CASERTA. Nella città abbandonata, al rione Acquaviva forse il primato dei quartieri desolati
15 Gennaio 2025 - 18:42
Caserta (pm) – I problemi della città si susseguono ad un ritmo talmente vorticoso che i temi che non sono di stretta attualità restano sullo sfondo per dare spazio al caso spinoso del momento. Ma inesorabilmente si assommano al fardello dei disagi e dei disservizi che la cittadinanza è costretta a subire quotidianamente. Non a caso siamo tra i capoluoghi più scalcagnati e malmessi del Paese. E, concordemente, figuriamo in fondo a tutte le graduatorie stilate dagli organismi di ricerca pubblici e privati di osservazione delle condizioni socio economiche della Penisola. Anche se poi, il sindaco di turno – e con Marino lo abbiamo denunciato almeno due o tre volte – pilatescamente se ne esce con scuse belle e buone e pretesti grossolani per insinuare il dubbio sull’attendibilità delle rilevazioni.
Tutto questo per dire che se anche non si parla con continuità delle condizioni di abbandono del rione Acquaviva, in quanto tra i più popolosi e dimenticati della città, non è perché si comincino a vedere segni di miglioramento. Semplicemente è il fatto che i tratta di una iattura cittadina che per essere più che nota non suscita le reazioni che dovrebbero aspettarsi in una città con un minimo di spirito civico.
Comunque stia la cosa, noi facciamo la nostra parte e pubblichiamo il nostro periodico bollettino di aggiornamento sul quartiere di là dai passaggi a livello.
La prima novità riguarda il sottopasso ferroviario di via de Martino (nelle foto in basso). Da sempre in condizioni pietose, da qualche tempo, a causa di una nuova e forte infiltrazione d’acqua che si nota al piano della rampa di uscita in via
Ricordiamo sempre, a questo riguardo, che parliamo del corridoio che doveva costituire, secondo le fantasie municipali, un fattore di attrazione turistica per vie di alcune ceramiche pseudoartistiche murate alle pareti in occasione della ristrutturazione del febbraio del 2023.
Si era immaginato, a Palazzo Castropignano, che con il nuovo sottopasso – le cui opere di recupero si sono dimostrate, come si vede, di vita più che breve – i turisti, dopo la visita a palazzo Reale, avrebbero sgomitato per ammirare il nuovo spazio dedicato alle arti. E forse è anche per questo che le prime scritte di vernice che imbrattavano i muri si sono moltiplicate.
Una seconda novità riguarda la chiesa di Lourdes. Sono iniziati i lavori per il nuovo teatro Izzo. Mancando l’obbligatorio cartello di cantiere – come avviene nella generalità dei casi di lavori edili in città, evidentemente per l’assenza di controlli che lo rendono di fatto facoltativo – non è dato sapere molto di più. Soccorre solo qualche immagine di progetto affissa e l’intestazione di un tabellone della sicurezza, da cui si ricava che la ditta esecutrice dei lavori è la GESIM del Gruppo Nunziante, impresa di fiducia della diocesi casertana.
A farne le spese immediate, uno dei due campi da tennis che, prima della recente dismissione per noi incomprensibile, appartenevano alla scuola tennistica ospitata negli spazi della parrocchia. Infatti, già lasciato in stato di abbandono, ora viene usato per il deposito di materiali di risulta e di cantiere, almeno da quanto si vede dall’esterno della recinzione.
Dicevamo di una dismissione per noi incomprensibile, avendo posto termine ad una meritoria e suo tempo pioneristica esperienza, quella del circolo del tennis Asd Tennis Lourdes, nato ben 51 anni fa e che ha avvicinato centinaia di giovani allo sport in una realtà che lo sconosceva completamente anche per la colpevole assenza di strutture sportive. E senza dire che ha espresso figure di eccellenza nel campo tennistico, a cominciare da quell’Umbero Rianna, ragazzo di viale Lincoln, che è approdato alla federazione nazionale come tecnico di assoluto valore e tra gli artefici dei recenti e meno recenti successi della nazionale tennistica (qui l’intervista di CasertaCe.net a Rianna nel maggio 2023) . Per tale suo ruolo ci piacerebbe sapere il suo punto di vista sulla vicenda. E sicuramente sorprende che gli organi federali casertani non abbiano preso posizione per scongiurare quanto è avvenuto.
Rianna in un immagine di repertorio con i campioni Berrettini e Santopadre
L’ultima nuova su ci soffermiamo è davvero buona e forse meriterebbe la cronaca nazionale. Da qualche giorno, in viale della Resistenza (il prolungamento di via Vivaldi verso la Saint- Gobain, per intendersi), i cartelli di divieto di sosta sono stati coperti con la vernice (in basso, le foto). Per cui, così stando le cose, la trasgressione della proibizione a parcheggiare non è più opponibile all’autore dell’infrazione.
Ora, sono possibili tre spiegazioni. Il comune ha in programma la rimodulazione della segnaletica stradale della strada ed ha iniziato ad invalidare i cartelli esistenti.
Oppure, gli studenti dell’università poco distante ed i pendolari della vicina stazione ferroviaria hanno pensato, per continuare a parcheggiare nella zona senza spendere un patrimonio, di vanificare le eventuali multe.
O ancora, infine, si tratta di una manifestazione di disobbedienza civile contro la penuria di parcheggi liberi e l’onerosità di quelli preponderanti a pagamento.
Comunque stiano le cose, l’imputato è in primo luogo il Comune, eterno assente e lontano dai problemi della cittadinanza.
E dal Bronx è tutto, per il momento…