ESCLUSIVA CASERTACE. Il “presuntissimo” rapimento della bimba davanti alla scuola di TRENTOLA. Ecco come sono andati veramente i fatti

10 Ottobre 2018 - 14:57

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Calma. Siccome si tratta di un fatto serio che sta diffondendosi come vera e propria psicosi tra le mamme, le nonne, le famiglie dell’agro aversano, la cosa più stupida da fare è quella di cavalcare l’onda di un allarme che ormai scivola inesorabilmente verso l’allarmismo.

Pochi minuti fa abbiamo pubblicato la notizia di un presunto tentativo di rapimento di una bimba, avvenuto davanti ai cancelli dell’istituto Giovanni Paolo II.

Ma lasciare la notizia sospesa, aderendo acriticamente a ciò che è emerso su facebook dalle conversazioni a cui ha partecipato nella veste di presidente del consiglio di circolo dell’istituto anche Michele Apicella, oggi consigliere comunale di minoranza, alcuni mesi fa sfidante di Andrea Sagliocco al ballottaggio che segnò l’elezione di quest’ultimo a sindaco di Trentola Ducenta, rappresenterebbe un atto di mero sciacallaggio.

Perchè proprio in momenti come questi, che non sono i momenti comuni di un giornale locale che per tradizione e anche istituzione, ha una licenza storica di colorire un pò i suoi articoli e i suoi titoli, dicevamo, proprio in frangenti come questi, c’è bisogno di fare i giornalisti sul serio, dismettendo gli abiti di creatori di contenuti pop e spesso anche spassosamente trash e indossando, per chi ne è capace, perchè naturalmente la cosa è tutt’altro che semplice, quella di un normale giornalista, di uno che indifferentemente può scrivere su CasertaCe o anche sul Corriere della Sera senza accusare alcun complesso di inferiorità.

Ci siamo rivolti alle fonti istituzionali. Davanti a quella scuola, due persone, probabilmente di etnia rom, sicuramente provenienti dall’Est europeo, hanno avvicinato una madre che conduceva per mano la sua bambina verso la scuola. Qualche parola l’hanno detta. Ma al momento non si può assolutamente sostenere con certezza che si sia trattato di parole minacciose. Si tratta di fatti già a conoscenza dei carabinieri della stazione di Trentola Ducenta.

A complicare il tutto ci si è messo l’ormai famoso “furgone bianco”, una patacca mediatica, oggi le chiamano fake news, ma il concetto è lo stesso, il quale sarebbe transitato a pochi metri di distanza dal luogo dove si stava svolgendo questa scena.

La mamma, che come altre mamme e nonne dell’agro aversano, sta vivendo con vero sgomento il fruire di questa stronzata del furgone bianco su facebook, ha associato due avvenimenti totalmente autonomi l’uno dall’altro e ha pensato che i due fossero lì per rapire la sua bimba e per caricarla sul furgone bianco.

Naturalmente i carabinieri hanno immediatamente condotto accertamenti, utilizzando le immagini di una videocamera, forse della scuola o di un negozio lì nei pressi e, inquadrando bene la targa, sono riusciti a stabilire che quel furgone appartiene ad una innocentissima impresa edile del territorio che utilizzava quel mezzo per motivi strettamente legati al lavoro di giornata.

Questi i fatti, senza nessun particolare aggiuntivo e senza alcun particolare privativo. Tutto il resto sono boiate.

Quello che è importante in questo momento è fidarsi al 100% del lavoro delle forze dell’ordine. Carabinieri, polizia e guardia di finanza hanno ben compreso che questo è uno dei frutti avvelenati della dipendenza da facebook del 60% della popolazione residente in questa terra. Però, siccome sono pagati per proteggere i cittadini, stanno valutando e vagliando con grande pignoleria ogni fatto e ogni segnalazione.

Ora, più che mai c’è bisogno di attingere da loro le informazioni reali.

Punto.