Compravendita di auto d’epoca: frodi e ipervalutazione, ecco come prevenirle

30 Aprile 2018 - 10:17

Continuano a crescere le operazioni di compravendita di auto d’epoca: una tendenza di particolare gradimento, che in Campania – come in altre regioni italiane – sta raggiungendo delle punte di vera e propria eccellenza. Merito di un territorio sempre piuttosto dinamico in questo settore, la cui passione cresce anno dopo anno permettendo a tutti i nuovi e vecchi amanti di auto d’epoca di poter annoverare nella propria personale collezione un sempre più apprezzabile numero di vere e proprie opere d’arte su quattro ruote.

Crescono le frodi

Purtroppo, però, anche in Campania la crescita delle compravendite si è accompagnata a uno sgradevole incremento del numero di frodi, tale da pregiudicare – spesso in maniera definitiva – la soddisfazione di coloro che hanno guardato con il giusto ottimismo alla possibilità di poter riporre nel proprio garage un pezzo da collezione.

Insomma, appare evidente come nonostante il grande amore per le autovetture d’epoca, qualsiasi acquirente corra il rischio di sperimentare evidenti pericoli, come quello di ipervalutazione:

un recente sondaggio condotto dal portale di compravendita europeo Classic Trader afferma infatti che il 35% dei compratori intervistati abbia dichiarato di esser già stato truffato almeno una volta, e che di questo 35%, il 70% ha ammesso di esser stato frodato in uno o più acquisti in Italia, mentre il 44% ha lamentato una frode all’estero.

Lo studio completo è disponibile al seguente indirizzo Classic Trader

Per quanto concerne i rischi maggiori, ad assumere una maggiore rilevanza è – come intuibile e ben immaginabile – quello dei difetti nascosti. L’analisi statistica compiuta da Classic Trader afferma infatti come più dell’80% degli intervistati abbia dichiarato di aver acquistato in passato un veicolo con difetti che al momento della vendita non erano visibili e non sono stati “dichiarati” dal venditore. Tra gli altri casi di frode più comuni, spiccano i veicoli incidentati camuffati (33%), e ancora il contachilometri oggetto di manomissione (18%).
L’effetto di quanto sopra è ben immaginabile: il compratore è infatti costretto a riparare i difetti nascosti, con la conseguenza di far innalzare il prezzo effettivo speso per potersi aggiudicare il veicolo “desiderato”, nelle condizioni attese. Il costo effettivo rischia pertanto di diventare un multiplo del prezzo d’acquisto, con evidente disaffezione che, a volte, può anche comportare un distacco emotivo dal business delle auto d’epoca.

Come prevenire le frodi

Ma in che modo è possibile prevenire le frodi sulle auto d’epoca? Considerato che oltre un acquirente su tre dichiara di esser stato ingannato durante una transazione, non possiamo non consigliare alla generalità degli amanti e dei collezionisti di auto d’epoca di ricorrere sempre e comunque alla consulenza di personale esperto sia nella valutazione del mezzo, che nella predisposizione del contratto di compravendita.

Anche se l’acquirente ritiene di essere sufficientemente in grado di disporre della giusta esperienza per poter condurre in autonomia la trattativa e la negoziazione, occorre infatti pur sempre rammentare come una condizione originale manomessa possa spesso essere provata solo da un esperto professionista di auto d’epoca. Meglio pertanto non indugiare, e coinvolgere tali specialisti prima di firmare un accordo e corrispondere il proprio denaro in pagamento!