubblica, a pena dell’arresto e che, ciononostante, l’ha fatta franca, a differenza di tanti, onesti padri di famiglia che, per un rateo di mutuo non pagato, si sono visti togliere la casa; di tanti imprenditori che, per aver saltato il pagamento della rata di un’imposta, nell’impossibilità più assoluta a provvedervi, sono stati dichiarati falliti da uno Stato ciecamente burocrate, nemico dei cittadini; quello stesso Stato che per molto, molto meno non esitò a far conoscere le patrie galere a un monumento internazionale della cultura e dell’arte (non del pallone, con tutto il rispetto) qual è Sophia LOREN, oltretutto vittima ignara del suo fiscalista, a quel che, poi, si apprese…

Grazie a coloro che hanno tributato, in violazione di ogni norma, onoranze pubbliche a una persona di cui non si ricordano – almeno in Italia – rilevanti iniziative benefiche, aiuti concreti e duraturi nei confronti di giovani desiderosi di affrancarsi dall’ingiustizia di una vita che resta ancora troppo ancorata ai condizionamenti economici e nemmeno gesti più vicini al suo percorso umano, come la fondazione di una o più scuole calcio nei quartieri più difficili di Napoli, per togliere ragazzi dalla strada, sostenendole economicamente e – perché no?! – proponendosi come allenatore. Chissà se il suo destino sarebbe stato diverso, qualora, almeno nel suo Paese, avesse ritenuto di finanziare un ospedale degno di questo nome, magari coinvolgendo altre personalità, attraverso la notorietà (meritatamente, immeritatamente?!) raggiunta…

Grazie a questi ‘signori’ che, ancora una volta, hanno esposto le fragilità culturali indotte nella nostra terra dai «piemontizzatori», esponendoci al pubblico ludibrio, allo scherno, alla derisione, alla compassione che chi si sente superiore ha nei confronti di coloro che ritiene minus habentes.

Grazie a quei ‘disonorevoli’, di ogni parte politica, che, drogando un’intera città con un gioco capace di attrarre le peggiori nequizie, mentre spegnevano le menti e le coscienze di intere generazioni, distraendole con il mito artefatto di scudetti e coppe – che non danno certo da mangiare, (se non ai pochi, fortunatissimi, diretti interessati) né, tantomeno assicurano un futuro ai nostri giovani – completavano il sacco iniziato nel 1860-61 dai Savoia, distraendo – e dirottando al nord – financo i fondi più inviolabili, i FESR; smantellando, di fatto, l’Alenia di Pomigliano e di Foggia, ove pure, almeno fino ai primi anni 2000, si contribuiva a progettare e realizzare l’EFA, uno dei velivoli militari più avanzati in assoluto (ai tempi); si pensava di realizzare l’unico impianto europeo per il super-plastic-forming, futuro dell’ingegneria aeronautica e spaziale; si contribuiva alla progettazione del Boeing 787 «Dreamliner», primo velivolo di linea realizzato, per la gran parte, in composito, una delle scommesse più importanti dell’aviazione civile dei nostri tempi. Per non parlare dell’assordante silenzio di quegli stessi disonorevoli di fronte alle scelte strategiche di grandi produttori di automobili i quali, sotto la guida di altre persone senza scrupoli – anch’esse santificate post mortem – degradavano stabilimenti, un tempo capaci di ingegnerizzare e produrre berline di fascia media e alta, a fabbriche alienanti di utilitarie, per di più tecnologicamente obsolescenti, mentre, come i peggiori degli evasori, spostavano all’estero la propria sede legale, continuando, tuttavia, a emungere, senza pudori, fondi pubblici al nostro Paese, attraverso lo strumento della cassa integrazione, sintomo principe del fallimento delle politiche aziendali adottate.

Un doveroso grazie, infine, agli ‘accademici’ figli dei tempi, ultimi baluardi a oltranza degli scempi del ’68, i quali, dopo una carriera alquanto oscura e aver sistemato parenti e anche affini, in ossequio al peggiore baronaggio, anziché provare a ringraziare la vita di tutto quanto immeritatamente ricevuto, svolgendo, gratuitamente, il loro ruolo di formatori a vantaggio di giovani in situazione di disagio, che vivono nei quartieri lasciati indietro dalla mala politica, o che sono ospiti di istituti di pena, soprattutto minorili, trovano il tempo, mortificando non poco il proprio ruolo, di presenziare a trasmissioni che alimentano quell’osceno mercimonio in cui è stato trasformato lo sport del calcio, contribuendo alla cennata opera di spegnimento delle coscienze, di obnubilamento delle menti, di massificazione culturale al ribasso.