CASERTA. Minaccia nel negozio Mario D’Anna e il figlio, poi con un coltello i genitori. Decisivo blitz della squadra Volante

12 Maggio 2019 - 13:40

CASERTA (g.g.) – Quando si scrivono certi articoli occorre fermarsi un secondo e disinnescare il pilota automatico. Niente formulette della cronaca spicciola, buone per ogni situazione. Questo non è un format, ma una storia ordinaria disperazione, di ordinaria sofferenza in cui non ci sono né vittime, né carnefici.

In mezzo, però, fortunatamente, ci sono gli uomini della squadra Volante della questura di Caserta, i quali, con ogni probabilità hanno evitato, tre sere fa, che in una zona della città, in via Delle Ville si potesse consumare un dramma familiare.

In giro per Caserta, da qualche settimana, c’è una persona di mezz’età che non vede più le cose, né le percepisce come faceva un tempo, fino a un anno, a causa di problemi mentali sopravvenuti ultimamente. In passato è stato amico del figlio di Mario D’Anna, il commerciante d’abbigliamento più noto della città di Caserta che dà il nome all’antico e omonimo negozio di via Mazzini. Se ricordate bene, nei giorni scorsi, era stata resa nota la notizia di una scritta ingiuriosa impressa con la vernice davanti all’ingresso del negozio D’Anna. Si era pensato ad un atto vandalico, in realtà non è così.

Giovedì scorso, la persona turbata psichicamente si è presentata in carne ed ossa nel negozio. Conosceva il figlio di D’Anna e ha chiesto dove fosse la toilette, accompagnando l’istanza con una frase sconcia. Ne è nata una discussione, forse anche una colluttazione, fatto sta che D’Anna ha denunciato l’accaduto alla questura di Caserta, mettendo in guardia gli agenti sulla possibilità concreta che quell’uomo girasse armato di un affilato coltello. Sono iniziate le indagini e la questura è stata costretta, suo malgrado, a sequestrare fucili da caccia e centinaia di cartucce regolarmente detenuti dal padre dell’uomo. Un genitore distrutto che aveva sul volto i segni della disperazione quando gli agenti sono stati costretti anche a sequestrargli il porto d’armi. Evidentemente, quando il figlio è tornato a casa, di fronte ai rimproveri dei genitori, è letteralmente esploso e ha cominciato a pronunciare minacce di morte, tirando fuori anche il coltello che portava con sé.

Gli uomini della squadra Volante, al comando del dottor Ricciardi, monitoravano la situazione e hanno deciso a quel punto di entrare in casa, organizzando un blitz dal balcone. L’uomo, vedendo i poliziotti in tenuta da intervento non ha posto resistenza e non c’è stato bisogno dell’uso del taser portato per essere adoperato in caso di reazione violenta. Il coltello esisteva davvero ed era in grado di uccidere con la sua lama affilata di circa 30 centimetri. Per l’uomo è scattato il Tso e il ricovero all’ospedale Moscati di Aversa.

Ma si tratta di una storia in cui, per davvero, non ci sono né vittime, né carnefici.