CASERTA. ECOCAR, PORCHETTE E RICOTTE. Ieri mattina finanzieri nell’ufficio di Franco Biondi che non fa una piega e li manda via a mani vuote

14 Febbraio 2020 - 16:46

CASERTA (g.g.) – Speriamo che questa volta la giustizia faccia il suo corso. Una frase quasi infiocchettata e un po’ retorica, una frase che non appartiene al nostro lessico e che dunque, ancora una volta segnala, in funzione della necessità nostra di commentare le cose in questa maniera, l’assoluta peculiarità dell’Emergenza-Caserta, anzi, del Caso-Caserta.

I finanzieri del comando provinciale si sono presentati ieri mattina nell’ufficio del dirigente Franco Biondi, il quale è talmente abituato a queste visite ed è talmente sicuro di sé, perché nel 100% dei casi le stesse non hanno prodotto risultati apprezzabili nella riduzione di diminuire la depravazione amministrativa che si pratica negli uffici di Caserta, non si è scomposto più di tanto. Sfiorando la margherita, se un componente della polizia giudiziaria si presenta oggi da Biondi, risulta difficile, peggio della soluzione di un rebus con 8 parole, capire il motivo. Il kit di funzioni, competenze, deleghe di questo dirigente che governa Caserta in un consolato de facto con Carlo Marino abbraccia infatti l’intera area del governo delle cose e delle situazioni. In pratica, Franco Biondi è il dirigente di tutto, il dirigente a tutto.

Per cui ha dovuto domandare in modo da capire bene. I finanzieri sono andati per i rifiuti, per questa situazione unica al mondo creatasi in questa città addormentata, totalmente incapace di elaborare un concetto anche labile, remoto di cittadinanza attiva, ma non diciamo neppure attiva, quantomeno presente.

Nel 2012 il Consorzio Ecocar, formato dalla società Ecocar, da Alba Paciello e dalla Ipi, si aggiudica l’appalto della raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani per circa 60 milioni di euro. A causa delle interdittive antimafia, il Consorzio Ecocar perde i suoi pezzi, precisamente si ritirano dalla scena Alba Paciello e la Ipi. Ma questo non vuol dire che il consorzio viene sciolto, al contrario, il Consorzio Ecocar continua a vivere e vive anche oggi, sotto il controllo della signora Svetlana Kaltigina. D’altronde, se fosse stato messo in liquidazione, sarebbe decaduta la titolarità, il diritto di contraente di erogare il servizio di raccolta e smaltimento, ricevendo come corrispettivo circa 1 milione e 200 mila euro al mese, messi a disposizione di un organico ipertrofico, gonfio di soggetti border line e di impiegati amministrativi con un livello di produttività pari a quello che una volta si registrava nelle città del deserto messicano al confine con l’Arizona dalle 2 alle 4 del pomeriggio nei mesi di giugno, luglio e agosto.

Il Consorzio c’è, ma come in un gioco di prestigio scompare. Ad un certo punto, CasertaCe scopre già diversi mesi fa che il dirigente Francesco Biondi, autore di un altro gioco di prestigio, quello ugualmente vergognoso che coinvolge la famiglia Sorbo e le due imprese, Gesia e Sorgeko, nel settore dello smaltimento della frazione umida dei rifiuti, non paga più il Consorzio Ecocar ma la Ecocar srl. Ancor più incredibile di questo fatto è che la cosa finisce letteralmente in cavalleria. Né la prefettura, né la magistratura obietta alcunché e dunque passa il principio che un contraente che si chiama Antonio, e che contraente lo è diventato in quanto si è aggiudicato una gara d’appalto, viene sostituito da Gennaro in maniera naturale, nonostante Gennaro non abbia mai vinto una gara d’appalto.

Siccome il comune di Caserta è un circo, un grande circo, fatto di acrobati, trapezisti sprezzanti rispetto ad ogni pericolo, capita che il signor Biondi e il signor Carlo Marino trovi una soluzione anche di fronte ad un ulteriore problema: non solo Ecocar srl esercita a nostro avviso il servizio di raccolta dei rifiuti, ma ad un certo punto anche l’abusivo viene azzoppato. Capita quando qualche settimana fa un’irregolarità nella presentazione del Durc ferma il pagamento del comune ad una società che non avendo titolo continua la raccolta grazie ad una proroga lunga già due anni e collegata ad una gara d’appalto vinta da un’altra società, precisamente da un consorzio. Cose come queste nel Nicaragua del narco-dittatore Noriega non succedeva. E allora il comune che cosa fa? Non da seguito al cambiamento della titolarità del servizio, attribuendola all’EnergetikAmbiente che, beninteso, questo giornale schifa in una misura sovrapponibile  a quella di Ecocar, ma che nonostante tutto ha guadagnato il diritto dopo aver vinto la garetta di 6 mesi, che il comune non si capisce perché abbia fatto. No, nessun passaggio di mano. Siccome Ecocar deve curare la faccenda del Durc, il comune avoca a sé il pagamento delle spettanze ai dipendenti. perché da noi succede sempre così. Essendo marchiati per l’eternità dalle storiche emergenze dei rifiuti, dalla cartolina horror di quegli scarrabili coperti di calce viva che si vedevano per la città della provincia di caserta nel folle autunno-inverno tra il 2007 ne il 2008, siccome i lavoratori sono i lavoratori, gli operatori ecologici sono persone a basso reddito con famiglie a carico, allora noi ce ne fottiamo di ogni legge. E quella che dovrebbe essere un una tantum, un caso eccezionale, diventa regime, esercizio ordinario, in pratica diventa un codice materiale, non scritto ma che sovrasta e divora ogni legge approvata dalla democrazia compiuta.

E allora via allo stipendio diretto del comune, perché occorre tutelare le necessità dei tanti Peppe La Porchetta che stanno nel settore dei rifiuti e che sono in grado, ancora oggi, di condizionare evidentemente le mosse del comune, per non parlare della possibilità che hanno di organizzare e convogliare consensi elettorali, che poi è l’unica che ai poltiic di queste nostre zone interessa.

Sapete cosa a risposto Biondi ieri mattina ai finanzieri? Che lui i documenti richiesti non li aveva a disposizione, rimandando indietro le fiamme gialle che dovranno ripassare tra qualche giorno. E perché dovrebbe agitarsi Biondi? Perché avrebbe dovuto muoversi direttamente, scollandosi dalla sua scrivania per andarle a prendere queste carte nel luogo in cui si trovavano? Perché dovrebbe nutrire timore di fronte a una qualsiasi divisa, di fronte alla Repubblica Italiana che nutre qualche dubbio di legalità rispetto alle trame che si consumano al comune di Caserta? Non può aver paura uno che se si eccettua qualche condanna, peraltro prescritta, come quella riportata in primo grado e anche in Appello per la nota vicenda delle concessioni ai Fratelli La Bufala, non è stato toccato mai seriamente da un’inchiesta dell’autorità giudiziaria, godendo in un’impunità di fatto apri a quella che ha goduto un Maurizio Mazzotti che, se si eccettua quella vicenda dell’uso delle auto Ecocar per andare a comprare le pizze che ha utilizzato l’altro ineffabile Carmine Sorbo.