CASERTA. Debiti fuori bilancio nascosti, la bolla dei 40 milioni del passivo Ecocar. Ecco cosa rischiano in scienza e coscienza i consiglieri che oggi voteranno sì ai 3 bilanci targati Marino e Biondi
19 Dicembre 2019 - 13:48
CASERTA – Completiamo oggi, proprio mentre la seduta del consiglio comunale è in corso, e, onestamente, fregandocene di quello che sarà il suo esito (tanto, come abbiamo scritto ieri sera (CLICCA QUI) questa è una città onnivora che riesce a mangiare e a digerire merda in un circuito diretto), il nostro lavoro di analisi tecnica su questa autentica follia, rappresentata dai tre bilanci, Consuntivo 2017, Consuntivo 2018 e di Previsione 2019, portati stamattina in Consiglio con gran sprezzo del ridicolo e con gran disprezzo delle istituzioni da Carlo Marino e dalla sua amministrazione. Una mattinata in cui probabilmente nascerà una nuova maggioranza Forza Italia-Pd, Magliocca-Marino, cosi’ come abbiamo raccontato ieri sera, nel link appena segnalatovi.
Siccome la politica politicante è un letamaio e almeno il 50% dei consiglieri comunali andrebbe ostracizzato così come si faceva nella democrazia ateniese del V secolo, ci rifugiamo nella cultura, nei fatti attinenti alla conoscenza. Lo facciamo anche per essere contraltare per la povertà morale, civile eccetera. Dunque, siccome qualcuno ha detto di non aver capito bene perchè i consiglieri comunali che voteranno questo ammasso informe di documenti contabili rischiano di comparire davanti alla corte dei conti e di fare la stessa fine che hanno fatto Messore ed altri consiglieri comunali su cui pur dovrà abbattersi la procedura di esecuzione per il recupero delle pesanti somme da risarcire alla città per la nota vicenda Sace, torniamo in maniera più specifica su questo aspetto della questione.
Qualche consigliere ha detto, esprimendo la sua proverbiale ignoranza, che noi abbiamo agitato lo spettro del pericolo giudiziario, per intimidire chi aveva ed ha intenzione di votare a favore.
Evidentemente queste zucche vuote non hanno nè cultura e nè memoria. Perchè a noi non frega un fico secco che Marino cada oppure non cada: facciamo oggi quello che facevamo al tempo dell’amministrazione Del Gaudio perchè crediamo che in un sistema di governo, fondato sulla democrazia e regolato dalle leggi, queste non vadano violate. Crediamo che le gare non vadano truccate perchè c’è un reato penale che si chiama turbativa d’asta; che gli atti non vadano manipolati, perchè c’è un reato penale regolato dall’articolo 323 che si chiama abuso d’ufficio; che le carte e i documenti non vadano taroccati, perchè c’è un reato, regolato dall’articolo 479 del codice penale che si chiama falso ideologico; perchè crediamo che i bilanci appartenenti ad una comunità di cittadini non vadano taroccati perchè questo dicono le leggi e perchè su questo, nel caso di specie, non potrà non intervenire la Corte dei Conti, anche se all’interno della stessa ci fossero il fratello di Carlo Marino e il cane di Franco Biondi.
E allora, fatta la premessa, veniamo al nocciolo del discorso.
Quando diciamo che chi ha votato e voterà i bilanci disastrati del comune di Caserta, parliamo della giunta, del consiglio comunale, ma ci riferiamo anche a certi avalli a dir poco acrobatici, garantiti dai revisori dei conti, ci si assume una grossa responsabilità, non lo diciamo tanto per dire, non facciamo terrorismo psicologico, ma cerchiamo di spiegare che qui si parla di cose serie, con effetti seri. Una serietà inversamente proporzionale a quella che governa le sorti tragicomiche del massimo organo della rappresentanza cittadina, cioè il consiglio comunale di Caserta.
Quando la corte dei Conti, organo, ricordiamo, nato esclusivamente come componente delle magistrature inquirente e requirente, incaricata di vigilare sulle amministrazioni dello Stato, così da prevenire ed impedire sperperi, riscontra rilievi o, peggio ancora, si imbatte in un parere contrario dei revisori dei conti sui bilanci di un qualsivoglia ente, fa sue queste doglianze, le incamera in un processo di indagine affidato alla propria Procura. La Corte dei Conti si rivolge all’ente in questione e chiede spiegazioni dettagliate su tutto quello che i revisori hanno inserito nelle loro relazioni come fondamento di un parere negativo o di un parere positivo con riserva, così come in maniera a dir poco suggestiva hanno dato i due dei tre componenti del collegio di controllo sul consuntivo del 2018.
Ci siamo capiti: la Corte dei Conti, rispetto a ciò che le arriverà dell’attività verbalizzata del collegio dei revisori dei conti, non potrà non aprire un fascicolo di indagine sul comune di Caserta. Qualora la Procura ritenesse che quei rilievi dei revisori siano indicativi dell’esistenza di un danno erariale, sarebbero chiamati in causa tutti i consiglieri, la giunta e anche quei revisori che hanno giocato con i pareri, sarebbero chiamati a risponderne in un dibattimento. Ribadiamo i fondamentali incredibili di questa vicenda: il consiglio comunale si appresta a votare, non uno, come capita di solito, non due, come non capita mai in posti civili, ma addirittura 3 bilanci come non capita nemmeno nelle costellazioni al confine dell’universo.
Allora, il consuntivo 2017, arriva con il parere negativo dei revisori dei conti, quello del 2018 con la spaccatura dell’organo di controllo di cui abbiamo scritto, spaccatura solamente formale, legata al parere in quanto tale, visto che i due revisori che dicono sì a differenza del presidente Fattopace, si esprimono con la stessa durezza rispetto a quest’ultimo. Poi c’è il bilancio di previsione 2019, approvato quasi a San Silvestro, perchè a Caserta così si usa, cioè si prevede quello che è già compiuto e neppure se si mettessero insieme Platone ed Aristotele riuscirebbero a trovare un senso.
Questo bilancio ha avuto il via libera dei revisori, seppur con forti riserve.
E’ probabile, anzi probabilissimo, che dell’enorme disavanzo tra debiti (troppi) e crediti (troppo pochi), la corte dei Conti andrà a chiederne risposta anche ai revisori dei conti, cioè ai controllori del bilancio che sul preventivo hanno chiuso non un occhio, ma tutti e due.
Le due questioni di cui, almeno oggi, dovrebbero preoccuparsi tutti i presenti nella sala consiliare sono soprattutto due: la prima, riguarda i debiti fuori bilancio. Nel bilancio di previsione 2019, il comune di Caserta ha aggiunto il pagamento di alcuni debiti, facendoli diventare intranei al citato bilancio quando in realtà questi si configurano come gli stessi revisori affermano nella loro relazione, come debiti fuori bilancio. E che come tali andrebbero riconosciuti e votati a parte dal consiglio comunale.
Come si può capire, quella dei debiti fuori bilancio, è materia esplosiva che ha indotto l’ex presidente della provincia ed ex parlamentare europeo, oggi consigliere comunale di opposizione Riccardo Ventre a dichiarare, nella video intervista che ha rilasciato a CasertaCe nei giorni scorsi (CLICCA QUI PER GUARDARE LA VIDEO INTERVISTA ) che nel bilancio comunale si registrano a suo avviso, illegalità di rilievo addirittura penale. Un altro nodo che dovrà necessariamente venire al pettine perchè rappresenta l’essenza del taroccamento fatto dai politici a scapito dei cittadini, è quello relativo allo squilibro tra costi e ricavi nel settore dei rifiuti.
CasertaCe scrive da anni che questo è un fatto illegale, perchè illegali sono tutti gli espedienti per realizzare contabilmente quel pareggio, che non esiste nella realtà e che ha già prodotto debiti reali per decine e decine di milioni di euro.
I revisori dei conti, che sono responsabili nel momento in cui tirano il sasso e ritirano la mano, hanno certificato per la prima volta, sposando in pratica al 100% la tesi di CasertaCe, che poi è la tesi che aderisce alle norme in vigore, che la criticità, l’assurdità dello scostamento tra costi e ricavi in materia di Tari o tassa rifiuti che dir si voglia. Un buco clamoroso che viene messo nero su bianco nel consuntivo 2018 e di fronte al quale Carlo Marino e la sua amministrazione, irresponsabilmente, tramando e agendo contro il popolo dei contribuenti, attraverso un’idea apparentemente favorevole a questo, riducono la Tari creando le condizioni per far lievitare ulteriormente il divario tra costi e ricavi. Insomma, altri debiti e nuovi presupposti per un terzo dissesto.
Mentre nel bilancio viene scritto questo, ti arriva un Boccagna (CLICCA QUI) che ti presenta un emendamento in cui dice esattamente il contrario e cioè che dalla Tari devono arrivare più soldi. A questo punto, non esiste certificazione più plateale del riconoscimento da parte dell’amministrazione della maggioranza, della circostanza di un ulteriore e pesante aumento del divario costi-ricavi della sezione-monnezza, anno 2019.
Beh, se un oltraggio del genere, se una porcheria di queste dimensioni non attiva un meccanismo di intervento della Corte dei Conti nei confronti della giunta che ha approvato l’abominio e dei consiglieri che con il loro voto favorevole l’hanno ratificata, allora veramente abitiamo sulla luna. Questi qua riempiono di debiti il bilancio del comune, facendo in realtà esplodere il livello del prelievo fiscale ai danni dei cittadini. In questo modo,i soldi finiscono nelle fauci della politica clientelare, delle bagattelle, dei favori che i vari Marino, Biondi, Boccagna e compagnia devono elargire.
E’ mai possibile che con 40 milioni di euro di debiti in questo bilancio specifico dei rifiuti, si prende in giro la gente dicendo che la Tari diminuirà.
Al muro vi deve mettere la Corte dei Conti. Ma la Tari non aumenta perchè se lo dovessero fare, affiorerebbe l’altro letamaio relativo al rapporto tra il comune e la Ecocar. Per mantenere il sistema preferiscono rischiare con la Corte dei Conti. Ma a chi giova il mantenimento del sistema-Ecocar, delle varie cofecchie relative ad assunzioni a termine e agli sprechi indicibili che questo sistema connotano? Certamente non ai cittadini, ma a chi, tra i politici di Caserta, ha interesse a mettere in salvo quello che è un bottino suo, personale o di lobby.
E allora, cari consiglieri comunali, se Carlo Marino, Biondi, De Michele hanno proprie ragioni per tenere in piedi questa enorme impalcatura della dissennatezza e dell’imbroglio contabile, voi che interesse avete nel rischiare atti esecutivi da parte della Corte dei Conti.
Perchè un Marino e un Biondi anche se saranno chiamati a tirar fuori mezzo milione di euro in futuro, non vedranno stravolto il proprio tenore di vita. E questo lo sappiamo bene. Ma voi consiglieri state rischiando veramente grosso e stavolta non potete dire che non vi abbiamo spiegato per filo e per segno il perchè.