Che imbrogli sui progetti per bimbi autistici. Asl “rea-confessa” ora dà il benservito ai dipendenti delle coop che si incazzano

6 Novembre 2019 - 17:50

CASERTA (g.g.) – Non era certo nostra intenzione quella di danneggiare persone che, attivate da questo o quel politico, da questo o quel faccendiere, da quell’umanità variopinta ma insidiosissima che si muova all’interno dei servizi sociali, pesavano di aver trovato un posto di lavoro stabile, attraverso l’assistenza ai bambini autistici. Questa breve comunicazione che annuncia uno stato d’agitazione, una manifestazione dei cosiddetti “terapisti” per il giorno 11 novembre, da un lato dispiace per chi, oggi, si rende conto di essere stato preso in giro, da un altro lato fortifica la nostra attività d’indagine giornalistica, perché dimostra che l’Asl di Caserta, dopo aver propiziato la nascita di decine di cooperative prive di ogni titolo, di ogni requisito, così come abbiamo dimostrato nelle 2 puntate della nostra inchiesta (QUI LA PUNTATA 1QUI LA PUNTATA 2), ora ha la “strizza al culo” perché teme che quegli articoli di CasertaCe, come speriamo sarà, attivino l’attenzione dell’autorità giudiziaria. Il metodo ABA prevede, infatti, una sostanza fondamentale di assistenza sanitaria. Figure altamente professionalizzate, con titoli di studio specifici. Uniche a poter a lavorare per poter assistere, migliorare le condizioni di vita e integrare, in un processo stabile d’integrazione con le famiglie e con la scuola, i bambini e i ragazzi afflitti da sindrome autistica. I terapisti, come scrivono nella breve nota che pubblichiamo in calce, quasi non si riescono a spiegare i motivi del loro allontanamento. “I terapisti che attualmente lavorano in tale ambito non potranno più lavorare perché non ritenute figure sanitarie”. Avete capito? Queste persone, a cui non può che andare la nostra solidarietà umana, non hanno letto una riga degli articoli che abbiamo dedicato a questa ennesima, turpe vicenda della sanità pubblica casertana. Né si sono presi la briga, negli anni, di capire cosa sia effettivamente il metodo ABA e quale sia il protocollo a cui la Regione Campania, con suoi atti deliberativi, obbligherebbe, almeno sulla carta, ad adempiere. Non lo sanno perché, purtroppo, in questo tourbillon, in questo macello autentico provocato da un gatto che si morde la coda e che dunque alimenta la propria attitudine clientelare attraverso l’inettitudine culturale, le persone che oggi protestano entrarono a lavorare in queste cooperative nel seguente modo: l’Asl validava i requisiti (in realtà non esistenti) di una nuova coop di Lusciano, Casal Di principe, Marcianise, Aversa eccetera, garantendosi la tranquilla gestione delle procedure dei controlli di verificatori accondiscendenti, quando non addirittura inesistenti, visto che il sospetto di firme falsificate è più che concreto, la cooperativa, in cambio di una lauta commessa pubblica, assumeva le persone che il politico di turno, il più delle volte vero artefice della stessa costituzione della coop stessa nata ad hoc, indicava, anzi imponeva, l’assunzione di persone che poi, magari attraverso famiglie numerose, avrebbero ripagato il politico nell’urna elettorale. Non lo sanno e forse non lo sospettano neppure che la gestione dei progetti ABA nell’Asl di Caserta è stato (e forse lo è ancora) un mastodontico imbroglio.

LA SEGNALAZIONE

Salve, premesso che l’A.S.L. di Caserta sta somministrando da alcuni anni, a bambini e ragazzi autistici terapie convenzionate basate sulla scienza dell’”Analisi del Comportamento” e degli interventi che ne derivano, nota come “A.B.A.” secondo le Linee Guida riconosciute a livello internazionale, a seguito di recenti incontri, i terapisti che attualmente lavorano in tale ambito non potranno più lavorare perché non ritenute figure sanitarie, nonostante i loro contratti e titoli di studio siano stati presentati ed accettati dall’A.S.L. prima della loro assunzione.  A seguito di ciò, volevo informarvi che lunedì 11 novembre noi terapisti esclusi dalle nuove direttive dell ‘A.S.L. sul progetto A.B.A., ci raduneremo presso il  Palazzo della Salute di Caserta, insieme alle famiglie interessate, per chiarire quale sarà la nostra posizione lavorativa futura e per garantire il diritto alla continuità terapeutica con le figure professionali costituenti l’equipe multidisciplinare già operante. Vi invitiamo, qualora foste interessati, ad esser presenti con noi per dare eco alle nostre voci.

Cordialmente

Raffaela Turco