CASERTA. Rione Acquaviva: sottopasso ferroviario e palazzo abbandonato. Un quartiere nel degrado
28 Agosto 2023 - 16:57
Chiuso per mesi e mesi, tenendo in ostaggio un intero quartiere, il sottopasso ha già dimostrato di non “reggere” a pioggia e nubifragi.
CASERTA (pm) Stanno arrivando pian piano il mal tempo e le piogge. Ed allora ci portiamo avanti con il lavoro, non per fare gli uccelli del malaugurio, ma perché, conoscendo i nostri polli, sappiamo fin troppo bene che nulla è stato fatto in questi mesi di tregua estiva per mettere al riparo la città dai danni che subisce puntualmente dai nubifragi delle brutte stagioni. E dunque speriamo bene.
E così ci occupiamo del nevralgico sottopasso ferroviario di via Acquaviva. Il quale, chiuso per mesi e mesi per lavori tenendo in ostaggio un intero quartiere e che una volta riaperto ha mostrato la relatività delle riparazioni imbarcando acqua alle prime piogge, oggi appare in stato di sostanziale abbandono. Della pulizia neanche parliamo, perché si vedono sporco e rifiuti dappertutto, sulle scale sempre insudiciate come nel corridoio. Resistito al vandalismo per qualche tempo, si colgono i segni dei primi cedimenti. Il muro imbrattato della scritta INFERNO e di qualche sgorbio tracciati con la bomboletta spray potrebbe dare l’avvio allo sfregio di tutte le mura.
Senza stare qui a ripetere il ritrito insegnamento delle Broken Windows sull’effetto emulativo del vandalismo, sempre citato nella convegnistica ma sconosciuto nella cultura pratica di questi amministratori, ci chiediamo e chiediamo: ma, tra i tanti redditi di cittadinanza, non se ne può incaricare uno che vada ogni giorno al sottopasso e appena veda una scritta di vernice prenda pennello e bidoncino di pittura bianca e la elimini? Sarebbe una misura troppo antilaburista?
Trovandoci in tema di rione Acquaviva, annotiamo che iniziano a registrarsi alcune reazioni sul palazzo abbandonato che fa angolo tra l’omonima strada con viale della Resistenza.
Anche il movimento cittadino Coasca (Coordinamento Associazioni Casertane) se ne lamenta in relazione ai turisti ed al decoro cittadino, giacché l’edificio, in tale sua condizione di degrado da decenni, è nelle vicinanze di alcune rinomate pizzerie. E chiede di fare qualcosa, anche se non dice cosa. Speriamo che non abbiano in mente di sollecitare il comune per abbattere l’ampio fabbricato e per la costruzione di uno nuovo che valorizzi gli esercizi commerciali della zona. Il rione è un cumulo disordinato di cemento, frutto di un’urbanistica passata, recente ed attuale tutta speculativa. Ha già dato, se così si può dire, all’arricchimento dei costruttori arrembanti.
L’unica cosa sensata da fare sarebbe l’esproprio comunale per pubblica utilità, l’abbattimento integrale e la realizzazione di un’area verde integrale, attrezzata all’essenziale, esclusivamente per trattenersi tra alberi e vegetazione e sedersi su panchine naturali ricavate da tronchi dismessi.
Ma, per come stanno andando le cose in città, temiamo che i giochi siano già stati fatti. La parola magica è il pericolo di crollo e tutto va… Se vuole, il consigliere di maggioranza Matteo Donisi, che ha deciso di interessarsi, sia pure aleatoriamente, di quello che combinano all’urbanistica casertana, può prendere nota.