DECÒ CASERTA. Parla Oldoini: “Comprendo l’amarezza dei tifosi, è un boccone duro da digerire anche per me. Ma non è tutto da buttare”

10 Maggio 2019 - 19:00

CASERTA – Dopo i primi giorni di delusione cocente, di rabbia ed amarezza è arrivato il tempo delle analisi ex post, per comprendere meglio dove e come si è sbagliato in modo da non ripetere gli stessi errori in futuro. In fondo si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie, ed è tempo per i bianconeri di accettare il verdetto del campo ed imparare qualcosa in più.
Il primo degli amareggiati non può che essere coach Max Oldoini, uno che ci ha sempre messo la faccia prendendosi le proprie responsabilità: “È ovvio che uscire al primo turno dei playoff non era nelle nostre aspettative. Chi ci ha permesso di condurre questa stagione, con un dovuto ringraziamento agli sponsor Decò e Pasta Reggia ed allo staff medico e fisioterapico, sperava come noi in un altro esito. Purtroppo Nardò ci ha battuto, questo è il verdetto del campo, ma all’interno di una stagione ci sono talmente tanti fattori variabili che incidono sulle prestazioni che non è sempre facile far sì che confluiscano tutti verso la vittoria e che poi le analisi abbiamo una sola ed univoca risposta”.
C’è una parte del tifo che ha però accusato la squadra di scarsa voglia, di non avere attributi.
“In

questo non posso che far da scudo nei confronti dei miei ragazzi. Ci siamo allenati ogni singolo giorno al meglio delle nostre possibilità, abbiamo dato tutto anche se purtroppo questo non è bastato. Però noi che abbiamo vissuto quotidianamente questa stagione sappiamo bene come i ragazzi abbiano mostrato attaccamento nonostante le tante avversità. Ogni singolo giocatore sapeva che peso avesse quella canotta e l’ha onorata al meglio delle proprie possibilità, bagnandola di sudore fino all’ultimo. Devono andare a testa alta per la stagione che hanno fatto”.
Purtroppo a volte lo sport sa essere brutale, e si viene ricordati per le ultime due partite perse e non per una regular season da 27 vittorie e 3 sconfitte.
“Abbiamo messo in piedi una stupenda stagione regolare. Non abbiamo mai avuto un vero e proprio calo, tanto che poi alla fine si nota che le tre sconfitte subite sono state anche abbastanza diluite nel tempo. Nei playoff però si azzera tutto, e ciò che di buono hai fatto durante tutto l’arco del campionato non vale più, ma io so bene quanto questi ragazzi si siano applicati. Vincere il 90% delle partite non è proprio semplice”. 
In molti forse dimenticano da dove questa squadra sia partita. Ovvero da zero.
“Abbiamo iniziato in ritardo rispetto agli avversari e nonostante ciò siamo riusciti ad inserire tantissimi aspetti tecnici con le nostre difese che cambiavano, gli esterni che andavano in post, i quintetti piccoli e tante altre cose. Abbiamo lavorato molto per cercare una quadratura del cerchio, cosa che in qualche modo devi aver trovato se vinci 27 partite su 30. E tutto ciò nonostante fossimo un gruppo totalmente nuovo, compreso lo staff tecnico. Siamo partiti ad handicap ma abbiamo saputo comunque imporci sulle dirette contendenti. Insomma, il campionato che abbiamo fatto non è da buttare”.
Magari iniziare la prossima stagione dalle certezze trovate quest’anno non sarebbe male. Spesso i progetti vincenti partono dalla continuità della guida in panchina che, se lasciata lavorare con calma, può portare avanti un progetto tecnico in grado poter di poter aggiungere sempre un quid in più.
“La mia posizione è legata alle scelte della società. Per quanto mi riguarda posso dire che Caserta è una città in cui ho già trascorso molto tempo ed in cui mi trovo estremamente a mio agio”.
Durante la stagione si è mai avuta però la sensazione che nei playoff potessero emergere dei particolari punti critici?
“Nel corso dell’anno siamo sempre riusciti ad affrontare al meglio le difficoltà, ed anche quando abbiamo giocato contro dirette contendenti, contro formazioni del nostro stesso rango, siamo riusciti ad affermare le nostre idee di gioco. Anche quando abbiamo vinto contro Salerno per il rotto della cuffia con il tap-in di Ciribeni non bisogna dimenticare che eravamo stati avanti di 21. Quando vinci tante partite è poi più difficile capire quali possano essere i tuoi punti deboli. Nella debacle di Coppa forse siamo arrivati all’appuntamento troppo spavaldi, con troppa supponenza, ed abbiamo pagato un conto salato. In questo caso posso dire che non è assolutamente stato così, forse la pressione ci ha giocato un brutto scherzo”.
Siete arrivati ai playoff probabilmente nel peggior momento possibile: Hassan rientrava da un lungo infortunio, Valentini assente, Bottioni ha saltato due gare. Il rientro di tutti è coinciso con il dover trovare nuovi equilibri in campo. Ad esempio Hassan e Ranuzzi hanno giocato insieme un paio di gare. È anche questo un motivo di rammarico?
“È chiaro come il sole che abbiamo iniziato i playoff in condizioni non ottimali. La fotografia è lo 0/2 di Hassan ai liberi nel finale di gara-2, segno che non era a posto fisicamente perché uno come lui, in quelle situazioni, è una garanzia. Senza voler cercare alibi o volerci togliere di dosso delle responsabilità purtroppo è abbastanza oggettivo che la fortuna non ci ha particolarmente sostenuto. Non abbiamo mai tirato dall’arco con le percentuali di gara-3, eppure i tiri erano aperti che avevamo messo tante altre volte”.
Come si è chiuso il rapporto con la squadra?
“Ho ringraziato i giocatori per quelli che mi hanno dato, tra noi c’è un rapporto di stima reciproca. In questi giorni mi sono sentito con loro e c’era ancora amarezza da dover digerire. Siamo spesso andati a mangiare la sera tutti insieme, ci siamo aiutati, confrontati e confortati durante l’anno. Insomma, abbiamo fatto gruppo. Far confluire tante diverse personalità verso un unico obiettivo non è un lavoro facile, anche perché ognuno ha un suo pensiero, ognuno ha un suo metodo, però devo dire che tutti si sono sempre messi a disposizione ed hanno fatto un passo indietro per mettere al centro le necessità della squadra. Al di là del risultato finale sono orgoglioso di questi ragazzi”.

Ruben Romitelli