CEMENTO & CAMORRA. Che pelo sullo stomaco Pontillo: ha fregato la calcestruzzo ai fratelli Minutolo. I due blitz dei carabinieri e …

19 Settembre 2024 - 19:13

Cominciamo ad analizzare i contenuti del decreto di sequestro preventivo dell’impianto al confine tra San Marco, Sn Nicola e Caserta. Il ruolo positivo dell’imprenditore G.L.

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SAN MARCO EVANGELSITA – (g.g.) Dopo il primo sequestro quello originario del 2015, l’imprenditore Angelo Pontillo sospettato di essere una cinghia di trasmissione del clan Belforte nel settore del calcestruzzo, si organizzò per riprendersi tutto ciò che era stato sequestrato e dimostrò subito di avere le idee molto chiare sull’identificazione dei prestanomi.

Non è un caso, dunque, che nel 2019, anzi precisamente il 29 /11/2019 quando i carabinieri del nucleo operativo ecologico di Caserta compirono un’ispezione presso l’impianto di calcestruzzo a quel punto formalmente controllato, per il 95% da Francesco

Ciaramella e per il 5% da suo padre, Luigi Ciaramella, si trovarono di fronte ad una situazione in cui, sulla carata, la famiglia Pontillo non c’entrava nulla.

E invece, quel giorno, ad esito probabilmente dio un’attività d’indagine riservata, i carabinieri del NOE sapevano che avrebbero fatto bingo e bingo fecero.   I militari, infatti, riscontrarono quello che probabilmente già sapevano e cioè che quell’impianto fosse privo di autorizzazioni ambientali, quelle previste dalla legge. Per questo motivo procedettero al sequestro.

Trascorse qualche mese, arrivò il Covid ma i carabinieri rimanevano in campana. Il 13 maggio del 2020 entrarono di nuovo negli impianti, non sappiamo se a quel punto ancora sequestrati o dissequestrati dall’autorità giudiziaria e, manco a dirlo, vi trovarono, attivi ed impegnati, Angelo Pontillo e suo figlio Giovanni Giuseppe Pontillo.

Una prova evidente che il controllo reale della società fosse saldamente nelle mani dell’imprenditore di Capodrise e che i due Ciaramella rappresentassero, sostanzialmente solo due teste di legno, due prestanome

Una delle persone che ha contribuito a fare luce su questo meccanismo criminale è stato l’imprenditore G.L. Inizialmente legato da un punto di visto professionale e imprenditoriale ai Pontillo che, però, a quanto pare lo estromisero avendo verificato il marchio legalista fondamentalmente onesto del G.L. considerato, sempre dai Pontillo, amico delle forze dell’ordine come se questo fosse un difetto e non un pregio. Probabilmente era un difetto per Pontillo, che, alle guardie, preferiva i ladri.

Interessante, sempre rimanendo al ruolo di G.L., il carteggio da questi avuto, con un altro imprenditore molto noto, quel Franco Minutolo di San Nicola La Strada, un cognome che ci riporta ad un’altra storica indagine sui rapporti tra imprenditori e camorra e che si risolse con la condanna definitiva di uno dei fratelli Minutolo e del costruttore-cavaiolo di San Felice a Cancello, Clemente Izzo.

Franco Minutolo esprimeva la preoccupazione che, nella sua lettera, quell’impianto di calcestruzzo che la famiglia Minutolo aveva, in pratica, creato, fatto crescere, potesse finire nelle mani di Pontillo accompagnato dalle sue controfigure Francesco Ciaramella e Porfidia come effettivamente accadde. Insomma, il Pontillo, l’ha fatta finanche ai Minutolo che, per usare un’espressione dialettale, non era certo gente “dolce di sale”

Ma di questo ed altre cose continueremo a parlare nella prossima puntata di questo focus-approfondimento su quest’azienda di calcestruzzo che molto, ma proprio molto ha contato nei meccanismi produttivi di Caserta, Marcianise e dintorni, monopolizzando milioni e milioni di euro di acquisti, di commesse, da parte di costruttori che, molto probabilmente, non si sono sentiti di poter scegliere in un sistema di libero mercato