Cella piccola e aria puzzolente: la Cassazione “premia” un detenuto con un maxi sconto di pena

10 Febbraio 2023 - 10:11

A rendere la detenzione ancor più disumana l’assenza di acqua potabile in cella

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Detenuto in condizioni disumane in carcere: maxi sconto di pena. E’ stato detenuto 6 anni nel carcere di Santa Maria Capua Vetere vivendo con aria irrespirabile e soprattutto senza acqua potabile in cella. La Cassazione conferma a titolo di risarcimento un maxi sconto di pena, di 225 giorni, per un uomo di San Cipriano d’Aversa recluso dal 2012 al 2018 nel carcere sammaritano. La normativa prevede che in questi casi scatti alternativamente un giorno di sconto pena ogni 10 ancora da espiare, oppure un indennizzo di otto euro al giorno.

Condannato per estorsione, rapina e detenzione di armi, dopo la permanenza a Santa Maria era stato trasferito a Spoleto. A determinare il diritto al risarcimento del danno erano le problematiche legate all’acqua, all’aria, allo spazio a disposizione. Nel primo caso è stato sottolineato che l’istituto di Santa Maria Capua Vetere non era collegato all’acquedotto comunale, e che quindi l’erogazione di acqua era possibile solo con il collegamento a due pozzi, con un impianto di potabilizzazione. L’Amministrazione aveva evidenziato la fornitura a tutti i detenuti di quattro litri di acqua minerale al giorno, ma non è bastato.

Ad aggravare il quadro la cattiva qualità dell’aria, per la vicinanza dell’istituto allo Stir capace di rendere l’aria respirabile non salubre.  Il tutto con poco spazio da condividere in cella: fino a cinque persone in 25 metri quadri o due persone in 12 metri quadri. Ecco quindi la sentenza che ha riconosciuto al ricorrente un maxi sconto di pena.