BENEDETTO COVID. Ecco come a CASERTA la pandemia ha consentito a Carlo Marino e Franco Biondi di gestire milioni e milioni di euro in affidamenti diretti. Pronto il pellegrinaggio a Wuhan😂😂
11 Agosto 2022 - 13:02

Il decreto semplificazioni del luglio 2020, nato con l’idea di velocizzare le commesse pubbliche, ha provocato danni irreparabili. Politici e amministratori di un luogo tossico come Terra di Lavoro possono operare a briglia sciolta. E lo fanno. Proviamo a ripercorrere in maniera cronologica come cambiano gli affidamenti diretti, come il “Semplificazioni” semplifica e di molto il lavoro dei Biondi di turno
CASERTA (g.g.)Â – La storia degli incarichi ricevuti da Gioacchino Rivetti e la sua Rima (leggi qui l’ultimo caso di oggi)
Basta fare un piccolo passo indietro, andando al novembre e al dicembre 2019. Esattamente il 25 novembre e il 31 dicembre. Attraverso lo strumento dell’affidamento i lavori in urgenza, la società dell’imprenditore di Valle di Maddaloni riceveva due commesse dal valore di 40.000 euro. Il dirigente Franco Biondi, che al tempo definivamo il “maestro degli affidamenti diretti“, motivava questi incarichi a causa delle precipitazioni del maltempo che hanno colpito la scuola, dividendo nel giro di un mese dei lavori dal valore di 80.000 euro in 2 determina da 40 mila a testa.
In questo modo, volente o non, Biondi in 30 giorni e poco più ha in pratica aggirato l’obbligo della pubblica amministrazione di indire una procedura di gara per lavori dal valore di 80 mila euro, spacchettando questa somma in due tranche. Il limite massimo degli affidamenti era a quota 40 mila e il dirigente a tutto del capoluogo raggiunge questa cifra nei due atti. Che qualità .
Ma poi arriva il covid, la musica sui balconi, le mascherine, i migliaia di decessi, ma anche la legislazione speciale, proprio figlia della crisi economica legata alla pandemia.
Il governo Conte II, nel tentativo di velocizzare le attività della pubblica amministrazione, alza limite massimo consentito per gli affidamenti diretti a 150.000 euro. Così succede che un’operazione giusta, condivisibile in linea di principio, diventa il cappotto di Napoleone, il pretesto perfetto affinché i dirigenti, gli ingegneri capo dei comuni, delle province ed enti vari ed eventuali vengono liberati dalle briglie dell’obbligo dei 40 mila euro, ricevendo totale libertà per affidare incarichi da 50, 60, 100 mila euro senza la noia, le stupide perdite di tempo legate alle gare d’appalto.
Ed è quello che succede il 27 agosto, quaranta giorni dopo la firma del decreto Semplificazioni covid. 49 mila euro. Questa la cifra che la Rima di Rivetti riceve per un affidamento operato sul Mepa, sostanzialmente diretto, tramite infatti Trattativa diretta, per i lavori alla scuola De Amicis dal comune di Caserta.
A settembre altri 75 mila euro. Biondi motiva la commessa attraverso la necessità di lavori urgenti alla copertura della palestra della scuola, ma avrebbe anche potuto non farlo. E ancora una volta è Rivetti l’imprenditore prescelto.
Ecco come cambia la storia. Se fino al luglio 2020 era necessario la somma urgenza, la necessità impellente per affidare i lavori, mai superiori ad un valore di 40 mila euro, dall’estate del primo anno covid, le cifre aumentando considerevolmente, raggiungendo in due determine la somma di 124 mila euro consegnati senza gara alla Rima, così come la legge covid prevede.
Ecco perché il coronavirus è stata una manna dal cielo per chi, come Franco Biondi, come Carlo Marino, interpretano in maniera personale, clientelare la gestione del denaro pubblico. I rischi vengono ridotti al limite, non c’è più articolo di CasertaCe che tenga. La libertà di affidare cifre ben più alte rispetto ai “poveri” 40 mila euro rendono assolutamente inutile quel lavoro di spacchettamento che per l’ingegnere del capoluogo era diventato il suo marchio di fabbrica. Ad amministratori, a politici di questa stazza il covid ha significato un aumento del loro potere e di conseguenza un risvolto positivo delle loro aspirazioni di carriera.
L’aumento della soglia 150 mila euro, come detto, è un provvedimento condivisibile nella forma. Ma il problema è che nella nostra provincia è imperante una gestione malsana della cosa pubblica. La corruzione e la commistione tra politica e imprenditoria rende questa decisione presa ormai da due anni fa dal governo Conte II un nuovo peccato, una nuova sventura nella storia di Terra di lavoro. Qui da noi, infatti, provvedimenti del genere provocano solo sofferenze alle casse pubbliche, riempiendo il catino del potere nelle mani degli amministratori. Per questo a Caserta e provincia sarebbe necessario uno Stato di polizia, un controllo stringente di ogni atto, ogni determina, ogni delibera che viene pubblicata sull’albo pretorio dei nostri enti.
Chissà , se questo virus dovesse chiudere la sua storia o divenire definitivamente qualcosa di ordinario, normale nella vita di tutti i giorni, e se la legge dovesse riportare al limite dei 40 mila euro la soglia per gli affidamenti, il dirigente Biondi, il sindaco Marino preparino un pellegrinaggio, un pullman composto da vari funzionari e politici della nostra provincia, non a Lourdes, bensì nella nuova terra promessa, Wuhan, Cina.