Ora tra Nicola COSENTINO e Luigi CESARO può finire veramente “a pesci fetenti”. Quante disattenzioni dei media nazionali sulla figura del dipendente dell’ospedale di CASERTA Giovanni Cristiano. E il voto “pro polpetta” della Camera…

6 Agosto 2016 - 13:36

Ci vediamo quasi costretti ad intervenire per completare i resoconti significativamente carenti intorno alla vicenda dell’arresto del maresciallo dei carabinieri Iannini e alla decisione di Nicola Cosentino di ammettere di aver preso la pen drive coni presunti segreti sulle inchieste che coinvolgevano e forse coinvolgono ancora il deputato di Sant’Antimo

CASERTA – Ci siamo limitati a pubblicare, in queste ultime settimane i soli resoconti di agenzia, relativamente alla vicenda collegata all’arresto del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Iannini, quello, per intenderci, dei dossier o dei presunti dossier consegnati a Nicola Cosentino.

Non l’abbiamo considerata una priorità assoluta, perchè, pur essendo interessati alle vicende che toccano Nicola Cosentino, la proiezione dei fatti, in questo caso, era soprattutto collegabile alla figura di Luigi Cesaro, personaggio che, certo, non ignoriamo ma che svolgendo, prevalentemente, la sua attività politica in provincia di Napoli, non rappresenta, per noi, un target assolutamente prioritario.

Insomma, per Cesaro ci bastano le veline di agenzie visto che Casertace, essendo e volendo rimanere un piccolo giornale, deve collocare le proprie risorse nella nostra certo non ordinaria elaborazione giornalistica, su fatti e persone che sono più direttamente associabili alla provincia di Terra di Lavoro a cui la nostra informazione è principalmente dedicata.

Leggendo, però i diversi resoconti giornalistici, ci siamo accorti che, molto spesso, anche da parte di chi spende il proprio nome come cronista di giudiziaria di prima schiera, si fa fatica a mettere in relazione fatti e circostanze ad altri fatti e ad altre circostanze, le quali, se non sono proprio attinenti direttamente al caso specifico che si sta raccontando, coinvolgono la vita e le attività di personaggi che non possono essere correttamente presentati ai lettori come se fossero arrivati dal pianeta Marte. Anche perchè, la conoscenza storica della vita e delle opere dei citati personaggi serve a capire meglio e quindi a spiegare in maniera molto più ficcante anche la vicenda di specie, la notizia del momento.

Prendete, ad esempio, il caso di questo Giovanni Cristiano da Aversa, da diversi anni tecnico di radiologia dell’ospedale di Caserta. Abbiamo letto che un tizio che di nome fa, appunto, Giovanni Cristiano avrebbe indirizzato Nicola Cosentino (ed è quest’ultimo ad averlo raccontato ai pm della dda D’Alessio e Vanorio lo scorso 28 luglio), verso personaggi, legati alle forze dell’ordine, ma con una visione anche più estesa e creativa della propria funzione, con una certa attitudine ad occuparsi anche di segreti di stato, di intelligence e di inchieste giudiziarie segretate, affinchè Cosentino potesse prendere visione di una serie di atti utili a capire cosa bollisse in pentola, non solo contro di lui ma anche contro Luigi Cesaro.

Giovanni Cristiano non è, al contrario di come è stato presentato, un tizio qualsiasi. La sua carta d’identità politica e relazionale va declinata se si vuole effettivamente costruire un racconto con fondamentali più solidi. E qui, Casertace non si può esimere visto che di Giovanni Cristiano, del fatto che lui sia stato per anni un punto di riferimento, se non il principale punto di riferimento di Nicola Cosentino all’interno dell’ospedale civile di Caserta, noi abbiamo scritto più volte.

Parimenti abbiamo riportato, stavolta in tempi più recenti (ed è molto più grave, professionalmente parlando, che testate nazionali non vi abbiamo fatto il minimo cenno), che Giovanni Cristiano è stata anche la stessa persona entrato nelle grazie del pubblico ministero Donato Ceglie al tempo in cui questi ha svolto la funzione di procuratore della repubblica aggiunto presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed era da tutti considerato la punta avanzata delle grandi inchieste sulle ecomafie.

Giovanni Cristiano è stato, addirittura, raccomandato, secondo quello che ha raccontato Sergio Orsi, per un’assunzione all’interno di Eco4. Non solo: Giovanni Cristiano è anche la terza persona presente all’incontro riservato tra Donato Ceglie e Nicola Cosentino, come Casertace ha più volte raccontato.

Insomma, la sua è una presenza stabile, datata, ben stagionata, affidabile e non sottovalutabile inerentemente alla sua cifra di incidenza sulle vicende della famiglia Cosentino e sui dintorni delle medesime vicende. Ha negato, davanti ai magistrati della Dda, la circostanza di aver indirizzato Nicola Cosentino, dopo la scarcerazione di quest’ultimo, avvenuta nell’ottobre 2013, nella direzione di un altro incartamento segreto, il cosiddetto dossier Prestieri.

Se i magistrati della dda manterranno vivo il proposito di mettere a confronto Cosentino con Giovanni Cristiano, quest’ultimo, siamo pronti a scommetterci, non potrà negare, guardando in faccia a colui che è stato, per decenni, suo riferimento politico e personale, vivendo anche con abilità in quella zona grigia divenuta poi parte comune che ha messo insieme l’anticamorrismo retorico e di professione che si è identificato nelle figure di Lorenzo Diana e del citato Donato Ceglie e la politica casertana di quegli anni, che aveva proprio in Nicola Cosentino, il suo principale riferimento. Quell’incontro a tre tra  pm, il politico e Giovanni Cristiano rappresenta in qualche modo la summa di questa condizione socio politica che, ringraziando Dio, ultimamente, ha incrociato le prime, pensose perplessità espresse dal pubblico ministero Catello Maresca, uno degli “anziani” del pool anticamorra di Napoli.

Per quanto riguarda Luigi Cesaro, pare che, in questi ultimi tempi, abbia tentato invano di farsi ricevere da Silvio Berlusconi. Chi lo conosce bene, ce lo descrive preoccupatissimo, incupito dopo che Cosentino ha ammesso di aver preso in consegna la pen drive, datagli dal maresciallo Iannini.

Una preoccupazione legata alla sorpresa per questo cambio di strategia difensiva da parte dell’ex sottosegretario. D’altronde, non è emerso da questa indagine che Cosentino avesse preso quella pen drive in funzione anti Cesaro, ma certo, quella frase dettagli da Iannini sul fatto che stesse pagando per tutti e che, in realtà, il mostro non era lui, ma altri, alludendo chiaramente a Cesaro, è probabile che sia rimbombata nella testa dell’ex leader casertano e campano di Forza Italia quando Cesaro, alla chetichella è riuscito ad incassare un altro voto favorevole della Camera dei deputati che ha bocciato la richiesta, riformulata dalla dda, di utilizzo di significative intercettazioni telefoniche, nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge proprio Cesaro.

Avrà pensato Cosentino: io mi sono fatto già quasi 3 anni, tra galera e domiciliari, questo qui, cioè la persona che il maresciallo Iannini definiva “il mostro vero”, riesce, invece, in scioltezza ad ottenere aiuto e appoggio anche dal pd, visto che, a Montecitorio, per ottenere un voto favorevole a una richiesta della dda, occorre, con i numeri che ci sono in questo ramo del Parlamento, che il partito democratico si schieri in forze. A 2 anni e mezzo di distanza da quell’affermazione di Iannini, Nicola Cosentino si sarà sentito un pò coglione e allora…

G.G.

PUBBLICATO IL: 6 agosto 2016 ALLE ORE 13:36