ELEZIONI REGIONALI. Non ci siamo fatti mancare nulla nella nostra vita. L’ingegnere Carlo Raucci si candiderà e Maurizio Mazzotti dà lezioni di buona politica. Rispondete a quello che scrisse di voi due un noto magistrato
20 Luglio 2020 - 19:08
E’ stato proposto, non a caso, dal nostro amico, il simpaticissimo Giovanni Cusano
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2366292910342667&id=100008859423476
SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Indovinate chi è stato il primo a “mettere il like” sotto al post di Maurizio Mazzotti? Marcello Iovino, suo antico collega in quell’onestissimo e morigeratissimo posto che è stato ed è il comune di Caserta. Negli uffici delle burocrazie che ne rappresentavano (e purtroppo ne rappresentano ancora) il motore, si è vissuta una vera e propria congiunzione astrale: la presenza contemporanea di Mazzotti, di Iovino, di Franco Biondi e di Carmine Sorbo. Un vero e proprio sinebrio della buona amministrazione, dell’efficienza e della meticolosa difesa del principio di trasparenza.
Al tempo, costavano circa un milione di euro all’anno, tutti insieme, ai cittadini del capoluogo. A questi soldi bisogna aggiungere quelli drenati dalle tasche dei casertani dai due dissesti che, se sono avvenuti, non è certo per colpa di CasertaCe, ma di chi ha esercitato negli ultimi vent’anni la funzione politica e quella tecnico-amministrativa.
E’ vero pure che, quando uno va avanti con gli anni, ogni freno inibitore scompare e viene liquefatto da un’incoscienza di sé che rimuove tutte le epoche in cui si è lavorato non nella direzione dell’assolvimento dei propri doveri di tutore del pubblico danaro. Maurizio Mazzotti nel suo post, il cui testo integrale trovate all’inizio dell’articolo, mette le mani avanti, perché già sa e sa bene che chi scrive e questo giornale hanno già strabuzzato gli occhi di fronte alla quasi certa candidatura al consiglio regionale di mister Carlo Raucci, ingegnere di Santa Maria Capua Vetere, già presidente del suo Ordine, ma soprattutto compagno di azioni e di tante altre cose del Mazzotti, quando quest’ultimo per lunghi anni ha fatto il bello e il cattivo tempo, insieme alla signora Zaccheo, nell’Ufficio tecnico di Santa Maria Capua Vetere.
“Scateneranno la macchina del fango“. Così scrive Mazzotti. Caso tipico di coda di paglia. Ce l’ha con noi, ovviamente. Ma noi, oggi come ieri, ribadiamo a lui e all’ingegnere Raucci, l’invito di confutare, argomento per argomento, la doverosa biografia che andremo, di cui a qualche giorno, a scrivere (anzi, a riscrivere, vista l’occasione), andando ad attingere a piene mani nell’emeroteca della nostra mente, della nostra memoria di giornalisti che si sono letteralmente smazzati per la passione civile e professionale contro chi, come Mazzotti e Raucci, faceva strage un giorno sì e l’altro pure della res publica.
Non lo faranno, come non l’hanno mai fatto. Non lo faranno verso di noi ma non lo faranno verso neppure quei pochi magistrati che, a differenza di altri magistrati, erano convinti della necessità di perseguire penalmente i comportamenti di entrambi, salvo affondare in una melassa paralizzante, che ha fatto di quegli avvisi di garanzia palamariana carta straccia, o “carta sporca“, volendo citare una famosa locuzione material-morale scritta, in quella che forse è la sua canzone più importante, da Pino Daniele.
Macchina del fango? Va bene. Ma lo dovete dimostrare che questo racconto della storia, per come l’abbiamo vista e per come la vediamo noi, degli anni delle amministrazioni di Enzo Iodice e Giovanni Campochiaro, di Maurizio Mazzotti e di Carlo Raucci, costituiscono fango schizzato. Lo dovete dimostrare punto per punto.
Mazzotti scrive che oggi non c’è più la politica di una volta e che al comune ci si va per raccattare le prebende delle commissioni consiliari. Lui, che è stato un tutore della moralità amministrativa, cita il giochino della mezzanotte, fatta scattare di proposito dai consiglieri “rubacchioni” allo scopo di ottenere l’esonero dal lavoro il giorno dopo. Il quadro che Mazzotti disegna è il seguente: i politici di un tempo si impegnavano per il popolo e non per le proprie tasche, quelli di oggi sono in pratica dei mendicanti e dunque, quando c’è una persona che interpreta la politica del fare, la politica della dedizione, la politica della cura dell’altro, la politica della filantropia, la politica del rigore morale, allora non si può non votarlo. E questo politico si chiama Carlo Raucci, che sarà candidato alle prossime regionale nella lista di Campania Libera (almeno così pare), proposto a Masturzi dall’ottimo e simpaticissimo Giovanni Cusano, che noi affettuosamente e goliardicamente definiamo John Milletrastole, che Mazzotti dovrebbe citare, dunque, per rendere coerente il suo ragionamento, come esempio della politica del “fare disinteressato”.
Correva l’anno 2015, erano i mesi di febbraio/marzo, e l’allora Pm della procura sammaritana, Silvio Marco Guarriello, oggi magistrato di punta nella Direzione distrettuale antimafia alla procura di Salerno, raccontava dei signori Maurizio Mazzotti, Mena Zaccheo, Carlo Raucci e Ugo Corvino, quest’ultimo, marito della Zaccheo, il precettore e insegnate di tutto, ma proprio di tutto di Mazzotti, prima di riparare in quel di Milano, come di un manipolo di mariuoli, che si spartivano i soldi delle concussioni consumate nell’Ufficio tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere.
Questo titolammo in un nostro articolo datato 7 settembre 2015. Era solo uno di una lunga serie costruita sull’analisi rigorosa e pressoché pedissequa del testo di un atto giudiziario. in cui il Pm, non CasertaCe, ha capito Mazzotti? La Procura della Repubblica, non CasertaCe, schizzava evidentemente del fango verso di lei e verso il suo compagno di tante cose, Carlo Raucci. Ebbene, occorrerà ripubblicarlo totalmente quel documento, bisognerà rimetterlo a disposizione dei lettori, dei cittadini e noi dovremo sforzarci a non commentare neppure una riga.
La macchina del fango, Maurizio Mazzotti che dà lezioni di buona politica, Carlo Raucci che corre per un posto da consigliere regionale proposto da John Milletrastole. Caro Fratacchione, il centrodestra di Cesaro e di tutti quelli che tu hai attaccato in quanto portatori insani di una questione morale, non erano mai arrivati a tanto.Nicola Cosentino aveva trovato intese con Mazzotti, Iodice e qualche giudice del tribunale, ora in pensione, sulla famosa locazione degli appartamenti che hanno ospitato per anni la giurisdizione civile; Nicola Cosentino aveva voluto Mazzotti al comune di Caserta, dopo la caduta di Falco e durante il commissariamento “amico” di Maria Elena Stasi e Paolino Maddaloni, che avrebbe poi candidato con esito negativo alle elezioni del maggio successivo. Ma mai si è sognato di chiedere a Raucci e Mazzotti di entrare in politica. Sapeva molto bene che non era proprio il caso, perché i due signori appena nominati possedevano, diciamo così, delle attitudini non completamente affidabili nel momento in cui fossero andati a gestire la cosa pubblica da politici.
Invece De Luca li candida. Candida Raucci e consente a Mazzotti di scrivere un post simile, persona di cui non vorremo più parlare, essendo andando in pensione, al punto che per il momento abbiamo deciso anche di astenersi su certe cose che stanno succedendo e succederanno in via Galatina, ma che ci costringe a venire meno a questo proposito, a quasi 70 anni, dall’alto del suo esempio, dall’alto di quelle intercettazioni in cui definiva il consorzio di idee e di azioni tra lui Zaccheo, Raucci e compagnia come “gli invincibili”. Sì, al telefono disse così “noi siamo invincibili“. E si stava parlando di lottizzazioni, permessi a costruire e non certo di una partita di cricket.
La macchina del fango. Roba da pazzi. La vita non ci vuol risparmiare proprio nulla. Chi conosce il lavoro, dipanatosi per anni e anni, che abbiamo compiuto per denunciare un sistema opaco di appalti e di gestione della cosa pubblica, focalizzato proprio sulle figure di Maurizio Mazzotti e Carlo Raucci, immagina come abbiamo potuto accogliere la candidatura alle Regionali di quest’ultimo.
Riavutici dalla stranita sorpresa, ci prepariamo a raccontare una campagna elettorale che dovrà essere fondata sulla verità. E i signori Mazzotti e Raucci dovranno utilizzare il loro sacrosanto diritto di replica, entrando, però, nel merito di ciò che scriveremo. E dovranno rispondere a quello che un alto magistrato, bravo e stimtissimo, della Repubblica italiana scriveva delle loro gesta.